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Aumento stipendi per statali in manovra finanziaria 2026 o in rinnovo CNNL: quanto e come potrebbe essere

di Marcello Tansini pubblicato il
Aumento stipendi statali manovra 2026

Come e quanto possono aumentare gli stipendi dei dipendenti statali con la prossima Manovra Finanziaria 2026 secondo quanto annunciato dal governo

Il tema degli aumenti salariali per il personale statale è al centro del dibattito politico ed economico in vista della manovra finanziaria 2026. Le prospettive di crescita degli stipendi, accompagnate da nuove misure fiscali e investimenti nel welfare, alimentano l’attesa tra i dipendenti settore pubblico. 

La manovra finanziaria 2026: misure e risorse per gli aumenti stipendiali

Le anticipazioni sulla Manovra finanziaria 2026 prevedono lo stanziamento di risorse dedicate agli aumenti per il pubblico impiego. L’obiettivo è coordinare la crescita dei salari con l’andamento dell’inflazione e il rafforzamento del potere d’acquisto.

Secondo le stime, il governo ha già previsto uno stanziamento supplementare di circa 3 miliardi di euro per il triennio 2025-2027, sommandosi agli 11 miliardi previsti per i rinnovi precedenti. Questi finanziamenti saranno destinati a coprire non solo gli incrementi tabellari, ma anche l’adeguamento delle voci accessorie nelle buste paga, con:

  • Incremento salariale previsto intorno al 6,9%, con una media potenziale di circa 186 euro mensili distribuiti su 13 mensilità per la maggior parte delle amministrazioni centrali;
  • Maggiore attenzione alla perequazione tra i diversi comparti, in particolare tra “ministeri ricchi” (come Agenzia delle Entrate) e quelli storicamente meno favorevoli (Giustizia, Trasporti, Ambiente);
  • Estensione degli stanziamenti al settore difesa, sicurezza, sanità ed enti locali, con aggiustamenti correlati alle esigenze specifiche.
Anno Risorse stanziate (in mld €) Aumento medio (%)
2025 1,75 6,9
2026 3,55 ~2
2027 5,55 Variabile
La distribuzione degli aumenti sarà graduata sulla base di parametri come qualifica, anzianità e comparto, oltre alle indennità specifiche che potrebbero influenzare sensibilmente la retribuzione netta mensile dei dipendenti pubblici.

Detassazione al 5% e nuove agevolazioni fiscali: premi, straordinari, festivi e lavoro notturno

Tra le misure di maggior rilievo si distingue l’ipotesi di introdurre una flat tax al 5% sulle componenti variabili dello stipendio, con l’obiettivo di rendere più competitive le retribuzioni statali rispetto al settore privato, soprattutto nelle voci premi, straordinari, turni festivi e notturni. La proposta della detassazione al 5% rappresenta una risposta concreta alle richieste di maggiori incentivi e riduzione della pressione fiscale sulle retribuzioni accessorie:

  • Premialità soggette a tassazione agevolata: l’applicazione di un’aliquota ridotta sull’extra-salario valorizza il lavoro straordinario e il contributo produttivo, al netto dell’Irpef ordinaria;
  • Incremento del netto percepito: la diminuzione della tassazione sulle prestazioni aggiuntive traduce direttamente gli sforzi in un aumento tangibile del reddito disponibile per il dipendente;
  • Estensione ad alcune categorie di addetti coinvolti in servizi pubblici essenziali, quali sanità, forze armate, enti locali e trasporti.
L’agevolazione fiscale si inserisce in un quadro generale di riforma che contempla la rimodulazione progressiva dell’Irpef, la conferma delle detrazioni sulle fasce di reddito fino a 40.000 euro e la stabilizzazione strutturale del taglio del cuneo fiscale.
Reddito annuo Aliquota IRPEF Detrazione specifica
Fino a 20.000 € 23% Indennità esente (4,8-7,1%)
20.001 – 32.000 € 23-35% 1.000 € fissi
32.001 – 40.000 € 35% Detrazione decrescente

Aumento dei fondi decentrati: impatti sugli enti pubblici con stipendi medi più bassi

Il governo è al lavoro per aumentare i fondi decentrati, cioè le risorse economiche destinate a colmare la distanza retributiva tra i diversi comparti e tra ministeri con differenti livelli di retribuzione accessoria. L’obiettivo dichiarato è garantire una maggiore equità orizzontale, riducendo la “fuga” del personale qualificato verso amministrazioni più remunerative:

  • Nel 2025 sono stati stanziati ulteriori 190 milioni aggiuntivi per uniformare le componenti accessorie del salario, premiando in particolare i ministeri della Giustizia (+480 euro mensili), Infrastrutture (+465), Interno (+401), e altri comparti penalizzati;
  • L’adeguamento riguarda la voce di salario accessorio, come bonus, incentivi e quote legate a obiettivi, che variano secondo le disponibilità dei fondi decentrati delle singole amministrazioni;
  • Nel medio periodo, la direzione è portare tutti gli enti a livelli più vicini a quelli delle Agenzie fiscali, con una proiezione verso i 6.724 euro l’anno di accessorio, ossia circa 560 euro mensili.

Welfare e formazione: verso un miglioramento delle condizioni per gli statali

Tra le altre misure al vaglio anche il potenziamento del welfare: il recente rinnovo del CCNL ha posto le basi per una riforma che potrebbe prevedere:
  • Welfare aziendale rafforzato: ampliamento delle misure integrative di sostegno al reddito, coperture sanitarie, servizi educativi e attività culturali per dipendenti e famiglie;
  • Formazione continua obbligatoria: almeno 40 ore annue di aggiornamento e riqualificazione, con taglio specifico per la transizione digitale e la valorizzazione delle competenze in tecnologie emergenti come intelligenza artificiale e gestione digitale dei dati;
  • Lavoro agile regolamentato e settimana corta (36 ore su 4 giorni), per favorire la conciliazione tempi di vita-lavoro e la sostenibilità organizzativa degli enti pubblici;
  • Introduzione di nuove figure professionali (digital manager, esperti IA, data analyst) e aggiornamento dei profili di carriera per rendere la PA più attrattiva e resiliente ai cambiamenti del mercato del lavoro;
  • supporto alla genitorialità.

Previsioni per il rinnovo del CCNL 2025-2027: aumenti previsti e novità contrattuali

A prescindere alle misure della prossima Manovra finanziaria 2026 che potrebbero avere un impatto decisamente positivo sul lavoro statale, si guarda anche alle trattative sul prossimo rinnovo contrattuale per gli statali (2025-2027) che dovrebbe prevede, secondo le anticipazioni, alcune novità sostanziali, sia sul piano economico che normativo. I dati in possesso delle organizzazioni sindacali e delle amministrazioni pubbliche prospettano:
  • Aumenti tabellari fino al 6,9% rispetto alle attuali retribuzioni, con una distribuzione parziale retroattiva a partire dal 1° gennaio 2025;
  • Versamento degli arretrati per i mesi precedenti la firma effettiva, garantendo così la continuità contrattuale e la valorizzazione del lavoro fin dal primo giorno dell’anno di riferimento;
  • Maggiorazione dell’indennità di vacanza contrattuale (IVC), portata dallo 0,6% allo 1% della retribuzione tabellare tra aprile e luglio, elemento provvisorio che anticipa gli aumenti effettivi;
  • Nuove regole su lavoro agile volontario, mantenimento della “settimana corta” sperimentale e introduzione di sistemi innovativi per la trasparenza retributiva, con obbligo di report annuale sul gender pay gap;
  • Progressioni economiche interne più snelle, rafforzamento delle relazioni sindacali e maggiore spazio alle politiche di welfare e formazione in sede di contrattazione decentrata.


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