L’Agenzia delle Entrate si prepara a inviare nuove lettere ai proprietari di casa che non hanno provveduto all’aggiornamento catastale
Chi sta per ricevere le lettere dell'Agenzia delle Entrate sul catasto della propria casa? Nei mesi scorsi, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva annunciato la revisione dei valori catastali per chi aveva già usufruito del superbonus negli anni scorsi.
La misura è stata annunciata per far emergere il maggior valore acquisito dagli immobili dopo i lavori di efficientamento energetico e miglioramento antisismico. Non tutti, però, lo hanno fatto.
Le nuove lettere che l’Agenzia delle Entrate si prepara a inviare sono destinate a tutti coloro che non hanno ancora provveduto all’adeguamento catastale di casa e per invitare i proprietari a rispettare i tempi ed evitare i relativi controlli.
Ciò che certamente si deve fare se si riceve le lettere da parte dell’Agenzia delle Entrate è procedere rapidamente alla regolarizzazione della propria posizione relativamente al catasto di casa propria.
Facendo l'aggiornamento della rendita catastale, che prevede un cambio di classe per una casa che ha usufruito del superbonus, passandolo ad esempio dalla categoria A/4 (abitazioni di tipo popolare) alla A/3 (abitazioni di tipo economico), si potranno evitare ulteriori conseguenze.
Calcolare l'aggiornamento in base ai lavori effettuati è un'operazione complicata, per cui è necessaria l'assistenza di un tecnico.
Il nuovo valore catastale di casa è importante perché comporta una serie di conseguenze, come l'aumento della rendita e delle imposte, a partire dall’Imu.
In realtà, le conseguenze cambiano per i proprietari di prime e seconde case. Per i primi, non ci saranno aumenti particolari delle imposte sugli immobili, considerando anche che non si paga l'Imu sulle prime case adibite ad abitazioni principali.
Potrebbero invece aumentare l'Isee e il reddito lordo ai fini Irpef.
Per i proprietari di seconde case, invece, si prospettano aumenti sia dell’Imu e sia delle altre imposte immobiliari proporzionali all'aumento della rendita.
Inoltre, se l’immobile viene rivenduto entro dieci anni dalla fine dei lavori di ristrutturazione, si dovrà pagare anche l’imposta sulle plusvalenze, cioè la tassa sui guadagni derivanti dalla differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto.