Cosa potrebbe cambiare per gli aderenti ai fondi pensione nel 2025: le nuove proposte del governo e i chiarimenti
Quali sono le due modifiche previste per i fondi pensione nel 2025 con la nuova riforma? I fondi pensione rappresentano oggi una grande risorsa per i lavoratori che, una volta in pensione, potranno contare su un ulteriore gruzzoletto per vivere una vita dignitosa.
Sono state diverse le modifiche proposte per i fondi pensione da inserire nella nuova Manovra. Ma nulla finora è stato fatto. Si lavora per capire se e quali modifiche in merito potrebbero rientrarvi.
Quasi tutti gli iscritti alle forme di previdenza complementare, quando vanno in pensione, chiedono la restituzione di tutto il capitale. L’intenzione del governo è trasformare la somma accumulata negli anni in una rendita vitalizia.
L’idea è quella di non pagare, cioè, tutti i soldi accumulati dai singoli lavoratori nel corso della loro vita lavorativa in un’unica soluzione ma liquidarli regolarmente nel tempo.
Trasformare il montante in rendita, come proposto dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, potrebbe far considerare anche la previdenza complementare nel calcolo per i requisiti minimi per la pensione.
La seconda modifica prevista per i fondi pensione nel 2025, su cui il governo punta particolarmente, è l’introduzione di un semestre di silenzio assenso per destinarvi il Tfr.
I tecnici vorrebbero, infatti, far partire il silenzio-assenso di 6 mesi dal prossimo gennaio. Se così effettivamente sarà, i lavoratori che lasciano il Trattamento in azienda dovranno esprimere entro sei mesi la loro volontà o di continuare a versarlo lì o di metterlo nel fondo di categoria.
Se nulla sarà esplicitamente dichiarato, il lavoratore diventerà silente e il Tfr passerà automaticamente nel fondo pensione.