Il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici a causa di debiti con il Fisco entrerà in vigore il primo gennaio 2026: a chi si applicherà, condizioni e limiti
Le nuove disposizioni introdotte dalla Manovra Finanziaria segnano una svolta rispetto alle politiche precedenti di gestione delle pendenze fiscali dei dipendenti pubblici. Attualmente, chi lavora nella pubblica amministrazione e accumula debiti fiscali significativi entra in una fascia di particolare attenzione, con conseguenze dirette sull’erogazione del proprio stipendio e delle relative indennità.
Non tutti i lavoratori pubblici saranno soggetti al nuovo meccanismo. La normativa prevede dei limiti reddituali e di importo del debito che selezionano una fascia ben precisa di soggetti, escludendo chi ha buste paga più basse o pendenze fiscali di entità modesta. In questo modo si mira a tutelare chi si trova in condizioni di temporanea difficoltà, concentrando l’azione nei confronti di chi non ha assolto agli obblighi fiscali più rilevanti.
La norma relativa al blocco stipendio per i dipendenti pubblici in debito con il Fisco entrerà effettivamente in vigore a partire dal 1° gennaio 2026. Da questa data tutte le amministrazioni pubbliche dovranno implementare le verifiche preventive e gestire i casi di dipendenti che superano le soglie fissate per reddito e debito.
È importante evidenziare che la platea dei soggetti interessati dal provvedimento risulta piuttosto circoscritta. Secondo stime ufficiali, il blocco dello stipendio per gli statali riguarderà circa 250.000 individui tra dipendenti pubblici e pensionati, sul totale della forza lavoro del settore pubblico. Il criterio selettivo prevede due filtri obbligatori:
La disciplina del blocco stipendiale prevede un meccanismo automatico di trattenuta sull’emolumento mensile dei dipendenti pubblici e dei pensionati che non abbiano regolarizzato la propria posizione fiscale, a patto che la doppia soglia, sul reddito e sul debito, sia superata. Il calcolo della trattenuta non riguarda soltanto lo stipendio base, ma coinvolge tutte le indennità connesse al rapporto di lavoro pubblico, incluse integrazioni e componenti accessorie.
Lo schema di applicazione può essere così sintetizzato:
Il sistema di controlli informatici, una volta a regime, consentirà alla pubblica amministrazione di individuare tempestivamente i nuovi casi e avviare la procedura di trattenuta, che resterà attiva fino al completo soddisfacimento del debito o alla modifica delle condizioni di reddito e debito che lo hanno generato.
L’applicazione della trattenuta automatica si riferisce a categorie specifiche di pendenze nei confronti dell’Amministrazione finanziaria. Non tutti i debiti, infatti, fanno scattare la procedura, ma solo:
Le amministrazioni pubbliche sono obbligate alla verifica preventiva dello stato debitorio dei propri dipendenti e pensionati, prima di erogare somme superiori alle soglie previste. Il procedimento prende avvio con il riscontro della posizione debitoria tramite cartelle esattoriali e atti equiparabili affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
L’iter pratico segue queste tappe:
Dopo l’avvio della trattenuta, l’erogazione stipendiale subisce una decurtazione proporzionale fino a copertura integrale del debito certificato. L’importo delle trattenute viene stabilito dalla pubblica amministrazione tenendo conto delle percentuali massime di pignorabilità e dei limiti imposti dalla legge a tutela del minimo vitale del lavoratore.
La durata del blocco è strettamente collegata alla rapidità di estinzione del debito: una volta saldato l’importo, la trattenuta si interrompe e il lavoratore torna a percepire l’intera retribuzione. Esistono, inoltre, possibilità di rinegoziare la posizione debitoria, ad esempio accedendo a rateizzazioni o forme di saldo e stralcio, purché la situazione sia regolarizzata con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Nonostante la procedura automatica, il blocco stipendiale non può superare le garanzie previste dalla normativa italiana a salvaguardia della dignità economica del lavoratore. Il codice di procedura civile indica che: