In base alle diverse proposte presentare per la riforma fiscale 2023, la migliore delle sei avanzate che potrebbe garantire più aumenti, e certi, per stipendi tra 700-2.600 euro è quella del taglio del cuneo fiscale. Si tratta di un aumento che si potrebbe avere in busta paga per tutti derivante da una contestuale riduzione delle tasse per tutti, per cui automatico e sicuro una volta approvato.
Quale delle 6 proposte riforma fiscale farà aumentare di più uno stipendio tra i 700-2600 euro? Si continua a lavorare sulla prossima riforma fiscale con l’obiettivo principale di alleggerire la tassazione degli italiani garantendo loro maggiori soldi, anche da poter spendere, per dare di conseguenza anche nuovo impulso ad una economica che sta vivendo, di nuovo, un momento di forte crisi. Vediamo allora cosa e di quanto potrebbero cambiare gli stipendi con le novità della riforma fiscale.
Sono al momento sei le proposte di riforma fiscale specifiche su cui sta lavorando il governo per aumentare gli stipendi e si tratta delle seguenti in particolare:
Stando a quanto spiegato per ogni proposta della riforma fiscale, la migliore delle sei che potrebbe garantire più aumenti, e certi, per stipendi tra 700-2.600 euro è quella del taglio del cuneo fiscale. Si tratta di un aumento che si potrebbe avere in busta paga per tutti derivante da una contestuale riduzione delle tasse per tutti, per cui automatico e sicuro una volta approvato.
In base poi alle fasce di reddito di appartenenza, il taglio del cuneo fiscale produce aumenti diversi sugli stipendi tra 700-2.600 euro, più o meno elevati.
Secondo le stime, comunque, gli stipendi dei lavoratori che percepiscono tra 700-2.600 euro al mese dovrebbero aumentare di circa 80 euro al mese.
Con riferimento alle proposte di riforma fiscale, risultando al momento incerte e da definire meglio, nonché non per tutti, potrebbero prevedere aumenti ma forse relativi e non sicuri comunque, dall’ipotetico bonus di 200 euro che, si dice, potrebbe essere riconosciuto non una tantum ma ogni mese, tuttavia altamente improbabile che si possano dare effettivamente 200 euro in più in busta paga a tutti i lavoratori, all’ipotesi di decontribuzione, che non dovrebbe prevedere contestuali aumenti di stipendio per i lavoratori se non a discrezione delle aziende che, però, se hanno soldi diciamo in più preferiscono verosimilmente tenerli o investirli in questo momento piuttosto che darli come aumento di stipendio, a rinnovi contrattuali, ancora in discussione, e salario minimo, che però secondo molti non contribuirebbe ad aumentare chissà quanti stipendi e chissà di quanto, considerando che i 9 euro lordi all’ora come minimo sono già percepiti dalla maggior parte dei lavoratori.
E poi ci sarebbe l’incognita della nuova proposta di ritorno della scala mobile, che però, secondo alcuni esperti, non porterebbe a risultati effettivamente positivi.
Con il ritorno alla scala mobile, si avrebbero aumenti degli stipendi tra 700-2.600 euro al mese in base alla rivalutazione dovuta all’inflazione, se inflazione è sull’8%, si avrebbe un contestuale aumento dell'8% ma con una inflazione più alta, non si avrebbe un reale beneficio sul lungo termine.