Quali sono i modi meno conosciuti per andare in pensione anticipata spiegati dalla Guida del Patronato Enasc? Non esistono solo le forme di ape sociale, opzione donna e quota 103 2024 per andare in pensione anticipata, ma esistono anche molti altri modi meno conosciuti. Vediamo quali sono e cosa prevedono.
Quali sono i quasi 50 modi meno conosciuti per andare in pensione anticipata
La Direzione Generale del Patronato Enasc ha individuato ben quasi 50 modi per andare in pensione nel 2024 anticipando i requisiti di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi richiesti per la normale pensione di vecchiaia o di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne, indipendentemente dal requisito anagrafico, per la pensione anticipata ordinaria.
Stando a quanto riportato dall’apposita guida, tra i sistemi meno conosciuti per anticipare la pensione ci sono:
- pensione con quota 100 (a 62 anni di età e con almeno 38 anni di contributi) per chi ha cristallizzato il diritto entro il 31 dicembre 2021;
- pensione con quota 102 (a 64 anni di età e con almeno 38 anni di contributi) per chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2022 per cui può usufruirne anche dopo;
- pensione con quota 103 2023 (a 62 anni di età e con 41 anni di contributi) per chi ha maturati i relativi requisiti entro il 31 dicembre 2023;
- pensione con la Rita, rendita temporanea integrativa;
- pensione con l’ape sociale 2023, per uscire a 63 anni di età e con almeno 30 di contributi che salgono a 36 per i lavoratori usuranti;
- pensione anticipata in regime di totalizzazione;
- pensione per i lavoratori precoci, che possono uscire prima con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica;
- pensione ordinaria di inabilità, erogata dall’Inps ai lavoratori, che siano lavoratori dipendenti, pubblici e privati, o lavoratori autonomi, artigiani, commercianti, ecc, che si trovano nella assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa, a condizione che la stessa venga accertata da medici Inps;
- pensione di vecchiaia in computo nella Gestione Separata, che permette di valorizzare i periodi di lavoro dipendente e autonomo, appunto, nella Gestione Separata per andare in pensione prima, a condizione di essere iscritti alla gestione separata e aver versato almeno un mese di contributi, avere meno di 18 anni di contributi versati o accreditati alla data del 31 dicembre 1995, avere almeno 5 anni di contributi versati o accreditati dal primo gennaio 1996 e aver accumulato almeno 15 anni di contributi;
- pensione per le casalinghe, che permette di uscire a 57 anni di età e avendo versato almeno cinque anni di contributi, per arrivare a percepire una pensione minima);
- pensione di vecchiaia per il personale viaggiante, che permette di lasciare prima il lavoro a 62 anni di età rispetto ai 67 normalmente richiesti;
- pensione di vecchiaia per i lavoratori privati non vedenti, che si raggiunge con almeno 10 anni di contributi e all'età di 56 anni, se uomini, e di 51 anni se donne se lavoratori dipendenti, o, nel caso di lavoratori autonomi, all'età di 61 anni se uomini e 56 anni se donne;
- pensione di vecchiaia per il Fondo Clero, che prevede l’uscita o a 69 anni di età e con almeno 20 anni di contributi o, in alternativa, a 66 anni di età e almeno 40 anni di contributi;
- pensione di vecchiaia anticipata per il Fondo Speciale minatori, che permette di uscire a 55 anni di età, con almeno 20 anni di contributi e a condizione che si tratti di addetti che hanno maturato complessivamente, anche se con discontinuità, almeno 15 anni a lavoro di sottosuolo e che non siano occupati alle dipendenze di terzi in altri settori di attività con guadagno continuativo e normale;
- pensione di vecchiaia anticipata per la previdenza marinara;
- pensione di vecchiaia per il Fondo Gas, a cui possono accedere gli iscritti che hanno maturato tutti requisiti richiesti e almeno 15 anni di contributi entro novembre 2015.