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Guida al calcolo delle pensioni per le diverse tipologie e sistemi con simulazioni ed esempi

Quali sono le regole di calcolo della pensione finale a seconda della tipologia che si sceglie per uscire e quanto si puň ottenere: gli esempi

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Guida al calcolo delle pensioni per le d

Analizzare come si calcola la pensione finale in base alle diverse tipologie rappresenta un passaggio essenziale per chi desidera preparare la propria uscita dal mondo del lavoro con consapevolezza.

Il sistema previdenziale italiano si caratterizza per la presenza di molteplici modalità di accesso alla pensione e regole differenti in funzione dei periodi contributivi, delle età, e delle tipologie di pensionamento previste dalla normativa vigente.

Il sistema pensionistico italiano: sistemi, principi di base e di calcolo

L’architettura delle pensioni in Italia si fonda sull’obbligatorietà della contribuzione e su tre principali sistemi per il calcolo dell’importo spettante: sistema retributivo, sistema contributivo e sistema misto

  • Sistema retributivo: premia le carriere continue, basandosi sulla media degli ultimi stipendi.
  • Sistema contributivo: l’assegno pensionistico viene calcolato sul totale dei contributi versati, adeguato all’età di uscita dal lavoro attraverso i coefficienti di trasformazione.
  • Sistema misto: combina entrambi i metodi; applicato a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 senza raggiungere i 18 anni di contribuzione a quella data.

Il sistema retributivo considera la media delle retribuzioni percepite negli ultimi 5 o 10 anni di carriera e il numero degli anni lavorati, attraverso specifici coefficienti di rendimento.

Il sistema contributivo utilizza il montante contributivo accumulato, rivalutato annualmente in base al PIL nazionale, che viene trasformato in pensione annua tramite l’applicazione del coefficiente di trasformazione relativo all’età del pensionamento 

Per chi presenta periodi lavorativi sia precedenti che successivi al Primo gennaio 1996, si applica il sistema misto: ogni quota della pensione viene calcolata secondo il metodo vigente nei rispettivi periodi.

Calcolo della pensione: metodi retributivo, contributivo e misto

Il procedimento alla base del calcolo dell’assegno previdenziale in Italia si articola, dunque, sui tre metodi retributivo, contributivo e misto. Ognuno di questi sistemi segue regole specifiche:

  • Sistema retributivo
    La pensione retributiva si basa sul calcolo della media delle retribuzioni percepite in un periodo di riferimento, solitamente gli ultimi 5 o 10 anni di lavoro, in relazione agli anni di contribuzione. Viene utilizzata una aliquota di rendimento per ogni anno (di solito intorno al 2% per anno pieno), applicata alla retribuzione media. Per esempio, con 35 anni di contributi e una media retributiva di 30.000 euro, l’aliquota totale (2% x 35 = 70%) porta la pensione annua lorda a 21.000 euro. Il sistema retributivo favorisce chi ha avuto un percorso lavorativo stabile e con crescita di stipendio negli ultimi anni della carriera.
  • Sistema contributivo
    La pensione contributiva viene calcolata sulla base della somma dei contributi effettivamente versati dal lavoratore durante l’intera vita lavorativa, che costituisce il cosiddetto montante contributivo, che negli anni viene rivalutato secondo l'indice del PIL. All'atto della pensione, questa somma viene trasformata in una rendita annua mediante l’utilizzo dei coefficienti di trasformazione, variabili a seconda dell’età di uscita. Più alto è il montante contributivo e maggiore è l’età al pensionamento, più elevato risulterà il trattamento. Un esempio pratico vede un lavoratore con 250.000 euro di montante a 67 anni con un coefficiente del 5,575%, da cui risulta una pensione annua lorda pari a 13.937,50 euro.
  • Sistema misto
    Il sistema misto rappresenta una combinazione dei due metodi precedenti. Si applica a chi possedeva meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e prevede:
  • Calcolo retributivo per le annualità maturate fino a fine 1995
  • Metodo contributivo per i periodi successivi

Per il sistema misto, la somma finale si ottiene calcolando separatamente la quota retributiva (utilizzando la media degli stipendi nel periodo previsto) e la quota contributiva (sommando i contributi rivalutati dopo il 1996 ed applicando il coefficiente di trasformazione relativo all'età di pensionamento), per poi sommarle.

In generale, dunque, l’entità dell’assegno previdenziale è determinata da diversi elementi, tra cui:

  • Numero di anni di contribuzione effettiva e figurativa.
  • Età al pensionamento (incide direttamente sui coefficienti di trasformazione).
  • Importo medio degli stipendi o monte contributivo accumulato.
  • Eventuali periodi di riscatto (laurea, servizio militare) o ricongiunzione.
  • Tipo di lavoro (autonomo/dipendente), normativa previdenziale aggiornata e inflazione.

Le differenze tra i sistemi hanno un impatto completamente diverso sugli importi delle pensioni future.

Come si determina l'importo della pensione di vecchiaia

L’accesso alla pensione di vecchiaia è previsto a 67 anni, con almeno 20 anni di contributi. L’importo spettante si basa sul sistema previdenziale di appartenenza:

  • Nel sistema contributivo, si moltiplica il montante contributivo per il coefficiente legato all’età;
  • Nel sistema retributivo, si considera la media degli stipendi e le aliquote di rendimento;
  • Nel sistema misto, si sommano le rispettive quote.

Ad esempio: un lavoratore con 300.000 euro contributi versati e coefficiente del 5,575% (67 anni) ottiene una pensione annua di circa 16.725 euro.

Nel sistema retributivo, chi ha avuto una retribuzione media di 30.000 euro negli ultimi anni e 35 anni di contributi (aliquota totale 70%) può aspettarsi un importo annuale di pensione di vecchiaia di circa 21.000 euro.

Il calcolo dell’assegno pensionistico può variare in modo rilevante in base al sistema di calcolo applicato. Per fornire maggiore chiarezza, vengono illustrati brevi casi simulati relativi alle principali modalità previste dalla legge.

  • Esempio metodo retributivo
    Un lavoratore con 35 anni di contribuzione fino al 1995 e una retribuzione media degli ultimi cinque anni pari a €32.000. Applicando un’aliquota di rendimento del 2% per anno (totale 70%), ottiene:
    Pensione annua lorda = 32.000 x 0,70 = €22.400
  • Esempio metodo contributivo
    Lavoratrice con una carriera post-1996, totale contributi versati €180.000, pensionamento a 67 anni. Il coefficiente di trasformazione per tale età (5,575%) porta a:
    Pensione annua lorda = 180.000 x 0,05575 = €10.035
  • Esempio metodo misto
    Lavoratore con 15 anni di contributi entro il 1995 (media retributiva €27.000) e altri 18 anni dopo il 1995 (contributi versati €110.000, coefficiente 5,575%):

    • Quota retributiva: 27.000 x 0,30 (2% x 15 anni) = €8.100
    • Quota contributiva: 110.000 x 0,05575 = €6.132,50

    Pensione totale lorda = €8.100 + €6.132,50 = €14.232,50

Queste simulazioni evidenziano quanto le differenze contributive, la tipologia di carriera e l’età di accesso possano influenzare l’importo della pensione maturata, sottolineando l’importanza dei parametri di base e delle peculiarità di ciascun sistema.

Semplificazione di calcolo della pensione: simulazioni per sistemi diversi

Di seguito una tabella esemplificativa che mostra come varia la pensione in funzione del sistema utilizzato:

Sistema Valore Contributivo o Retributivo Vita lavorativa Pensione annua stimata
Contributivo €250.000 35 anni €12.000
Retributivo media €32.000 40 anni €22.400
Misto €120.000 (pre 1996) + €120.000 (post 1996) 30 + 20 anni €16.000

Pensione anticipata: requisiti, calcolo e importi con 42 anni e 10 mesi di contributi

La pensione anticipata in Italia è ottenibile senza limiti di età con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini (41 anni e 10 mesi per le donne). Non è previsto alcun requisito anagrafico minimo, ma i contributi devono essere effettivi, figurativi o volontari. Resta applicato un periodo cosiddetto finestra di tre mesi tra la maturazione del requisito di uscita e l’erogazione effettiva dell’importo finale spettante.

Il calcolo dell’importo segue lo stesso metodo cui il lavoratore avrebbe diritto per la vecchiaia: sistema contributivo per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 o sistema misto per i soggetti con anzianità precedente, applicando la ripartizione tra quota retributiva e contributiva già illustrata. In pratica, dopo aver determinato il proprio montante contributivo e identificato il coefficiente di trasformazione corrispondente all’età al momento della decorrenza, si giunge alla rata annua lorda. Esistono penalizzazioni specifiche solo per chi opta per l’uscita anticipata prima dei 62 anni di età, come riduzioni percentuali sulla quota contributiva.

  • Un lavoratore che esce a 62 anni con il solo sistema contributivo, per effetto di coefficienti più bassi avendo età inferiore ai 67 anni, percepirà una rendita proporzionalmente inferiore rispetto al pensionamento di vecchiaia.
  • Simulando un montante contributivo di 350.000 euro e un coefficiente 4,783% (62 anni): pensione annua di circa 16.740 euro.

La pensione con Quota 103: criteri, vantaggi, svantaggi e simulazioni

La Quota 103 prevede l’accesso con un’età minima di 62 anni e almeno 41 anni di contributi.

Il calcolo dell’assegno avviene prevalentemente con il sistema contributivo e prevede limiti all’importo massimo percepibile pari a 5 volte il trattamento minimo INPS fino al raggiungimento dell’età ordinaria di vecchiaia.

Per esempio: un lavoratore che decide di andare in pensione prima con la quota 103 a 62 anni, con un montante di 330.000 euro e un coefficiente 4,783%, otterrà circa 15.784 euro annui lordi.

Dal punto di vista economico, questa prestazione implica specifici limiti:

  • Importo massimo non superiore a 4 volte il trattamento minimo INPS fino alla maturazione dei requisiti ordinari per la pensione di vecchiaia
  • Calcolo sulla base del sistema misto per chi aveva anzianità al 1995, esclusivamente contributivo per i nuovi assicurati

I vantaggi consistono, invece, nella possibilità di accedere alla pensione in anticipo rispetto ai normali requisiti richiesti e nella rapidità dell'accesso al trattamento.

Opzione Donna: regole di accesso, modalità di calcolo e penalizzazioni

Opzione Donna permette alle lavoratrici di accedere anticipatamente alla pensione (60 anni nel 2025, con almeno 35 anni di contributi, più una finestra mobile di 12 mesi per le lavoratici dipendenti e di 18 mesi per le autonome) e il trattamento finale si calcola esclusivamente con il metodo contributivo puro. 

Questo implica penalizzazioni dell'importo, considerando la perdita della quota più favorevole del retributivo e coefficienti meno generosi.

L’importo della prestazione viene calcolato, dunque, esclusivamente con il metodo contributivo, a prescindere dalla data di inizio dell’attività lavorativa. Questa caratteristica determina una riduzione dell’assegno, poiché il coefficiente utilizzato è quello relativo alla più bassa età e manca il vantaggio del sistema retributivo per i periodi antecedenti al 1996.

  • Penalizzazioni conseguenti a Opzione Donna consistono prevalentemente nella riduzione percentuale della prestazione, stimata tra il 20% e il 30% rispetto alla pensione ordinaria calcolata nello stesso scenario con il sistema misto. Altra peculiarità riguarda il differimento della decorrenza della pensione per le lavoratrici del settore privato (12 mesi di “finestra”), che sale a 18 mesi per le dipendenti pubbliche.

Simulando il caso di una donna con 35 anni di contributi e montante pari a 140.000 euro alla soglia anagrafica prevista, il coefficiente a 61 anni (4,399%) comporta:
Pensione annua lorda = 140.000 x 0,04399 = 6.158,60 euro.

APE Sociale: requisiti, calcolo dell'importo e simulazioni concrete

L'ape sociale permette di andare in pensione anticipata chi si trova in condizioni di particolare disagio (disoccupazione, assistenza a familiari, lavori usuranti) a condizione che abbia raggiunto almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi, a seconda della categoria di appartenenza, che salgono a 36 per gli usuranti. 

L’importo massimo che si può ottenere uscendo con questo sistema non può superare i 1.500 euro al mese lordi, calcolati esclusivamente con il sistema contributivo sugli anni maturati.

Considerando il caso di lavoratore con 36 anni di contributi, che ha accumulato un montante 190.000 euro e calcolando un coefficiente 4,978% (63 anni) avrà una pensione finale di 9.458,20 euro annui, per 788 lordi al mese.

Isopensione: chi può accedere, criteri e casi di esempio

L’Isopensione favorisce l’uscita anticipata per i lavoratori impiegati nelle grandi imprese: occorre un accordo sindacale con il datore di lavoro ed è riservata a coloro a cui mancano non più di sette anni dal raggiungimento della pensione di vecchiaia o anticipata.

L’importo che si può ottenere è quello maturato secondo le regole della pensione spettante, anticipato dall’azienda fino all’età ordinaria

Il periodo di fruizione dell’isopensione è valido ai fini del calcolo della pensione perché l’azienda continua a versare i contributi all’INPS per il lavoratore.

  • Esempio di calcolo: Dipendente di azienda privata prossimo alla pensione di vecchiaia entro 5 anni, con montante contributivo di 180.000 euro e coefficiente a 62 anni (4,399%). L’indennità annua lorda erogabile è:
    180.000 x 0,04399 = 7.918,20 euro.
  • Altro caso: lavoratore che accede a isopensione per 4 anni prima della pensione anticipata: montante 220.000 euro, coefficiente 4,399%. Indennità annua erogabile: 220.000 x 0,04399 = 9.677,80 euro.

L'importanza della previdenza complementare e della pianificazione previdenziale

Il sistema di previdenza complementare rappresenta un pilastro aggiuntivo rispetto alla sola pensione pubblica, consentendo di costruire una rendita integrativa pensata per colmare il divario tra ultimo stipendio percepito e l’importo dell’assegno pensionistico. L’adesione a un fondo pensione permette, infatti, di accumulare risparmi in forma individuale o collettiva, con vantaggi sia in termini di flessibilità dei versamenti sia sotto il profilo fiscale: i contributi sono deducibili fino a limiti annuali e la tassazione sulla rendita finale risulta agevolata rispetto a quella ordinaria.

  • Simulazione personalizzata: attraverso strumenti online è possibile stimare l’obiettivo previdenziale e calibrare il risparmio necessario.
  • Vantaggi fiscali: la normativa consente la deducibilità dei contributi fino a 5.164,57 euro annui, con una serie di vantaggi di fiscali che ne derivano.
  • Pianificazione e flessibilità: la scelta del comparto di investimento e delle modalità di erogazione è adattabile alle proprie aspettative e ai bisogni familiari.

Guida al calcolo e conversione delle rendite dei fondi pensione integrativi

La rendita proveniente dai fondi pensione integrativi si calcola convertendo il capitale maturato al momento del pensionamento in una prestazione periodica, applicando i coefficienti di conversione previsti dai regolamenti dei singoli fondi. Questi coefficienti variano secondo parametri come età, sesso, anno di nascita e tipologia di annuità scelta, e sono aggiornati periodicamente per riflettere i cambiamenti dell’aspettativa di vita.

  • Tipologie di rendita: le forme più diffuse sono la rendita vitalizia immediata (garantita a vita), la reversibile (proseguita al coniuge o beneficiario), la certa (durata minima garantita) e la controassicurata (con restituzione parziale del capitale ai familiari in caso di decesso precoce).
  • Opzioni e coefficienti: la scelta della tipologia influisce sull’importo percepito, poiché più garanzie diminuiscono l’importo annuale dell'assegno. Oltre ai coefficienti, incidono eventuali costi amministrativi e la frequenza di erogazione.

Per determinare con precisione la rendita si moltiplica il capitale disponibile per il coefficiente relativo all’età e all’opzione scelta. Ad esempio, un capitale di 100.000 euro, coefficienti 0,04826 per donna di 67 anni: 100.000 x 0,04826 = €4.826 annui.

Esempi reali: simulazioni di calcolo per pensione pubblica e integrativa

Simulazione pensione pubblica: una persona con 37 anni di contributi, montante pari a €170.000 e coefficiente a 63 anni (4,186%), ottiene 170.000 x 0,04186 = €7.116,20 annui come base lorda per l’assegno statale. Se la stessa persona sceglie di incrementare la posizione previdenziale con un fondo integrativo e ha accumulato €60.000 alla soglia d’accesso, il coefficiente utilizzato dal fondo per un uomo di 63 anni (0,055) produrrà una rendita integrativa annua lorda di 60.000 x 0,055 = 3.300 euro.

Simulazione con comparto garantito: capitale maturato nei fondi pari a 95.000 euro, coefficiente 0,044, opzione vitalizia semplice: 95.000 x 0,044 = €4.180 annui a cui si aggiunge la pensione pubblica determinata dalle regole ordinarie. I valori effettivi sono soggetti a tassazione agevolata per la rendita integrativa e ordinaria per l’importo pubblico, con possibili differenze in base al regime fiscale individuale e alla data di adesione o permanenza nel fondo.