Nuovi obblighi di fatturazione elettronica per alcune partite Iva forfettarie dal 1 gennaio 2023

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Nuovi obblighi di fatturazione elettroni

Quali sono allora i nuovi obblighi dal primo gennaio 2023 per le partite Iva in regime forfettario alle prese con la fatturazione elettronica? Vediamoli tutti.

L'introduzione della fatturazione elettronica per le partite Iva in regime forfettario è diventata realtà. Per il fisco si tratta di un passaggio vantaggioso in termini di contrasto alla frode e all'evasione oltre che per la semplificazione della riscossione delle imposte. Allo stesso tempo è stata data una spinta alla digitalizzazione e alla semplificazione amministrativa.

Dal punto di vista tecnico, ci troviamo davanti all'estensione anche ai lavoratori autonomi con partita Iva agevolata della fatturazione elettronica già da tempo in vigore per le partite Iva in regime ordinario.

In tutti i casi, le fatture elettroniche sono convogliate attraverso lo Sistema di Interscambio e trasmesse sia all'ufficio di contabilità generale a fini di controllo della spesa, sia alle autorità pubbliche. Vediamo però le novità che scattano dal prossimo anno e dunque;

  • Fatturazione elettronica, quali sono i nuovi obblighi per le partite Iva forfettarie
  • Partite Iva forfettarie tra adempimenti fiscali e nuove disposizioni dal 2023

Fatturazione elettronica, quali sono i nuovi obblighi per le partite Iva forfettarie

Quali sono allora i nuovi obblighi dal primo gennaio 2023 per le partite Iva in regime forfettario alle prese con la fatturazione elettronica? Se i ricavi del 2022 sono superiori a 25.000 euro, nel 2023 diventa obbligatoria la fatturazione elettronica. Se i ricavi del 2022 non superano la soglia di 25.000 euro, la fatturazione elettronica è una opzione facoltativa per il 2023. A meno che non si tratti di fatture nei confronti della pubblica amministrazione.

Dal punto di vista tecnico, i documenti dovranno passare dal Sistema di interscambio gestito dall'Agenzia delle entrate che verifica il formato XML e i contenuti prima di inoltrarli al destinatario. Sono comunque esonerate alcune categorie come gli operatori coinvolti nella compravendita di prodotti o servizi creati o ricevuti fuori dai confini dello Stato. Per chi non si adegua, pur essendo chiamato a farlo sono previste multe tra il 90% e il 180% dell'Iva addebitata (per chi la emette) del 100% dell'imposta (per chi la riceve).

Il contribuente può delegare un intermediario abilitato vale a dire che è già abilitato alla trasmissione telematiche delle dichiarazioni dei servizi di consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche o dei loro duplicati informatici; di informazioni disponibili fino al 31 dicembre dell'anno successivo a quello di ricezione a meno che non si attivi un servizio di conservazione; di registrazione dell'indirizzo telematico.

Partite Iva forfettarie tra adempimenti fiscali e nuove disposizioni dal 2023

La fatturazione elettronica costringe a rivedere i processi tra le le partite Iva in regime forfettario. Per arrivare preparati occorre prestare attenzione a diversi aspetti. Il professionista e il cliente devono comprendere che la fattura elettronica non è una fattura in pdf evoluta.

Occorre pensarla in formato XML, magari con interfaccia semplice che consenta una buona visualizzazione dei dati: i nuovi processi devono essere nativi digitali e non partire dalla carta. Meglio soffermarsi da subito sulla gestione dei flussi documentali.

L'accesso al regime forfettario 2023 è vincolato a soglie di ricavi o compensi e non è più prevista una scadenza legata all'età anagrafica o agli anni di attività. Possono accedere al regime forfettario autonomi e imprese con ricavi o compensi non superiori a determinati limiti diversificati in base all'attività esercitata.

I vincoli sono anche sulle spese sostenute che non devono superare 5.000 euro lordi per lavoro accessorio, dipendente e per compensi erogati ai collaboratori. Il costo complessivo dei beni strumentali, al lordo degli ammortamenti non deve andare oltre, alla data di chiusura dell’esercizio, i 20.000 euro.