Il Terzo Settore riveste un ruolo cruciale nel tessuto sociale italiano. Stipendi medi, contratti, ruoli e opportunità nelle organizzazioni non profit nel 2025, offrendo un quadro completo su retribuzioni e prospettive del settore.
Il Terzo Settore in Italia abbraccia un’ampia eterogeneità di organizzazioni private che, pur avendo natura giuridica non pubblica e perseguendo fini civici, solidaristici e di utilità sociale, operano senza scopo di lucro. Questa galassia è composta da enti di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, fondazioni, enti filantropici e altri soggetti iscritti al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore). L’attività di tali enti si sviluppa principalmente nell’assistenza sociale, educazione, cultura, tutela ambientale e sanità, rappresentando un elemento sempre più incisivo nel tessuto socio-economico nazionale.
Nel 2025, gli stipendi medi nelle organizzazioni del Terzo Settore suscitano crescente interesse, non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra chi valuta opzioni di inserimento professionale in ambiti etici e socialmente rilevanti. Comprendere i guadagni di chi lavora nel terzo settore, alla luce dei cambiamenti normativi, degli aggiornamenti contrattuali e delle evoluzioni del mondo del lavoro, è essenziale per orientare scelte consapevoli, valutando le opportunità professionali e le prospettive di crescita, oltre alle peculiarità retributive rispetto ad altri comparti.
Nel contesto odierno, caratterizzato da una crescente domanda di servizi sociali e da un’evoluzione delle politiche nazionali dedicate al welfare, il peso delle retribuzioni e delle competenze richieste assume una dimensione strategica, sia dal punto di vista individuale che collettivo.
Il quadro normativo che disciplina l'impiego negli enti no-profit si fonda principalmente sul Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017) e sulle successive modifiche legislative, tra cui spicca la Legge 85/2023. Queste regolamentazioni definiscono forme contrattuali, limiti retributivi e parametri di compatibilità tra volontariato e lavoro subordinato o autonomo all’interno delle organizzazioni.
Gli enti del Terzo Settore hanno la possibilità di assumere personale tramite diverse modalità:
Le retribuzioni sono generalmente parametrate ai minimi stabiliti dai CCNL di riferimento (ad esempio, quello delle cooperative sociali), ma dal 2023 gli ETS possono riconoscere ai propri lavoratori compensi superiori fino al 40% dei minimi tabellari, e, se debitamente motivato e documentato, tale margine può arrivare a +40% o più, con obbligo di giustificazione da parte degli organi amministrativi. Superare tali limiti senza adeguata motivazione espone l’ente a sanzioni amministrative e il rischio di perdita della qualifica di ETS.
I dirigenti e i membri degli organi sociali possono percepire compensi, a patto che siano proporzionati alla responsabilità e alle competenze richieste dal ruolo, mentre per le organizzazioni di volontariato (ODV) permane il divieto di retribuire i dirigenti che sono anche associati. La distinzione tra lavoratori e volontari rimane imprescindibile: lo stesso soggetto non può svolgere contemporaneamente attività di volontariato e funzioni retribuite nella medesima organizzazione. La compliance a questi criteri è fondamentale ai fini della trasparenza e della sostenibilità dell’ente.
I guadagni di chi lavora nel terzo settore risultano influenzati da una pluralità di fattori: tipologia di ente, luogo di lavoro (Nord, Centro, Sud), ruolo svolto, anzianità, livello di responsabilità e tipo di contratto applicato. Alla base, però, permane una struttura retributiva largamente allineata ai CCNL delle cooperative sociali o di settore. I punti chiave sono:
Nello scenario italiano, alle prese con importanti novità normative, il confronto tra gli stessi ruoli in settore pubblico, privato e Terzo Settore evidenzia differenze sostanziali, soprattutto in termini di retribuzioni, sicurezza contrattuale e prospettive di carriera. La tabella di riferimento è:
Ruolo |
Pubblico |
Privato |
Terzo Settore |
Assistente sociale |
1.500–2.000 € netti/mese |
1.200–1.700 € netti/mese (cooperative, ONG) |
1.000–2.300 € netti/mese |
Operatore dell’infanzia |
1.200–1.300 € netti/mese (personale ATA) |
900–1.500 € netti/mese |
1.000–1.800 € netti/mese |
Impiegato amministrativo |
1.300–2.000 € netti/mese |
1.200–1.900 € netti/mese |
1.150–1.500 € netti/mese |
Dirigenza |
3.500–7.000 € netti/mese (alti funzionari) |
3.000–7.000 € netti/mese |
8.000–12.000 € lordi anno (presidente ETS medio) |
Nel settore pubblico prevalgono stabilità e avanzamenti di carriera predefiniti, mentre il privato offre maggiori margini di crescita ma anche maggiore variabilità e competitività. Il Terzo Settore si colloca generalmente su livelli retributivi intermedi o inferiori, compensando con motivazioni non economiche, coesione sociale e flessibilità organizzativa.
L’assetto organizzativo degli ETS prevede una grande varietà di mansioni, con livelli retributivi differenziati in relazione al ruolo, all’esperienza e alle dimensioni dell’ente. Le posizioni fondamentali sono:
Le progressioni di carriera e la possibilità di accedere a ruoli di responsabilità dipendono dalla dimensione e dalla solidità economica dell’ente, oltre che dalla capacità individuale di acquisire competenze trasversali, come la progettazione, il fundraising o la rendicontazione di bandi complessi.
Gli assistenti sociali iscritti all’albo professionale si distinguono in due sezioni (A e B) a seconda della formazione (laurea magistrale o triennale). Operano prevalentemente in servizi rivolti a minori, disabili e anziani, spesso per conto della Pubblica Amministrazione, ma formalmente dipendendo da cooperative o ETS. Possiamo sintetizzare che:
Il livello di soddisfazione professionale in questo ambito si segnala elevato (oltre l’80% secondo recenti ricerche), grazie alle opportunità di partecipare attivamente in scelte gestionali e progetti di impatto sociale, anche se persistono criticità connesse a contratti precari e carichi di lavoro elevati.
L’Operatore dell’Infanzia svolge attività di assistenza, educazione, sorveglianza e stimolo delle capacità relazionali e di apprendimento dei minori, operando in asili, scuole, comunità e contesti sanitari. I numeri sono i seguenti:
Particolare attenzione è rivolta alla sostenibilità economica delle carriere: la scelta della libera professione permette flessibilità ma comporta maggiore incertezza nei guadagni, mentre i contratti di assunzione garantiscono stabilità e diritti integrativi come ferie retribuite e previdenza.
All’interno delle associazioni di promozione sociale e degli ETS più strutturati, le figure direttive - Presidente, membri del Consiglio Direttivo, responsabili amministrativi - possono percepire compensi la cui entità è funzione di diversi indicatori: