Come poter usare al meglio i miliardi di euro a disposizione tra aumenti pensioni, uscite anticipate e non solo: scenari possibili
All’indomani della vittoria del centrodestra alle ultime elezioni e mentre ci si prepara a comporre il nuovo governo Meloni, sono diverse le incertezze e i dubbi sulle prossime misure che il nuovo governo metterà in campo per lavoratori, cittadini, famiglie, imprese e non solo da un punto di vista di sostegni economici in un momento particolarmente delicato per il nostro Paese ma anche per provvedimenti attesi da tempo, a partire dalla questione pensioni. Vediamo allora cosa aspettarsi per aumento pensioni e uscita anticipata considerando i miliardi trovati.
A causa della improvvisa situazione economica che si è verificata quest’anno, gli aumenti delle pensioni sono stati definiti almeno fino alla fine di quest’anno, con l’approvazione della rivalutazione pensionistica anticipata al 2% che garantirà da ottobre e fino alla fine dell’anno aumenti di qualche decina di euro sulle pensioni mensili.
Poi ci sono i bonus una tantum che hanno contribuito ad aumentare i redditi dei pensionati, da quello di 200 euro di luglio a quello di 150 euro che sarà pagato a novembre. Misura, come detto, una tantum, vale a dire pagati una sola volta e basta ma che comunque si sono tradotti in ulteriori soldi a disposizione dei pensionati.
Resta da capire se e come il nuovo governo Meloni proseguirà la strada dei lavori per aumentare le pensioni e non solo. I soldi sono stati trovati ma ci sono molti dubbi sul loro utilizzo. Stando, infatti, a quanto riportano le ultime notizie, il governo Draghi avrebbe lasciato in eredità al nuovo governo Meloni un tesoretto da 20 miliardi, di cui 10 miliardi per ulteriori misure contro il caro energia entro fine anno e altri 10mmiliardi di euro da impiegare per misure della nuova Manovra Finanziaria 2023.
Ciò significa che, a parte i 10miliardi di euro da usare per calmierare i prezzi delle bollette di luce e gas, restano altri 10miliardi di euro che potrebbero essere impiegati per la revisione delle tasse e per aumentare le pensioni ma non sarebbero risorse sufficienti per soddisfare tutte le richieste per le pensioni, tra aumenti e uscite anticipate.
Secondo le stime, infatti, per aumentare le pensioni con la rivalutazione che, per adeguamento all’inflazione, il prossimo anno dovrebbe essere al 10%, servirebbero circa 10 miliardi, il che escluderebbe la possibilità di ulteriori interventi per le pensioni, considerando che per uscite anticipate per la pensione si calcolano ulteriori 3-4miliardi di euro. Senza considerare la necessità di definizione anche di nuove misure per il lavoro.
Considerando che dei 20 miliardi di euro disponibili, 10 servono per misure contro il caro energia, per i restanti 10 si pensa a come utilizzarli al meglio, cercando di soddisfare ogni richiesta ma soprattutto necessità di cambiamento.
Gli scenari che potrebbero aprirsi sono diversi: o arrivare ad un extradeficit ma Giorgia Meloni ha già dichiarato che non ci sarà alcun extradeficit, anche perché l’Europa non lo permetterebbe, o usare i 10 miliardi più ulteriori risorse da recuperare ma solo per pochi interventi.
Insieme ai 10miliardi di euro che resterebbero disponibili dal tesoretto lasciato da Draghi, si potrebbero recuperare ulteriori 1-2miliardi di euro dalla revisione di alcuni bonus, come bonus edilizi o come il reddito di cittadinanza, risorse che comunque sarebbero poche per fare tutto tra pensioni, lavoro e tasse, per cui sarà probabile che ci si focalizzerà soprattutto su pochi interventi, che potrebbero per esempio essere aumento di pensioni e stupendi, o interventi specifici sulle tasse in generale per esempio al momento, per poi procedere alla rivalutazione delle pensioni nel 2023.