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Da quando si riceveranno aumenti stipendio e arretrati previsti nel CCNL Enti locali 2022-2024 rinnovato

di Marianna Quatraro pubblicato il
quando riceveranno aumenti stipendio CCN

Dopo la preintesa, si attendono le firme definitive del rinnovo del Ccnl Enti Locali 2022-2024 entro la fine del 2025 e gli aumenti degli stipendi e gli arretrati saranno pagati nei primi mesi del 2026

Dopo oltre un anno di attesa e richieste di adeguamento, il nuovo triennio contrattuale 2022-2024 si preannuncia come una tappa fondamentale per il riconoscimento economico del lavoro svolto dal personale degli Enti Locali di Comuni, Province, Regioni e Camere di Commercio. 

Quali aumenti sono previsti per gli stipendi dei dipendenti degli enti locali

L’ipotesi di accordo siglata tra ARAN e sindacati introduce incrementi retributivi significativi per le diverse aree professionali. Gli aumenti medi concordati sono così strutturati:

  • Incremento lordo mensile medio di circa 190 euro a partire dal periodo successivo alla firma;
  • Aumenti progressivi che arrivano fino a 230 euro mensili nel 2026 e a 280 euro a regime nel 2027 per alcune fasce professionali;
  • Questi valori includono parte degli anticipi contrattuali già erogati, come la cosiddetta "indennità di vacanza contrattuale".
Suddividendo le cifre in base alle aree:
Area Aumento medio mensile lordo (€/mese, 13 mensilità)
Funzionari e EQ 141,50
Istruttori 130,41
Operatori Esperti 116,03
Operatori 111,45

Il rinnovo contrattuale prevede anche il rafforzamento del salario accessorio tramite nuovi stanziamenti, collegati sia al fondo di perequazione sia alle risorse che le amministrazioni potranno impegnare per remunerare premi di risultato e produttività. Si segnala inoltre che una quota significativa dell’incremento retributivo deriva dalla traslazione di parte dell’indennità di comparto dall’accessorio al tabellare. Questo produce benefici a cascata in termini di pensione, trattamento di fine servizio e mensilità aggiuntive.

Tuttavia, diverse sigle sindacali sottolineano come, in termini reali, la crescita degli stipendi sia limitata dall’inflazione e dal fiscal drag, con l’aumento effettivo spesso inferiore nelle buste paga, specie dopo la detrazione della quota già anticipata negli anni scorsi.

Quando saranno erogati gli aumenti e le tempistiche di pagamento degli arretrati

Dopo la preintesa raggiunta nell’ultimo trimestre dell’anno, la firma definitiva del rinnovo contrattuale è attesa entro la fine del 2025. Una volta completato l’iter (raccolta delle firme, verifica del MEF e passaggio in Corte dei Conti), l’applicazione economica sarà immediata: gli aumenti dovrebbero essere effettivamente accreditati nelle buste paga già dalle mensilità successive alla pubblicazione del CCNL rinnovato, nei primi mesi del 2026.

Le principali scadenze stimabili alla luce delle tempistiche degli ultimi rinnovi sono:

  • Pagamenti degli incrementi stipendiali: entro 2-3 stipendi dalla firma definitiva della parte datoriale e sindacale;
  • Arretrati relativi al periodo 2022-2024: pagamento con unica soluzione, generalmente entro il medesimo mese dell’entrata in vigore degli aumenti;
  • Eventuali aggiustamenti nel salario accessorio o nell’erogazione di premi di risultato: nei mesi successivi, in base alle decisioni delle singole amministrazioni.

Arretrati: importi previsti, criteri di calcolo e date di accredito in busta paga

Nei primi mesi del 2026 avverrà anche il pagamento degli arretrati, ossia la differenza stipendiale non ricevuta durante la vacanza contrattuale, a partire dal 1° gennaio 2022 fino al momento dell’effettiva applicazione dei nuovi aumenti.

Secondo le prime simulazioni e le fonti istituzionali, l’importo medio degli arretrati lordi si attesta intorno a 2.500 euro per ciascun lavoratore, con variazione in base al livello professionale e all’anzianità di servizio.

  • Il calcolo tiene conto delle mensilità non ancora aggiornate alla nuova base tabellare suddivisa per qualifica;
  • Sono inclusi nella somma sia la quota fissa di arretrato sia quella relativa a eventuali premi di risultato non corrisposti;
  • Sono esclusi dal calcolo i periodi nei quali il dipendente si trovava in aspettativa non retribuita o non in servizio.
Le somme saranno accreditate in un’unica soluzione straordinaria nella stessa busta paga in cui compariranno i nuovi stipendi. La gestione amministrativa, come da prassi, prevede l’applicazione della tassazione ordinaria, ma con specifiche agevolazioni per evitare “salti” di aliquota dovuti a importi una tantum elevati. I lavoratori che hanno cambiato qualifica o ente durante il triennio vedranno calcolato l’arretrato in base ai singoli periodi di competenza.

Le novità introdotte dal rinnovo del contratto: fondo di perequazione e impatti sul salario accessorio

Il rinnovo del CCNL presenta importanti passi avanti sul tema dell’equità e valorizzazione del lavoro pubblico locale. Tra le novità più rilevanti si distingue l’istituzione di un fondo di perequazione, con una dotazione prevista compresa tra 100 e 150 milioni di euro. Questo fondo nasce con lo scopo di:

  • Ridurre le disparità retributive tra enti in base alle capacità di bilancio;
  • Consentire agli enti locali con risorse limitate di aumentare la parte accessoria della retribuzione;
  • Consolidare le retribuzioni di produttività tramite premi e incentivi che possano colmare il divario con altri comparti pubblici, soprattutto nelle aree territoriali dove il costo della vita è superiore e la concorrenza del settore privato è più accentuata.
Il fondo di perequazione rappresenta, quindi, uno strumento essenziale per garantire uniformità economica tra i dipendenti pubblici, fornendo una risposta concreta alle richieste delle rappresentanze sindacali e delle amministrazioni con limitate capacità finanziarie.

Il confronto tra gli aumenti del comparto Enti Locali e quelli degli altri settori pubblici

Uno dei temi centrali del rinnovo riguarda la storica distanza salariale tra chi opera nelle funzioni locali e chi è impiegato presso Ministeri o altri comparti della Pubblica Amministrazione. L’analisi comparativa delle retribuzioni mette in evidenza differenze significative:

  • Nel comparto Ministeri, ad esempio, il rinnovo 2022-2024 ha previsto aumenti medi mensili intorno a 165 euro per tredici mensilità, con retribuzioni annue lorde decisamente superiori rispetto ai valori delle funzioni locali;
  • Per i livelli di qualifica più elevati, il differenziale annuo può arrivare a superare gli 11.000 euro tra un funzionario degli enti locali e uno delle amministrazioni centrali;
  • L’introduzione del fondo di perequazione negli enti locali mira proprio a ricucire almeno in parte questa forbice, ma il differenziale rimane ampio, soprattutto se rapportato all’aumento del costo della vita.
Settore Aumento medio mensile lordo (€) Arretrato medio stimato (€)
Enti locali 190-280 2.500
Ministeri (Funzioni centrali) 165 1.000
Sanità tra 150 e 200 variabile
La tabella mostra la permanenza di uno strutturale squilibrio salariale tra comparti. Sebbene i nuovi aumenti rappresentino un passo positivo, le principali associazioni di categoria continuano a richiedere interventi strutturali per una reale equiparazione.

 



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