Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Tassazione ridotta solo al 5% anche per i contratti rinnovati con effetto retroattivo: per chi vale e calcolo aumento importi

di Marcello Tansini pubblicato il
tassazione ridotta 5 percento contratti

Tassazione ridotta al 5% sugli aumenti contrattuali derivanti dai rinnovi del Ccnl conclusi tra il 2025 e il 2026: per chi vale e i vantaggi calcolati

Un'importante novità fiscale interesserà i lavoratori dipendenti nei prossimi due anni, grazie alle nuove disposizioni inserite nella Manovra finanziaria in corso di approvazione: si tratta della tassazione agevolata sui soli aumenti retributivi derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi firmati tra il 2025 e il 2026. Questi incrementi salariali saranno tassati con un’aliquota separata pari al 5%, sostitutiva dell’ordinaria IRPEF. 

Cos’è la detassazione sugli aumenti retributivi: principi e normativa

La "detassazione" sugli aumenti retributivi prevede un’agevolazione fiscale stabilita per premiare gli incrementi salariali nati da contrattazione collettiva. Secondo quanto disposto dalla legge, solo la quota di stipendio frutto di un rinnovo contrattuale, e quindi aggiuntiva rispetto alla retribuzione preesistente, potrà essere tassata con un’aliquota del 5%. Il resto della retribuzione continuerà a subire l’imposizione ordinaria.

La ratio di questa soluzione è duplice:

  • favorire la ripresa della contrattazione collettiva in settori in cui i rinnovi sono bloccati da tempo;
  • incentivare il miglioramento delle condizioni economiche dei lavoratori a basso reddito.
Sul piano normativo, la disciplina è contenuta all’interno della Manovra 2026, che in materia di lavoro prevede:
  • l’applicazione del 5% di tassazione separata esclusivamente sugli aumenti retributivi determinati da accordi collettivi sottoscritti nel periodo 2025-2026;
  • l'applicazione della misura solo sui redditi entro i 28.000 euro annui;
  • l’esclusione di altri componenti accessori della remunerazione salvo quanto previsto specificamente dalla legge.

A chi si applica la tassazione ridotta: requisiti, limiti di reddito e categorie escluse

L’accesso alla tassazione del 5% sugli aumenti contrattuali è sottoposto al rispetto di precisi criteri definiti dalla normativa:
  • Reddito lordo annuo non superiore a 28.000 euro: la platea potenzialmente interessata è costituita dai dipendenti, sia a tempo indeterminato che determinato, con una retribuzione complessiva nell’anno non superiore alla soglia indicata;
  • Settore privato: l'agevolazione è riservata ai rapporti di lavoro instaurati nel comparto privato;
  • Aumenti derivanti esclusivamente da rinnovi di contratti collettivi nazionali: restano esclusi aumenti salariali determinati da adeguamenti automatici all’inflazione o da fonti diverse dalla contrattazione collettiva;
  • Categorie escluse: non sono inclusi lavoratori del pubblico impiego, la cui disciplina segue un percorso differente e non prevede, per gli aumenti arretrati del 2025, il beneficio della tassazione separata al 5%;
  • Non cumulabilità con altre agevolazioni similari: qualora il lavoratore benefici di altri regimi fiscali agevolati sugli stessi aumenti, la tassazione ridotta non si applica.
Fra gli esclusi figurano i dipendenti pubblici, che resteranno soggetti al regime ordinario di tassazione IRPEF per quanto concerne gli incrementi contrattuali percepiti fino alla fine dell’anno precedente. Unica eccezione per i lavoratori pubblici è rappresentata dagli aumenti riconosciuti tramite contratti rinnovati ex novo nel biennio, ma in tale ambito l’effetto non sarà retroattivo come nel privato.

In sintesi, la misura si rivolge concretamente ai lavoratori dipendenti privati, appartenenti a tutte le categorie e settori, purché rientrino nei limiti di reddito e abbiano maturato aumenti salariali in forza di rinnovi CCNL siglati dopo il 1° gennaio 2025.

Effetto retroattivo e decorrenza della misura: contratti rinnovati nel 2025 e 2026

E' importante sottolineare che la nuova disciplina ha effetto retroattivo in ambito privato. Il beneficio della tassazione separata al 5%, infatti, non si limita solo agli incrementi retributivi derivanti da rinnovi sottoscritti nel 2026, ma si estende anche a quelli negoziati durante tutto il 2025.

Il vantaggio effettivo per i lavoratori già destinatari di rinnovi nel 2025 si concretizzerà a partire dal 2026, data di avvio dell’applicazione dello sgravio. Questo significa che, anche se il contratto collettivo è stato firmato e ha prodotto effetti economici già nel 2025, la quota di aumento sarà soggetta alla tassazione ridotta a partire dall’anno successivo, evitando così disparità tra lavoratori che hanno beneficiato del rinnovo prima o dopo l’approvazione della manovra.

  • I rinnovi avvenuti nei mesi precedenti del 2025 saranno trattati fiscalmente alla pari di quelli del 2026;
  • I pagamenti o gli arretrati riferiti ad aumenti concessi nei rinnovi del 2025 sono compresi nell’agevolazione se il lavoratore rientra nei requisiti di legge.
Questa scelta legislativa mira a premiare in modo uniforme tutti i lavoratori che hanno contribuito al rilancio della contrattazione collettiva nel periodo transitorio verso la piena efficacia della nuova disciplina.

Come si calcola l’aumento netto in busta paga: esempi pratici e casi reali

Il calcolo del vantaggio per il lavoratore dipendente consiste nel confrontare la differenza tra l’ordinaria tassazione sugli aumenti retributivi e quella prevista dal nuovo regime del 5%. Di seguito, alcuni esempi applicativi per chiarire l’incidenza dell’agevolazione:

Caso Aumento lordo mensile (euro) Aliquota IRPEF ordinaria (%) Netto mensile pre riforma (euro) Netto mensile post detassazione (euro) Vantaggio mensile (euro)
Lavoratore CCNL privato, reddito 24.000 euro, rinnovo 2025 100 23 77 95 18
Lavoratore settore manifatturiero, reddito 26.000 euro, rinnovo 2026 150 23 116 142,5 26,5
Industria Chimica, reddito 27.500 euro, rinnovo 2025 120 23 92,4 114 21,6

I vantaggi sono evidenti: sul medesimo aumento lordo, il passaggio dall’aliquota IRPEF del 23% alla tassazione separata del 5% comporta una quota netta percepita significativamente maggiore rispetto al passato. Nei casi in cui l’aumento sia superiore, il vantaggio diventa ancora più rilevante nel complesso annuo, soprattutto per chi si colloca vicino alla soglia massima dei 28.000 euro.

Detassazione e contrattazione collettiva: quali aumenti sono inclusi o esclusi

L’agevolazione fiscale riguarda soltanto gli incrementi retributivi risultanti da specifiche modalità di accordo sindacale. Sono dunque incluse nel beneficio le somme derivanti da rinnovi di CCNL formalmente sottoscritti tra le parti sociali (imprese e sindacati) e con effetti economici decorrenza 2025 o 2026.

Sono invece esclusi dalla platea degli importi detassabili:

  • gli adeguamenti salariali automatici collegati all’indice IPCA, utilizzati per compensare l’inflazione ma non oggetto di contrattazione attiva;
  • gli aumenti riconosciuti in virtù di clausole di legge, prassi amministrative o decisioni unilaterali dell’azienda;
  • le componenti accessorie o i fringe benefit, se non strettamente connessi all’accordo sindacale per rinnovo retributivo.
Il fine della normativa è rafforzare il ruolo della contrattazione collettiva come strumento di reale avanzamento economico, riconoscendo solo agli accordi frutto di dialogo tra imprese e lavoratori il diritto all’agevolazione. Restano esclusi quindi quei settori in cui i minimi retributivi vengono aggiornati solo per meccanismi automatici o indice di prezzi al consumo.

Focus: il rinnovo del CCNL Industria Chimica e i vantaggi della detassazione

Il comparto chimico è stato uno dei primi a beneficiare dell’avanzamento della nuova disciplina. Il rinnovo del relativo contratto collettivo nazionale ha previsto, per il biennio 2025-2026, aumenti medi mensili a partire da 110 euro lordi per le figure operaie e impiegatizie.

In presenza di redditi entro i 28.000 euro, questi incrementi risultano completamente assoggettati al nuovo regime, permettendo un netto maggiore in busta paga per ogni mese di validità del contratto rinnovato.

Figura Aumento lordo previsto (euro) Stipendio netto ante riforma (euro) Netto con detassazione al 5% (euro) Incremento netto (euro)
Operaio/Impiegato (CCNL Chimica) 110 84,7 104,5 19,8
Quadro 140 107,8 133 25,2

Considerando una durata pluriennale del rinnovo, il benefit annuo può arrivare a oltre 200 euro in più nel complesso per il solo 2026



Leggi anche