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Ancora cali anche oggi in attesa di Nvidia? Le previsioni per Borse, criptovalute e altri asset oggi mercoled 19 Novembre 2025

di Marcello Tansini pubblicato il
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Giornata intensa per i mercati: andamento di Borse mondiali, criptovalute e materie prime, tra tensioni globali e attese per Nvidia. Focus su tassi, banche centrali e prospettive economiche nel contesto attuale.

Sullo sfondo di volatilità globale e incertezza diffusa, la giornata di oggi mercoledì 19 novembre 2025 si apre con i principali mercati finanziari che scontano i timori riguardanti una potenziale correzione nei settori tech e l’attesa per gli ultimi dati macroeconomici. Il focus degli operatori resta su alcuni asset chiave come le azioni delle società tecnologiche, le principali criptovalute e le materie prime, in uno scenario caratterizzato dalla presenza di segnali contrastanti provenienti da diverse aree geografiche. L’appuntamento odierno è ricco di spunti, con particolare attenzione dedicata a società come Nvidia, alle attese di politiche monetarie delle banche centrali e agli effetti potenziali sui portafogli degli investitori. La giornata si preannuncia quindi di elevato interesse per chi segue l’agenda dei mercati finanziari.

Le performance e le prospettive delle principali Borse mondiali

Le principali piazze finanziarie mondiali si trovano ad affrontare una fase di aggiustamento, con investitori che scrutano segnali utili a individuare l’orientamento di medio periodo dei mercati. Da Wall Street all’Asia, passando per le piazze europee, prevale un atteggiamento prudente sulla scia delle recenti vendite nei settori più esposti alle fluttuazioni macroeconomiche e tecnologiche. La correzione osservata nei giorni scorsi si riflette sia sugli indici a maggiore concentrazione tecnologica che su quelli a prevalenza industriale e finanziaria. L’attenzione degli operatori si concentra oggi sugli sviluppi delle trimestrali, sulle decisioni delle banche centrali e su dati chiave come inflazione e occupazione negli Stati Uniti e nell’Eurozona.

Andamento delle Borse europee e focus su Milano

Il panorama europeo appare segnato da una prevalenza di ribassi. Gli indici principali, quali Cac 40, Dax e Ftse 100, mostrano cali compresi tra l’1% e oltre il 2%. Sul listino italiano, il Ftse Mib si muove in linea con tale scenario: le sessioni recenti hanno visto il controvalore degli scambi aumentare, mentre la maggior parte delle blue chip ha chiuso in rosso. Spiccano i ribassi nei comparti bancario (Mps, Pop Sondrio, Bper), automotive (Stellantis) e tlc (Telecom Italia), segno che la rotazione settoriale e la ricerca di sicurezza spingono crescenti flussi verso utility difensive come Hera. Alcuni titoli come Leonardo (in espansione negli Emirati Arabi Uniti) ed Eni (operazioni di acquisizione in Francia nel settore energie rinnovabili) restano sotto osservazione. Lo spread Btp/Bund rimane stabile sui 75 punti base, riflettendo una relativa fiducia sulla tenuta del debito sovrano italiano in questo quadro.

Borse USA in attesa dei dati e rischio bolla tech

Negli Stati Uniti l’attenzione degli investitori è massima per l’arrivo dei nuovi dati macroeconomici e per i risultati finanziari delle big tech. La Federal Reserve resta al centro delle discussioni: le aspettative di un nuovo taglio dei tassi a dicembre si sono ridotte al 46%, mentre le dichiarazioni dei policymaker invitano alla prudenza. Il settore tecnologico sta vivendo un’escalation di volatilità, con titoli come Nvidia, Amazon e Meta che influenzano significativamente l’andamento degli indici. Il dibattito su una possibile "bolla AI" si intensifica anche a seguito del disimpegno di grandi investitori istituzionali su titoli chiave. Anche le prese di profitto e i timori per la sostenibilità delle valutazioni alimentano vendite che impattano su S&P 500 e Nasdaq, con una serie di sedute consecutive in calo prossime a una chiusura settimanale negativa.

Borse asiatiche e fattori di volatilità

Le sale trading asiatiche si allineano alla debolezza globale, scontando pesanti ribassi nel comparto tech e la caduta di titoli come Xiaomi. Gli operatori si interrogano sulle prospettive a breve termine in un contesto reso più insidioso da un mercato del lavoro cinese meno dinamico, una produzione industriale rallentata e la persistente incertezza sulle politiche monetarie statunitensi.

Nvidia, AI e titoli tecnologici: attese e impatti sul mercato

L’attenzione internazionale converge oggi su Nvidia, destinata a pubblicare risultati trimestrali cruciali per tutto il settore tecnologico. La società guida la rivoluzione dell’AI con una capitalizzazione ai massimi storici; per molti investitori, questo appuntamento rappresenta un vero test per verificare la sostenibilità della crescita delle valutazioni legate all’innovazione nei semiconduttori e alla corsa all’intelligenza artificiale. Le aspettative di ricavi e utili restano elevate, ma emergono dubbi sulla solidità a lungo termine del modello di business, specialmente dopo l’uscita di importanti fondi dal capitale. La volatilità è aumentata notevolmente: la reazione dei mercati sarà influenzata sia dai numeri, sia dalle guidance sul trimestre successivo e sulle prospettive di domanda, in un contesto in cui il segmento Data Center e la nuova architettura Blackwell giocano i ruoli determinanti.

Trimestrale di Nvidia e sue implicazioni

I risultati finanziari attesi da Nvidia valgono più di una semplice verifica contabile: rappresentano un vero sismografo per il sentiment sull’intero settore AI. Gli analisti puntano soprattutto su:

  • Andamento dei ricavi e dell’EPS rispetto alle previsioni, con una soglia attesa di 55 miliardi di dollari e un EPS adjusted di 1,26 dollari
  • Performance del segmento Data Center, che ormai pesa fino al 90% sul fatturato, con richieste di visibilità sull’effettivo ramp-up produttivo e sugli ordini per la nuova generazione di GPU Blackwell
  • Monitoraggio della concorrenza (AMD, Qualcomm, player asiatici) e della capacità di Nvidia di mantenere la leadership in uno scenario competitivo sempre più frammentato
  • Effetti delle restrizioni USA sulle esportazioni tecnologiche verso la Cina, ormai marginali per i risultati ma rilevanti in chiave geo-economica
La risposta degli investitori offrirà indicazioni decisive anche per i flussi su altri titoli a elevata esposizione AI e semiconduttori.

Reazioni degli investitori e posizionamento dei fondi

Dinamiche di portafoglio sempre più guidate dal sentiment: dopo forti acquisti dei mesi passati, si sono registrati disimpegni da parte di investitori come Thiel Macro e SoftBank, a conferma di una fase di prese di beneficio strategiche e di crescente attenzione alle valutazioni estreme. L’attesa per la trimestrale di Nvidia rappresenta il punto di snodo tra proseguimento del rally e rischio di revisione brusca dei portafogli, con effetti amplificati su ETF tecnologici e fondi tematici legati a AI e semiconduttori.

Criptovalute, materie prime e altri asset: analisi della giornata

Gli asset alternativi risentono di un clima di avversione al rischio. Il Bitcoin in particolare mostra una flessione significativa, scendendo sotto la soglia dei 90.000 dollari. Dinamiche simili interessano l’oro e il petrolio, con i prezzi che proseguono in correzione rispetto ai massimi precedenti, complici sia l’incertezza sulla domanda sia aggiustamenti tecnici dovuti ai nuovi dati sulle scorte e alle attese di policy monetarie meno accomodanti.

Bitcoin, trend e sentiment sulle criptovalute

Il principale asset digitale viene penalizzato dall’accresciuta sensibilità ai tassi d’interesse e dal rallentamento dei flussi sugli ETF crypto. Dati recenti indicano liquidazioni forzate per oltre 19 miliardi di dollari in 24 ore, mostrando come il settore sia progressivamente più esposto all’umore degli investitori globali. Il sentiment rimane fragile e, in assenza di catalizzatori positivi, i livelli tecnici chiave rischiano di essere messi nuovamente alla prova.

Oro, petrolio e altre materie prime: movimenti e cause

I prezzi dell’oro oscillano sopra quota 4.000 dollari l’oncia, beneficiando solo parzialmente della ricerca di beni rifugio in una fase di avversione al rischio. L’incertezza sulle future mosse della Federal Reserve e i ritardi nei dati economici USA pesano però sulle prospettive. Il petrolio accusa invece un calo, complice l’aumento delle scorte americane e le aspettative di un surplus di offerta all’inizio del 2026. Le imminenti sanzioni su colossi russi come Rosneft, unite alle ipotesi di un negoziato Mosca-USA sull’Ucraina, possono ridefinire gli equilibri geopolitici e spingere ulteriormente i prezzi verso il basso.

Indicatori macro e previsioni per l’economia globale

I principali dati macro diffusi oggi mettono in risalto sostanziali segnali di rallentamento nei mercati del lavoro occidentali, con gli occhi puntati sulle letture relative all’inflazione in Eurozona, Regno Unito e Stati Uniti. Le stime della Commissione Europea confermano per il 2025 una crescita più robusta del previsto per l’area euro, mentre permangono rischi collegati alle guerre commerciali e ai conflitti geopolitici.

Le politiche delle banche centrali e le attese sui tassi

Il sentiment globale resta legato alle decisioni delle principali banche centrali, con la Federal Reserve e la BCE che valutano la possibilità di ulteriori tagli dei tassi. Le stime di mercato attribuiscono una probabilità inferiore rispetto al passato a un nuovo intervento USA entro fine anno, mentre la Banca d’Inghilterra si trova sotto pressione dopo il rallentamento dell’inflazione britannica. Le comunicazioni dei policymaker vengono seguite con attenzione dagli operatori, che calibrano l’allocazione tattica all’interno dei portafogli in base agli scenari di crescita e alle future strategie monetarie.

Outlook sull’inflazione, occupazione e PIL

Dalle ultime proiezioni della Commissione Europea emerge un quadro meno pessimista per il 2025: per l’Eurozona si prevede una crescita del PIL dell’1,3% e un’inflazione al 2,1%. Gli Stati Uniti, invece, continuano a mostrare un mercato del lavoro vicino allo stallo, dopo lo shutdown governativo e con richieste di disoccupazione in aumento. Il rallentamento della produzione industriale e della domanda mondiale mantiene elevata la volatilità sulle principali asset class, suggerendo che anche per il prossimo trimestre la visibilità resterà limitata per analisti e operatori.



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