La firma del rinnovo del Ccnl per il comparto Funzioni locali 2022-2024 avranno aumenti medi in busta paga pari a 142 euro al mese e arretrati fino a 2.357 euro, previste altre diverse novità ma forse qualcosa ancora manca
Dopo un lungo periodo di stallo e oltre quindici mesi di trattative serrate, la firma della pre-intesa sul nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro per gli enti locali ha rappresentato un passaggio determinante nella tutela delle condizioni professionali e retributive di centinaia di migliaia di dipendenti impiegati in Comuni, Province, Città Metropolitane e Camere di Commercio. Il rinnovo coinvolge diversi profili: dal personale amministrativo a quello tecnico, fino alla dirigenza.
Tra gli aspetti più rilevanti dell’accordo si registrano incrementi retributivi e l’introduzione di misure innovative, che vanno dall’ampliamento delle tutele al rafforzamento della formazione. L’intesa, raggiunta grazie a un intenso confronto tra ARAN e sindacati, risponde a esigenze di riconoscimento economico e di adeguamento normativo, alla luce delle trasformazioni del mondo del lavoro pubblico. Tuttavia, il processo non ha registrato la piena unità sindacale: la CGIL ha infatti scelto di non firmare.
L’accordo raggiunto per il rinnovo del Ccnl enti Locali 2022-2024 ha stabilito aumenti retributivi medi di circa 140 euro lordi mensili su tredici mensilità, equivalente a un incremento del 5,78% rispetto al monte salari 2021. Questo dato segna il recupero di una parte del potere d’acquisto eroso negli anni dall’inflazione, pur restando ancora distante dalla completa copertura della perdita cumulata.
Un elemento di forte interesse per il personale è rappresentato dallo stanziamento degli arretrati contrattuali, che mediamente superano i 2.000 euro lordi per il triennio considerato, con l’impegno a corresponsione degli arretrati a partire dal 1° gennaio 2024. Le categorie dirigenziali beneficiano di aumenti specifici più elevati: per i circa 7.800 dirigenti degli enti locali, l’incremento mensile si attesta su 444 euro lordi, a testimonianza della volontà di riconoscere competenze e responsabilità crescenti.
| Categoria | Aumento medio mensile | Arretrati medi |
| Dipendenti (non dirigenti) | ~140 € | Oltre 2.000 € |
| Dirigenti | 444 € | Proporzionali all’incremento |
Un aspetto strutturale importante del nuovo assetto retributivo è il parziale conglobamento dell’indennità di comparto nello stipendio tabellare. Questa scelta punta a una maggiore trasparenza e semplicità delle buste paga, con effetti anche ai fini di calcolo di ferie, tredicesima e TFR.
Per l’entrata in vigore di tali modifiche si tiene conto della tempistica di sottoscrizione definitiva del contratto: la decorrenza potrà variare tra il 1° gennaio 2026 e il 1° gennaio 2027.
I miglioramenti normativi introdotti dal nuovo impianto contrattuale rispondono all’esigenza di conciliare efficienza dei servizi e qualità della vita lavorativa. Tra le innovazioni, l’introduzione sperimentale e volontaria della settimana lavorativa concentrata in quattro giorni (36 ore su quattro giornate) offre la possibilità di rimodulare i tempi di lavoro favorendo l’equilibrio tra sfera personale e professionale.
Particolare rilievo assume il rafforzamento del lavoro agile e da remoto, con estensione dei buoni pasto anche a chi opera in smart working. L’attenzione al benessere psico-fisico si traduce nell’ampliamento delle tutele per le assenze per malattia: vengono comprese nuove situazioni, incluse cure specialistiche e terapie salvavita, senza ricadute penalizzanti sul periodo di comporto. Sono state, inoltre, previste:
L’articolazione del fondo salario accessorio è oggetto di revisione strutturale nel rinnovato assetto, con l’obiettivo di assicurare:
Per un monitoraggio più trasparente e una gestione condivisa degli incrementi, le amministrazioni dovranno coordinarsi tra uffici del personale e servizi finanziari, garantendo allineamento di bilancio e rispetto dei vincoli di spesa ai sensi delle disposizioni legislative vigenti.
La tutela della salute e della sicurezza assume una posizione preminente nel nuovo CCNL Enti Locali 2022-2024. Tra le garanzie di maggiore impatto si segnala l’ampliamento del patrocinio legale a carico degli enti locali per dipendenti coinvolti in eventi aggressivi o procedimenti giudiziari legati allo svolgimento delle proprie mansioni.
Novità altrettanto significative riguardano la prevenzione dello stress lavorativo e del burn out, integrando strumenti di welfare aziendale anche per incentivare la mobilità sostenibile e stili di vita salutari. Il testo introduce nel dettaglio:
Nonostante gli avanzamenti, permangono nodi irrisolti che suscitano perplessità tra le sigle sindacali e il personale degli enti locali. In particolare la CGIL ha rilanciato la critica sull’entità degli aumenti, giudicati inadeguati rispetto a un’inflazione che, nel triennio considerato, si è assestata intorno al 16%. Secondo queste valutazioni, il recupero reale risulta inferiore di oltre 10 punti percentuali, alimentando la percezione di insufficiente valorizzazione del lavoro pubblico.
Le principali lacune evidenziate da rappresentanze e lavoratori riguardano: