Tassazione ridotta al 5% sugli aumenti contrattuali derivanti dai rinnovi del Ccnl conclusi tra il 2025 e il 2026: per chi vale e i vantaggi calcolati
Un'importante novità fiscale interesserà i lavoratori dipendenti nei prossimi due anni, grazie alle nuove disposizioni inserite nella Manovra finanziaria in corso di approvazione: si tratta della tassazione agevolata sui soli aumenti retributivi derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi firmati tra il 2025 e il 2026. Questi incrementi salariali saranno tassati con un’aliquota separata pari al 5%, sostitutiva dell’ordinaria IRPEF.
La "detassazione" sugli aumenti retributivi prevede un’agevolazione fiscale stabilita per premiare gli incrementi salariali nati da contrattazione collettiva. Secondo quanto disposto dalla legge, solo la quota di stipendio frutto di un rinnovo contrattuale, e quindi aggiuntiva rispetto alla retribuzione preesistente, potrà essere tassata con un’aliquota del 5%. Il resto della retribuzione continuerà a subire l’imposizione ordinaria.
La ratio di questa soluzione è duplice:
In sintesi, la misura si rivolge concretamente ai lavoratori dipendenti privati, appartenenti a tutte le categorie e settori, purché rientrino nei limiti di reddito e abbiano maturato aumenti salariali in forza di rinnovi CCNL siglati dopo il 1° gennaio 2025.
E' importante sottolineare che la nuova disciplina ha effetto retroattivo in ambito privato. Il beneficio della tassazione separata al 5%, infatti, non si limita solo agli incrementi retributivi derivanti da rinnovi sottoscritti nel 2026, ma si estende anche a quelli negoziati durante tutto il 2025.
Il vantaggio effettivo per i lavoratori già destinatari di rinnovi nel 2025 si concretizzerà a partire dal 2026, data di avvio dell’applicazione dello sgravio. Questo significa che, anche se il contratto collettivo è stato firmato e ha prodotto effetti economici già nel 2025, la quota di aumento sarà soggetta alla tassazione ridotta a partire dall’anno successivo, evitando così disparità tra lavoratori che hanno beneficiato del rinnovo prima o dopo l’approvazione della manovra.
Il calcolo del vantaggio per il lavoratore dipendente consiste nel confrontare la differenza tra l’ordinaria tassazione sugli aumenti retributivi e quella prevista dal nuovo regime del 5%. Di seguito, alcuni esempi applicativi per chiarire l’incidenza dell’agevolazione:
| Caso | Aumento lordo mensile (euro) | Aliquota IRPEF ordinaria (%) | Netto mensile pre riforma (euro) | Netto mensile post detassazione (euro) | Vantaggio mensile (euro) |
| Lavoratore CCNL privato, reddito 24.000 euro, rinnovo 2025 | 100 | 23 | 77 | 95 | 18 |
| Lavoratore settore manifatturiero, reddito 26.000 euro, rinnovo 2026 | 150 | 23 | 116 | 142,5 | 26,5 |
| Industria Chimica, reddito 27.500 euro, rinnovo 2025 | 120 | 23 | 92,4 | 114 | 21,6 |
I vantaggi sono evidenti: sul medesimo aumento lordo, il passaggio dall’aliquota IRPEF del 23% alla tassazione separata del 5% comporta una quota netta percepita significativamente maggiore rispetto al passato. Nei casi in cui l’aumento sia superiore, il vantaggio diventa ancora più rilevante nel complesso annuo, soprattutto per chi si colloca vicino alla soglia massima dei 28.000 euro.
L’agevolazione fiscale riguarda soltanto gli incrementi retributivi risultanti da specifiche modalità di accordo sindacale. Sono dunque incluse nel beneficio le somme derivanti da rinnovi di CCNL formalmente sottoscritti tra le parti sociali (imprese e sindacati) e con effetti economici decorrenza 2025 o 2026.
Sono invece esclusi dalla platea degli importi detassabili:
Il comparto chimico è stato uno dei primi a beneficiare dell’avanzamento della nuova disciplina. Il rinnovo del relativo contratto collettivo nazionale ha previsto, per il biennio 2025-2026, aumenti medi mensili a partire da 110 euro lordi per le figure operaie e impiegatizie.
In presenza di redditi entro i 28.000 euro, questi incrementi risultano completamente assoggettati al nuovo regime, permettendo un netto maggiore in busta paga per ogni mese di validità del contratto rinnovato.
| Figura | Aumento lordo previsto (euro) | Stipendio netto ante riforma (euro) | Netto con detassazione al 5% (euro) | Incremento netto (euro) |
| Operaio/Impiegato (CCNL Chimica) | 110 | 84,7 | 104,5 | 19,8 |
| Quadro | 140 | 107,8 | 133 | 25,2 |
Considerando una durata pluriennale del rinnovo, il benefit annuo può arrivare a oltre 200 euro in più nel complesso per il solo 2026.