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Ritardo uscita pensioni e importi minori, con dei trucchi e in silenzio il Governo Meloni soddisfa in manovra le richieste Ue

di Marianna Quatraro pubblicato il
pensioni governo ue

Quali sono le soluzioni, silenti, del governo Meloni per soddisfare le richieste dell’Ue di revisione delle pensioni: i chiarimenti

Cosa sta facendo realmente il governo Meloni per le pensioni dopo le richieste dell’Ue? Il governo Meloni si appresta a definire una revisione del sistema pensionistico in risposta a diverse richieste presentate dall’Ue al nostro Paese.

  • Le soluzioni del governo per allungare silentemente il momento della pensione
  • Diminuiscono anche gli importi delle pensioni 

 
Le soluzioni del governo per allungare silentemente il momento della pensione

In risposta alle richieste dell'Unione Europea, il governo Meloni ha spiegato che l'età pensionabile in Italia sarà allungata.

Dagli ultimi dati resi noti dall'Inps, è emerso che l'età media pensionabile nel nostro Paese è di 64 anni e 2 mesi, molto meno dei 67 anni fissati per la pensione di vecchiaia grazie alle forme di uscita anticipata attualmente in vigore, come la quota 103, o l'ape sociale, o, ancora, l'opzione donna.

Si tratta, però, di un requisito che per l'Ue deve essere allungato altrimenti rischia di rendere insostenibile da un punto di vista economico il sistema.

Le soluzioni al vaglio del governo per rispondere a tale richieste dell'Europa sarebbero al momento diverse: si è parlato, infatti, di allungare l'età per andare in pensione fino a 70 anni per i dipendenti pubblici, riconoscendo loro incentivi.

Un'altra modifica che ritarderebbe l'uscita sarebbe l'allungamento della finestra mobile per l’accesso alla pensione anticipata, per cui servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno, 41 anni e 10 mesi di contributi, per le donne e in entrambe i casi indipendentemente dal requisito anagrafico.

Con l'allungamento della finestra, che aumenterebbe di tre mesi arrivando così a 6 mesi, si andrebbe in pensione con gli stessi requisiti, ma il primo pagamento si riceverebbe più tardi, per cui molti potrebbero decidere di restare comunque a lavoro per evitare di restare senza assegno mensile.

E si prepara ad aumentare anche il requisito per l'uscita con la pensione anticipata contributiva. Oggi servono, infatti, 64 anni di età e almeno 20 anni di contributi ma da 2027, con il nuovo adeguamento alle speranze di vita, si avrà un incremento di 3 mesi del requisito per la pensione, e saranno richiesti anche più anni di contributi.

Diminuiscono anche gli importi delle pensioni 

Il governo starebbe lavorando anche a riduzioni degli importi delle pensioni, senza però annunci chiari ed espliciti.

Ne è un esempio la Quota 103, che permetterà ancora nel 2025 di uscire a 62 anni di età e con 41 di contributi ma con ricalcolo contributivo, che implica perdite fino al 20% sull’assegno.

Una riduzione degli importi delle pensioni deriva anche dai tagli alle rivalutazioni effettuati nel 2023 e nel 2024. Si stimano, infatti, 585 euro netti in meno per una pensione netta di 1.786 euro nette e 2.769 per una pensione di 2.735 euro nette.

Se si ripetessero i tagli anche per il 2025, nel triennio una pensione netta di 1.732 euro nel 2022 subirà un taglio complessivo di 968 euro, mentre una pensione di 2.029 euro perderà fino a 3.571 euro.