La gestione ottimale della liquidità prevede il mantenimento di una somma sufficiente a coprire le spese quotidiane e un fondo di emergenza.
La gestione della liquidità personale è un tema amministrare le proprie finanze in modo oculato e strategico. Tenere un saldo troppo alto sul conto corrente può infatti comportare rischi legati all'erosione del potere d’acquisto, mentre una liquidità insufficiente può mettere a rischio la stabilità finanziaria in caso di spese impreviste Trovare l’equilibrio tra le esigenze quotidiane, la sicurezza finanziaria e le opportunità di investimento richiede la conoscenza delle migliori pratiche consigliate da esperti e gestori finanziari:
Uno dei maggiori rischi nel mantenere un saldo troppo elevato sul conto corrente è la perdita di valore del denaro nel tempo a causa dell’inflazione. Se i soldi depositati non vengono investiti in strumenti che offrono rendimenti superiori all’inflazione, il loro potere d’acquisto si riduce progressivamente. Con il passare del tempo si potranno comprare meno beni e servizi con la stessa somma, incidendo negativamente sulle possibilità di spesa futura.
Molti conti correnti prevedono costi di gestione che possono essere maggiori in presenza di saldi elevati. Ad esempio, alcuni conti applicano una commissione fissa proporzionale al saldo medio o impongono l’imposta di bollo per giacenze superiori ai 5.000 euro, pari a 34,20 euro all’anno per le persone fisiche. Questo importo può sembrare limitato, ma è una spesa che si accumula nel tempo, soprattutto se non si riceve alcun ritorno economico su tale liquidità.
Tenere troppa liquidità ferma sul conto corrente può significare perdere opportunità di investimento che potrebbero generare rendimenti a lungo termine. Con l'inflazione che erode il potere d’acquisto, diventa conveniente valutare investimenti a basso rischio come i BTP che offrono un rendimento fisso e hanno un livello di rischio relativamente contenuto rispetto ad altri strumenti.
D'altro canto, avere un saldo troppo basso sul conto corrente significa correre il rischio di non poter far fronte a spese impreviste o emergenze senza dover ricorrere a finanziamenti a breve termine, che spesso comportano tassi di interesse elevati.
In mancanza di fondi sufficienti, l’unica opzione per fronteggiare le spese potrebbe essere l’utilizzo di carte di credito o prestiti, con un conseguente aumento dell’indebitamento personale e una crescita degli interessi passivi da pagare.
Avere poca liquidità può costringere a disinvestire in momenti sfavorevoli, vendendo strumenti finanziari quando i mercati sono in ribasso, con il rischio di subire perdite.
Gli esperti consigliano di mantenere un fondo di emergenza di tre-sei mesi di spese sul conto corrente. Questo fondo permette di affrontare imprevisti senza dover compromettere i propri investimenti o incorrere in debiti.
Per chi ha una liquidità superiore al fondo di emergenza, è consigliabile valutare investimenti a basso rischio e facilmente liquidabili. Strumenti come i Btp o i conti deposito con vincoli a breve termine possono rappresentare una scelta equilibrata per mantenere accessibile una parte della liquidità e ottenere un rendimento.
Mantenere solo il necessario sul conto corrente e destinare il resto a investimenti diversificati (come azioni, obbligazioni, fondi comuni) può ottimizzare la crescita del patrimonio nel tempo, pur garantendo l’accessibilità in caso di necessità.