Il settore manifatturiero italiano, con particolare riferimento alle industrie dell'automotive, della moda e tessile e del lusso, sta attraversando una fase critica.
Il tessuto produttivo italiano sta affrontando una delle sue fasi più delicate, con settori strategici come automotive, moda e tessile e lusso in grave difficoltà. Le ripercussioni della crisi economica globale, l’innalzamento dei costi delle materie prime, la contrazione dei consumi e il rallentamento della domanda internazionale, in particolare dalla Cina, stanno minacciando la sopravvivenza di molte imprese. Per fronteggiare questa situazione, il governo italiano ha inserito nella manovra finanziaria 2025 una serie di interventi straordinari volti a sostenere le aziende in difficoltà e a scongiurare un’ondata di licenziamenti e chiusure aziendali. Capiamo meglio:
Le difficoltà sono imputabili a una combinazione di fattori, tra cui la riduzione degli acquisti da parte delle famiglie italiane e il rallentamento della domanda internazionale. In particolare, il mercato cinese, che rappresenta una delle principali destinazioni per i beni di lusso italiani, ha registrato una marcata frenata. La decrescita economica del Paese asiatico ha influito sulle esportazioni, colpendo i marchi di alta moda e gli artigiani del lusso, con effetti a cascata sull’intera filiera produttiva.
Anche il settore automotive sta affrontando una crisi strutturale aggravata dalla complessità della transizione verso la mobilità elettrica. Molte aziende della filiera, in particolare le pmi che forniscono componenti ai grandi produttori, si trovano in difficoltà economica a causa dell’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Il rallentamento della domanda di veicoli tradizionali ha messo in discussione la sostenibilità economica di interi distretti industriali.
L'Unione europea ha stabilito obiettivi stringenti per la decarbonizzazione del settore, con il divieto di vendita di nuovi veicoli a combustione interna a partire dal 2035. Questo ha spinto le aziende a dover investire rapidamente in nuove tecnologie, spesso senza un adeguato supporto finanziario. Molte imprese della filiera automotive stanno lottando per riconvertire le proprie attività, ma senza interventi mirati rischiano di non sopravvivere alla transizione.
Il comparto del lusso, una delle eccellenze italiane più riconosciute a livello globale, sta subendo pressioni senza precedenti. La dipendenza da mercati chiave come Cina e Stati Uniti ha esposto il settore a una forte volatilità. La flessione della domanda cinese, in particolare, ha colpito le esportazioni di beni di lusso, con un impatto su brand storici e artigiani di nicchia.
Le aziende di alta gamma, pur mantenendo margini di profitto più alti rispetto ad altri settori, devono affrontare costi crescenti e una competizione globale sempre più serrata. Senza un sostegno mirato, molte realtà artigianali, che sono il cuore pulsante del lusso italiano, rischiano di non superare questa fase di contrazione.
Per arginare gli effetti della crisi, il governo ha annunciato una serie di misure straordinarie inserite nella manovra 2025. Tra gli interventi spiccano fondi straordinari per la liquidità delle imprese, destinati alle pmi delle filiere moda, tessile e automotive. Questi fondi saranno accessibili tramite bandi e mirano a garantire la continuità operativa delle aziende e a prevenire la chiusura di attività strategiche.
Nel settore automotive, sono previsti incentivi per la riconversione industriale, con un focus particolare sulle aziende che producono componenti per veicoli elettrici. Il governo intende favorire le collaborazioni tra grandi produttori e PMI, creando poli tecnologici per accelerare la transizione verso la mobilità sostenibile.
Per la moda e il tessile, sono stati stanziati 150 milioni di euro per sostenere l’innovazione e la digitalizzazione, con un’attenzione particolare alle start-up e alle piccole imprese. Questi fondi saranno utilizzati per promuovere la sostenibilità nella produzione, un aspetto sempre più richiesto dai consumatori internazionali e fondamentale per mantenere la competitività del Made in Italy.