Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Tasse su alimenti, un nuovo balzello in arrivo da Ue: per quali cibi, percentuale possibile, da quando e motivi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Nuove tasse sul cibo

Una nuova tassa sugli alimenti ultraprocessati proposta dall'Unione Europea potrebbe incidere sia sulle abitudini dei consumatori che sull'offerta dei produttori, sollevando dibattiti.

Nel panorama europeo della salute pubblica, la Commissione Europea sta valutando una misura fiscale innovativa mirata agli alimenti ultraprocessati, coinvolgendo l'industria alimentare e i consumatori. La proposta nasce dall'urgenza di contrastare l'aumento di patologie legate all'alimentazione, fra cui malattie cardiovascolari, obesità e diabete. Si tratta della possibile introduzione di una nuova imposta, che secondo diverse fonti istituzionali e normative andrebbe a colpire quei prodotti caratterizzati da un'elevata manipolazione industriale e da una presenza significativa di grassi, zuccheri e sale.

Le discussioni in corso sono sostenute da studi scientifici di ampia portata e si inseriscono in una strategia europea più ampia per la prevenzione e la promozione di abitudini alimentari sane. L'obiettivo dichiarato delle autorità comunitarie è ridurre l'impatto sanitario ed economico derivante dall'eccessivo consumo di cibi industriali elaborati, mirando a influenzare positivamente le scelte alimentari dei cittadini e a incentivare l'industria a ripensare formulazioni e processi produttivi.

Cosa sono gli alimenti ultraprocessati e perché sono nel mirino della Ue

Gli alimenti ultraprocessati identificano una vasta categoria di prodotti di largo consumo provenienti da processi industriali intensivi che alterano profondamente la composizione originale degli ingredienti. Si possono ritrovare sulle tavole quotidiane sotto forma di snack, merendine, piatti pronti, bevande zuccherate e confezionate, gelati, prodotti dolciari confezionati e pietanze surgelate facili da consumare senza preparazione.

L'elemento distintivo di questi prodotti è l'elevato contenuto di ingredienti non naturali: aromi artificiali, emulsionanti, conservanti, coloranti, zuccheri aggiunti, grassi saturi e sale in quantità rilevanti. Oltre all'impoverimento nutrizionale queste formulazioni possono nascondere rischi per la salute, non sempre percepiti dai consumatori, anche a causa di una presentazione accattivante o di una percezione distorta come cibi salutari.

I dati riportati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che l'eccessivo consumo di cibi ultraprocessati è correlato a un aumento significativo di disturbi metabolici, tra cui obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e persino cancro. Nei Paesi dell'Unione Europea, la diffusione di questi prodotti ha raggiunto livelli tali da rappresentare una quota considerevole dell'apporto calorico medio giornaliero, superando il 40% in diversi Stati.

La Commissione europea inquadra pertanto la diffusione dei cibi ultraprocessati come un problema prioritario di salute pubblica, ribadendo la necessità di intervenire con strumenti regolatori e fiscali che stimolino scelte più salutari anche in virtù del crescente impatto di queste patologie sui sistemi sanitari nazionali:

  • Malattie cardiovascolari: principali cause di mortalità nel continente
  • Obesità e diabete: patologie croniche in forte crescita
  • Difficoltà di riconoscimento: spesso i consumatori ignorano la reale natura dei prodotti

Come funzionerebbe la nuova tassa: criteri, aliquote e misurazione

Diversamente dalle imposte sugli zuccheri o sui grassi, la proposta Ue prevede una tassazione proporzionale al grado di trasformazione dei prodotti. Non verrebbero quindi considerati soltanto i contenuti di zuccheri, sale o grassi, ma il prelievo fiscale sarebbe calcolato sul livello complessivo di elaborazione industriale dell'alimento.

Per definire in modo oggettivo l'appartenenza di un prodotto alla categoria degli ultraprocessati, la Commissione intende adottare indicatori scientifici standardizzati. Sono previsti strumenti di classificazione già impiegati a livello accademico in Europa e sistemi di misurazione dello stadio di lavorazione, analoghi a quelli utilizzati nello studio "Truefood".

Le aliquote effettive, ancora oggetto di discussione ma che non dovrebbero raggiungere la doppia cifra, dovranno essere stabilite da atti regolamentari successivi. Ulteriori dettagli del funzionamento sono:

  • Tassazione graduale: maggiore è la trasformazione industriale, più elevata risulta l'addizionale fiscale
  • Sistemi di misurazione trasparenti: utilizzo di criteri oggettivi per valutare la presenza di ingredienti non naturali e additivi
  • Nuova etichettatura: possibile introduzione di indicazioni specifiche sul packaging per informare i consumatori dell'incidenza della tassa
Questa impostazione innovativa rispetto alla "sugar tax" mira a fornire uno strumento più flessibile ed efficace, capace sia di orientare i produttori verso formulazioni più salutari sia di migliorare la conoscenza del pubblico sulle proprie scelte alimentari.

Obiettivi e motivazioni della tassa: salute pubblica e sostenibilità del sistema sanitario

I motivi alla base della nuova iniziativa sono principalmente sanitari, ma non solo: l'introduzione di una imposta proporzionata sugli alimenti ultraprocessati risponde sia all'esigenza di ridurre il numero di patologie legate all'alimentazione, sia a quella di garantire la sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari nazionali sempre più gravati dai costi delle malattie croniche.

Secondo le stime della Commissione Europea, le malattie cardiovascolari rappresentano oggi la principale causa di morte nell'Unione, con un impatto economico che supera i 280 miliardi di euro annui. La letteratura scientifica evidenzia come politiche di disincentivo fiscale siano già riuscite in diversi Paesi a ridurre il consumo di alimenti ad alto rischio come snack e bevande zuccherate.

Gli obiettivi a medio termine della proposta includono:

  • Riduzione della mortalità per cause alimentari del 20% entro il 2035
  • Diagnosi e controllo dell'ipertensione nel 70% dei casi
  • Controllo di obesità e diabete nell'80% dei soggetti a rischio
L'intervento fiscale non è solo una misura per le casse pubbliche, ma rappresenta soprattutto uno strumento di prevenzione: incentiva i cittadini verso scelte dietetiche migliori e spinge le aziende alla riformulazione dei prodotti. I ricavi derivanti dalla nuova imposta saranno reinvestiti esclusivamente nella sanità pubblica europea.

Impatto su consumatori e produttori: cosa cambierà nella spesa e nell'offerta alimentare

L'introduzione di un'imposta sugli alimenti altamente trasformati avrà effetti diretti sull'intero comparto alimentare.

Per i consumatori il principale cambiamento consisterà nell'aumento dei prezzi per snack, piatti pronti, merendine e tutte quelle categorie che presentano livelli di trasformazione e additivi elevati. L'effetto atteso è una riduzione della domanda di questi prodotti, a fronte di una possibile maggiore convenienza degli alimenti freschi o minimamente lavorati. Anche la trasparenza sugli scaffali aumenterà, grazie all'introduzione di nuove etichette che segnaleranno la presenza e il peso della tassa.

Per le industrie alimentari le conseguenze si annunciano di portata significativa: sarà necessaria la riformulazione di ricette al fine di ridurre zuccheri, grassi e sale, con l'aggiunta del bisogno di adeguare l'intero ciclo produttivo a criteri più rigidi e verificabili. Si tratta di una sfida, ma anche di un'opportunità per innovare e migliorare i prodotti offerti:

Settore

Principale impatto previsto

Consumatori

Possibile incremento del prezzo di cibi ultraprocessati, maggiore attenzione alla qualità alimentare

Industria alimentare

Necessità di revisione delle formulationi, introduzione di nuove pratiche produttive

Grande distribuzione

Obbligo di fornire informazioni più chiare su etichettatura e pricing

A livello sociale, è prevedibile una mobilitazione delle associazioni dei consumatori e dei produttori per chiedere che la tassa sia accompagnata da misure compensative, soprattutto a favore delle fasce più vulnerabili.

Stati europei: esempi precedenti e differenze rispetto alla sugar tax e fat tax

L'esperienza internazionale testimonia l'efficacia di imposte mirate sulla salute alimentare. In undici Stati membri dell'Unione Europea sono già in vigore forme di tassazione su prodotti alimentari non salutari. Ad esempio:

  • Ungheria: imposta su prodotti con alto contenuto di sale e zuccheri
  • Belgio: prelievo sulle bevande zuccherate
  • Danimarca: pioniera della fat tax, poi abrogata ma ritenuta modello per future iniziative europee
Rispetto alla sugar tax e alla fat tax, la proposta Ue attuale presenta sostanziali differenze: mentre le precedenti tasse erano legate esclusivamente al contenuto di zuccheri o grassi, il nuovo sistema si basa su una valutazione complessiva del grado di trasformazione industriale del prodotto. Le esperienze raccolte nei Paesi pilota hanno permesso una riduzione effettiva del consumo di bevande zuccherate e snack ultraprocessati e una spinta alla riformulazione dei prodotti da parte dei produttori.

Il percorso verso l'adozione ufficiale della nuova imposta è già iniziato, anche se la bozza rientra ancora nella fase dei lavori preparatori della Commissione Europea. Il calendario indicativo prevede alcune tappe fondamentali:

  • Dicembre 2025: presentazione ufficiale del Piano europeo per la salute cardiovascolare da parte della Commissione
  • 2026: probabile presentazione della proposta legislativa per l'imposta armonizzata sugli alimenti ultraprocessati
  • Approdo al Parlamento e al Consiglio UE: verifica, discussione e possibile approvazione definitiva
La data di entrata in vigore dipenderà dalla rapidità dell'iter politico e dall'accoglienza da parte degli Stati membri. Stando alle ultime indiscrezioni, non si può escludere un debutto già nel 2026, se il clima politico lo permetterà. La reale introduzione sarà comunque subordinata anche a negoziati sul piano fiscale e all'adattamento dei mercati.


Leggi anche