Nel 2024-2025, le aziende italiane affrontano un aumento degli attacchi hacker: ransomware, DDoS, phishing e colpi sulla supply chain mettono a rischio dati e operatività, con richieste di riscatto sempre più elevate.
Negli ultimi anni, le realtà imprenditoriali italiane hanno vissuto una crescita esponenziale degli attacchi informatici, con impatti sempre più rilevanti su settori pubblici e privati. Questo fenomeno evidenzia la vulnerabilità del tessuto produttivo nazionale di fronte all’azione di cybercriminali intenzionati a sottrarre dati sensibili, bloccare servizi o estorcere denaro tramite sofisticate tecniche digitali.
La digitalizzazione diffusa e la frammentazione del sistema economico rendono le aziende italiane bersagli ricorrenti, con il malware, il ransomware e il phishing tra i principali vettori d’attacco. Il contesto attuale vede una preoccupante espansione sia della frequenza che della gravità degli incidenti informatici, riportando il dibattito sulla priorità della sicurezza digitale quale pilastro della continuità operativa e della protezione dei dati personali e aziendali.
Il quadro delle minacce informatiche che colpiscono la Penisola è delineato da un incremento costante degli attacchi, come attestano i recenti rapporti Clusit e le analisi dei principali osservatori nazionali. Nel 2024, l’Italia ha registrato il 10% degli attacchi globali a fronte di appena l’1% del PIL mondiale, riscontrando una crescita del 15% rispetto all’anno precedente. I cyber-criminali, In media, chiedono un riscatto, una volta sottratti i dati, di circa 4 milioni di euro, per poi “accontentarsi” della metà.
Le campagne criminali si sono concentrate sia sulle grandi aziende che sulle PMI, con particolare incidenza nelle regioni settentrionali ma con una progressiva espansione verso il Centro e il Mezzogiorno. Gli attacci più diffusi con conseguenti numeri di rivendicazioni sono:
Anno |
Rivendicazioni ransomware |
2023 |
185 |
2024 |
146 |
2025 (al 29/04) |
59 |
Le minacce informatiche che colpiscono le organizzazioni italiane sono frutto di uno scenario sempre più articolato. Il ransomware si diffonde tramite e-mail di phishing - rispetto a cui è interessante approfondire il rapporto tra banche e clienti vittime di phishing -, vulnerabilità nei sistemi non aggiornati e accessi privilegiati compromessi. Con la doppia estorsione, le vittime subiscono sia la cifratura dei dati sia la minaccia della pubblicazione di informazioni sensibili se il riscatto non viene saldato. Ecco allora che una sintesi delle tecniche di attacco più diffuso ci aiutano a comprendere il funzionamento di questo fenomeno:
Il manufacturing, assieme a trasporti, supply chain, media e sanità, figura fra i comparti più bersagliati. Le campagne di attacco evidenziano un’accentuata esposizione delle aziende a rischio per la loro rilevanza economica e il possesso di dati sensibili. Nel 2024, il settore News & Multimedia è stato particolarmente colpito, con casi eclatanti di furto d’identità e diffusione massiva di informazioni personali. Finance e Pubblica Amministrazione hanno saputo innalzare le proprie difese, registrando impatti relativamente minori rispetto ad altri comparti. In pratica:
Settore |
% attacchi totali |
News/Multimedia |
18% |
Manufacturing |
25% (quota mondiale italiana) |
Trasporti/Supply Chain |
25% (quota mondiale italiana) |
Finance/Insurance |
- |
Sanità |
13,3% |
Governo, militare, forze dell’ordine |
13,3% |
Le casistiche recenti mettono in luce la varietà delle organizzazioni colpite: dal manifatturiero al settore sanitario, passando per la pubblica amministrazione e le realtà ICT. Le aziende Fruttagel, Somacis, Società Italiana Brevetti, ACEA Energia, e l’Ospedale Multimedica sono solo alcuni esempi di target andati a segno.
Nel manufacturing, la diffusione di dati exfiltrati raggiunge spesso centinaia di GB, evidenziando la presenza di informazioni strategiche. Nel settore pubblico, attacchi a Comuni e ASL hanno comportato interruzione di servizi alla cittadinanza, con rischi per la privacy degli utenti. Nel settore healthcare, la sottrazione di dati clinici ha comportato danni reputazionali e costi di ripristino elevati
L’impatto dei cyber attacchi va dall’interruzione dei servizi, con danni economici diretti e indiretti, alla perdita o diffusione di dati protetti, fattori che sottolineano la necessità di adottare strategie avanzate di cyber resilience.
A seguito di un attacco ransomware, è prassi consolidata la richiesta di riscatto, spesso veicolata tramite messaggi lasciati nei sistemi compromessi o mediante comunicazioni dirette alle aziende. Gli importi variano in relazione al valore percepito dei dati e al fatturato della vittima, ma nel caso delle PMI si attestano mediamente intorno ai 50.000-100.000 euro, mentre aziende di maggiore dimensione possono ricevere richieste superiori ai 300.000 euro. Gli aspetti interessanti che sono emersi sono 4:
La specifica esposizione del tessuto produttivo italiano alle minacce cyber è attribuibile a diversi fattori: