Il panorama dei pagamenti e dei salari digitali si sta trasformando radicalmente con l'emergere di nuove soluzioni tecnologiche. Mentre la digitalizzazione dei flussi finanziari prende piede, cresce l'interesse per la possibilità di ricevere compensi in asset digitali stabili, noti come stablecoin. In particolare, le imprese globali adottano strumenti innovativi per internazionalizzare le retribuzioni, tagliare costi e velocizzare i processi. In questa nuova realtà, il dibattito su legittimità, opportunità e rischi associati agli stipendi in moneta digitale ancorata a valute fiat coinvolge lavoratori, aziende e professionisti fiscali. Tra regolamentazione europea aggiornata, casi d’uso crescenti e considerazioni pratiche, si analizza come e se sia effettivamente possibile optare per compensi digitali stabili anche in Italia, valutando ogni aspetto con uno sguardo affidabile, analitico e aggiornato.
Cosa sono le stablecoin: funzionamento e tipologie principali
La crescente attrattiva delle valute digitali stabili deriva dalla loro capacità di unire velocità ed efficienza delle blockchain con la sicurezza delle valute tradizionali. Queste cripto-attività sono emesse da soggetti privati e mantenute in rapporto di parità con asset di riferimento come dollaro o euro. Esistono diverse categorie di stablecoin:
- Collateralizzate da valuta fiat: ognuna è coperta da una riserva equivalente depositata in conti bancari o in titoli di Stato liquidi (es. USDT, USDC, EURC). Esse rappresentano la forma più utilizzata per transazioni e pagamenti internazionali grazie a semplicità e trasparenza.
- Collateralizzate da cripto-asset: spesso sovra-collateralizzate con altre criptovalute (come DAI), risultano decentralizzate e sfruttano sistemi di garanzia dinamica, pur rimanendo esposte alla volatilità delle riserve sottostanti.
- Collateralizzate da materie prime: ancorate all’oro o altre commodity (ad es. PAXG), sono impiegate più come riserva di valore che come mezzo di pagamento quotidiano.
- Algoritmiche: mantengono la parità tramite meccanismi programmati che regolano l’offerta e la domanda. Queste soluzioni, pur innovative, risultano meno affidabili e soggette a rischi di de-coupling.
Le stablecoin sono registrate su blockchain pubbliche, garantendo
trasparenza e sicurezza grazie alle caratteristiche della tecnologia DLT. L'emittente, attraverso audit e riserve, assicura la possibilità di rimborso 1:1. Il mercato di queste valute ha superato nel 2025 i 300 miliardi di dollari, dimostrando notevole crescita specialmente tra le aziende attive a livello globale.
Pagare o ricevere lo stipendio in stablecoin in Italia: scenari attuali e casi d’uso
Nel corso degli ultimi 24 mesi il ricorso a pagamenti digitali stabili ha vissuto una espansione senza precedenti tra imprese, freelance e organizzazioni interconnesse a livello internazionale. Secondo recenti dati di settore, oltre il 32% delle aziende con attività transnazionale utilizza oggi asset digitali ancorati a valuta forte per retribuire collaboratori, fornitori e team remoti. La scelta trova ragione in diversi fattori:
- Riduzione dei tempi e dei costi: i tempi per il completamento delle transazioni salariali internazionali diminuiscono da giorni a pochi secondi, con abbattimento delle commissioni rispetto ai bonifici tradizionali.
- Maggiore trasparenza nei flussi, grazie alla tracciabilità nativa della blockchain, che consente verifica in tempo reale da parte di aziende e riceventi.
- Inclusività per lavoratori non bancarizzati o residenti in Paesi con sistemi bancari fragili o valute instabili: il compenso può essere ricevuto su wallet digitali accessibili globalmente.
Piattaforme come Deel, Airwallex, Stripe e PayPal offrono oggi strumenti per erogare salari in stablecoin convertibili all'occorrenza in euro o altre valute. Persino le grandi multinazionali e le aziende attive in settori digitali si stanno dotando di policy e soluzioni di payroll che prevedono opzioni di pagamento in asset stabili.
Non mancano esempi europei: la recente introduzione di stablecoin ancorate all’euro, come EURC conforme alle normative continentali, amplia le prospettive anche per realtà italiane, riducendo la dipendenza dal sistema bancario statunitense e dalle valute straniere. Da menzionare, inoltre, i primi progetti sperimentali condotti da consorzi bancari UE per la distribuzione di moneta tokenizzata destinata a regolamenti finanziari e pagamenti wholesale.
Nell’ambito dei content creator e dei freelance, il recente progetto pilota di Visa permette ai creatori digitali di ricevere compensi direttamente in stablecoin USDC, facilitando il pagamento internazionale e fornendo alternative rapide e accessibili a professionisti transnazionali. Nonostante l’adozione non sia ancora di massa in Italia, i casi d’uso aumentano tra professionisti IT, designer, consulenti e aziende con forza lavoro distribuita.
Stipendio in stablecoin: quadro giuridico e regolamentare in Italia ed Europa
Il tema dei pagamenti salariali in stablecoin tocca in Italia e nell’UE diversi ambiti normativi – da quello del lavoro a quello bancario e tributario, fino alle regole sulle cripto-attività introdotte dal Regolamento (UE) 2023/1114 (MiCA), pienamente efficace dal 2024. Fondamentale è distinguere tra aspetti di liceità dello strumento di pagamento e limiti imposti dalla disciplina della moneta legale.
- La normativa italiana tutela il lavoratore: il salario deve essere corrisposto in euro, tramite strumenti tracciabili (bonifico, assegno, strumenti elettronici), come previsto dalla legge n. 205/2017. Tuttavia, è ammesso il pagamento in natura o con strumenti diversi dall’euro solo per le componenti di retribuzione aggiuntive e su base volontaria/contrattuale, mai per il minimo legale.
- Riconoscimento della validità delle stablecoin come asset digitali dal MiCA: la normativa UE regola emissione, riserva, trasparenza e vigilanza dei cosiddetti e-money token (EMT) o asset referenced token (ART), assicurando protezione per gli utenti e stabilendo requisiti di riserva, licenza per gli emittenti e diritto al riscatto 1:1.
- Le stablecoin in Italia non hanno corso legale ma sono utilizzabili – su base volontaria e aggiuntiva – in rapporti privati, inclusi accordi tra datore di lavoro e collaboratore per la componente variabile o extra del salario, purché resti l’opzione di conversione e il rispetto dei minimi.
- La circolare n. 30/E/2023 dell’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti sulla natura giuridica e fiscale delle stablecoin come e-money o asset-referenced token, rinviando alla normativa europea per la disciplina delle transazioni e tassazione.
In sintesi, nel perimetro italiano attuale, può essere concordata la corresponsione di quote opzionali dello stipendio in stablecoin, adattando contrattualistica e policy interne e mantenendo sempre garanzie di tracciabilità e rispetto delle norme su KYC/AML (adeguata verifica della clientela e antiriciclaggio).
Vantaggi e svantaggi dello stipendio in stablecoin rispetto agli euro
La valutazione di compensare i lavoratori con valute digitali stabili presenta benefici concreti ma anche rischi e limiti da considerare attentamente. Si possono riassumere i principali pro e contro come segue:
- Benefici:
- Velocità di trasferimento: le retribuzioni arrivano in pochi minuti, senza intermediari, orari bancari o giorni festivi che ne ritardano l’accredito.
- Riduzione delle commissioni sui pagamenti internazionali, particolarmente rilevante per lavoratori remoti e team in Paesi diversi.
- Piena accessibilità: basta un wallet digitale, senza necessità di conto bancario, favorendo l’inclusione economica dei non bancarizzati.
- Riservatezza e tracciabilità: ogni transazione è pubblica su blockchain, ma i dati personali sono protetti se opportunamente gestiti.
- Migliore controllo sulle proprie risorse digitali, grazie a strumenti di self custody o depositi su fornitori vigilati.
- Svantaggi e rischi:
- Mancanza di corso legale in Italia: per il salario base deve comunque essere previsto accredito in euro; pagamenti in asset digitali sono possibili solo per extra o benefit volontari.
- Rischi di natura tecnologica o di custodia: perdita delle chiavi private, attacchi informatici o errori nella selezione della rete possono causare la perdita dell’importo ricevuto.
- Possibili oscillazioni residui del valore (se il sistema di riserva non è solido), anche se minime rispetto alle criptovalute tradizionali.
- Quadro fiscale ancora in parte incerto per alcune tipologie di stablecoin e per la disciplina effettiva delle conversioni e delle plusvalenze.
- Mancanza di assicurazione sui depositi tipica dei conti bancari europei.
Tali elementi impongono sia agli emittenti che ai destinatari di valutare attentamente
partner di custodia, modalità contrattuali e livello di informazione finanziaria prima dell’adesione a modelli retributivi digitali.
Aspetti pratici: richiesta, conversione e fiscalità dello stipendio in stablecoin
Un tema centrale riguarda le modalità operative per chiedere, ricevere e eventualmente convertire compensi digitali:
- Le richieste di pagamento in stablecoin vanno sempre formalizzate, attraverso accordi individuali o policy aziendali che prevedano le quote e le tempistiche per la corresponsione, mai sostitutiva della retribuzione minima in euro.
- La conversione in euro può essere gestita dal lavoratore tramite exchange regolamentati o provider di servizi crypto autorizzati, scegliendo la rete blockchain e monitorando tempistiche/costi.
- La fiscalità dipende dalla natura della stablecoin utilizzata. Se classificata come EMT (es. USDC conforme a MiCA), lo scambio tra diverse cripto-attività potrebbe generare plusvalenze tassabili, secondo quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 30/E/2023.
- Per i compensi pagati in stablecoin, il corrispettivo imponibile deve essere sempre indicato in euro in busta paga e dichiarazioni fiscali, così da garantire trasparenza e facilità di verifica delle somme versate e trattenute a fini previdenziali e fiscali.
- Eventuali plusvalenze derivanti dalla successiva conversione in euro o in altra valuta saranno soggette a tassazione se producono un incremento di valore rispetto al notional originale.
- La situazione normativa è in evoluzione: sono attese nuove interpretazioni e ulteriori chiarimenti da parte delle autorità fiscali italiane nei prossimi mesi.
Nell’impostare modelli di payroll misto, le aziende possono prevedere strumenti per facilitare la conversione automatica e l’onboarding, sfruttando i servizi di piattaforme legittimate e vigilate in Italia e in ambito UE.
Prospettive future e scenari di evoluzione in Italia e in Europa
L’evoluzione del quadro normativo europeo e la rapida crescita dell’adozione a livello globale fanno presagire un incremento della diffusione dei pagamenti digitali stabili anche nel mercato italiano. Con l’entrata in vigore del regolamento MiCA e lo sviluppo di stablecoin ancorate all’euro da parte di consorzi bancari europei, aumentano le alternative sicure e regolamentate sia per le imprese che per i lavoratori.
Le banche e le istituzioni finanziarie stanno progressivamente offrendo servizi business-to-business con wallet dedicati, on/off-ramp integrati e strumenti di conversione istantanea, promuovendo nuovi modelli retributivi per freelancers, creators e dipendenti in remote working distribuito.
L’impatto atteso riguarda:
- Crescita della trasparenza e della tracciabilità nei pagamenti internazionali, che può favorire riduzione delle frodi e maggiore controllo sui flussi transfrontalieri.
- Possibile sviluppo di euro digitali di banca centrale, complementari alle stablecoin private, come ulteriore strumento di innovazione nei servizi finanziari al dettaglio e wholesale.
- Necessità di educazione finanziaria e aggiornamento normativo costante, per garantire a utenti e aziende strumenti semplici, sicuri e regolati.
È verosimile che il prossimo futuro vedrà l’affermarsi di
pagamenti misti – euro e stablecoin – e la nascita di prodotti assicurativi e di custodia più evoluti in sinergia tra banche, fintech e società crypto compliant.
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