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Tasse e giovani lavoratori, come funziona la Start Tax e incentivo basato su formazione possibili in Manovra Finanziaria

di Marianna Quatraro pubblicato il
Tasse giovani lavoratori Start Tax manov

Una tassazione agevolata e riduzione progressiva e per fasce d'età dell'Irpef dovuta: cosa prevede la nuova Start Tx proposta per i giovani da inserire nella prossima Manovra 2026

Il sistema fiscale italiano, da anni al centro di dibattiti istituzionali e sociali, si trova oggi dinanzi a una proposta che mira a cambiare radicalmente il rapporto tra giovani e tassazione: la cosiddetta Start Tax. Presentata da Matteo Renzi durante la convention "Leopolda", questa misura si inserisce nel contesto di una crescente preoccupazione per l’emigrazione dei giovani qualificati e il progressivo indebolimento della capacità economica delle nuove generazioni. 

Negli ultimi anni, l’Italia ha infatti assistito a una "fuga dei cervelli" sempre più marcata, con quasi 200.000 giovani che hanno scelto di lavorare all’estero solo nell’ultimo anno, causando non solo una perdita di competenze ma anche un danno economico e sociale dovuto agli investimenti pubblici nella formazione. L’idea di base della proposta si fonda sulla volontà di trattenere i talenti in patria attraverso un significativo alleggerimento della pressione tributaria. 

Cos’è la Start Tax: meccanismo e finalità della tassazione agevolata per i giovani

La proposta della Start Tax si configura come un regime di tassazione progressivamente agevolata riservato ai giovani lavoratori tra i 18 e i 35 anni, con l’obiettivo di incrementare il loro potere d’acquisto e incentivare la permanenza lavorativa in Italia. Il meccanismo, sviluppato in collaborazione con l’economista Tommaso Nannicini, si distingue per la novità di integrare il criterio dell’età anagrafica a quello reddituale nella determinazione dell’Irpef dovuta.

Il principio fondante può essere sintetizzato così: minore è l’età del lavoratore, più consistente è il beneficio fiscale riconosciuto. Secondo lo schema proposto, la riduzione fiscale si articola in maniera progressiva e graduata, rendendo la misura dinamica rispetto all’invecchiamento della platea beneficiaria. 

Al centro della proposta anche l’idea che la fiscalità possa diventare uno strumento di crescita sociale: si mira, da un lato, a ridurre la pressione fiscale su chi affronta precarietà e difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro e, dall’altro, a rendere più competitivo il sistema rispetto ai Paesi che oggi attraggono i nostri migliori talenti. 

Gli scaglioni d’età, la riduzione Irpef e l’impatto economico sulle giovani generazioni

La Start Tax prevederebbe sgravi fiscali in base a specifici scaglioni d’età. Secondo la proposta:

  • 50% di riduzione dell’Irpef per lavoratori fino a 25 anni
  • 30% di riduzione per coloro che hanno tra 26 e 30 anni
  • 20% di riduzione per la fascia d’età tra 31 e 35 anni
A partire dal compimento del 36esimo anno, la tassazione tornerebbe nella sua configurazione ordinaria. La distribuzione dei benefici, così progettata, tende a favorire principalmente coloro che si affacciano al mercato del lavoro e devono fronteggiare precarietà, basse retribuzioni e difficoltà di stabilizzazione.

In termini economici, l’impatto atteso si riflette nell’aumento del reddito disponibile per i giovani lavoratori, fino al dimezzamento dell’imposta nei primi anni di attività. 

Tabella riepilogativa: riduzione Irpef per fascia d’età

Fascia d’età Riduzione Irpef
Fino a 25 anni 50%
26-30 anni 30%
31-35 anni 20%

Il legame tra Start Tax e merito formativo: incentivi basati sulla formazione

Un aspetto innovativo della proposta è rappresentato dalla correlazione tra benefici fiscali e percorso formativo. L’iniziativa introduce la possibilità di prolungare l’accesso all’aliquota agevolata in funzione del merito: chi intraprende studi accademici o percorsi di formazione specialistica potrebbe godere di una riduzione della tassazione per un periodo maggiore rispetto ai coetanei con percorsi più brevi.

Il principio, ribadito dal promotore della misura, è che "chi studia di più paga meno tasse più a lungo". Si tratta di un incentivo orientato a valorizzare l’investimento individuale in formazione e a riconoscere l’importanza delle competenze, favorendo allo stesso tempo la crescita di un capitale umano più qualificato. In concreto, la durata dei vantaggi fiscali sarebbe commisurata alla durata degli studi universitari o di corsi post-diploma riconosciuti.

Obiettivi della riforma: contrasto alla fuga dei cervelli e rilancio del potere d’acquisto

L’introduzione della Start Tax si inserisce in una strategia di contrasto al fenomeno migratorio dei giovani italiani verso l’estero, un flusso che negli ultimi anni ha raggiunto livelli record. I numeri relativi al saldo negativo tra giovani che lasciano il Paese e quelli che rientrano sono allarmanti e riflettono non solo una crisi di opportunità, ma anche la percezione di un sistema incapace di riconoscere il valore delle nuove generazioni.

Collegando gli sgravi fiscali al lavoro e alla formazione, la proposta mira a rilanciare il potere d’acquisto dei giovani, favorendo la costruzione di una stabilità economica e personale in Italia. L’intento è duplice:

  • Incentivare la permanenza dei talenti formatisi nel sistema accademico italiano
  • Restituire fiducia in un mercato del lavoro che, negli ultimi anni, ha sofferto di cronica precarietà e salari stagnanti. 

 

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