La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha chiarito come sia possibile evitare la decurtazione dei punti dalla patente o la sua sospensione in seguito a multe rilevate da autovelox.
Nuove pronunce della Corte di Cassazione hanno fornito chiarimenti su come sia possibile evitare la decurtazione dei punti dalla patente o la sua sospensione, operando nel rispetto della legge. Vediamole da vicino:
Quando un conducente riceve una multa per eccesso di velocità, nel verbale viene specificata anche la sanzione accessoria relativa alla perdita di punti. Il titolare del veicolo è tenuto a comunicare, entro 60 giorni, chi era alla guida al momento dell'infrazione. Se fornisce i dati, la decurtazione avverrà a carico del conducente indicato. Ma c'è un'alternativa: non comunicare i dati e subire una seconda multa, prevista dall'articolo 126-bis del Codice della Strada, che varia da 291 a 1.166 euro. In questo caso, pur dovendo affrontare una sanzione economica aggiuntiva, i punti sulla patente restano intatti.
Un'altra possibilità per evitare sia la perdita dei punti sia la seconda multa è quella di dichiarare di non ricordare chi fosse alla guida, purché tale affermazione sia supportata da un valido e documentabile motivo. La Cassazione ha stabilito che, se il conducente dimostra in modo credibile di non essere in grado di identificare il responsabile dell'infrazione, non può essere sanzionato per omessa comunicazione.
Un caso tipico è quello di un'auto intestata a una persona anziana, utilizzata da più familiari per necessità quotidiane. Se il proprietario dimostra con certificati medici o altre prove oggettive di non guidare più e di non poter individuare chi fosse alla guida al momento dell'infrazione, il "non ricordo" può essere ritenuto credibile.
Ricordiamo che dichiarare falsamente che un'altra persona fosse al volante, o fornire informazioni errate, è reato di falso in atto pubblico e può portare a gravi conseguenze legali. Se le immagini dell'autovelox rivelano che il conducente era un giovane, non sarà credibile affermare che fosse un familiare anziano. Andiamo anche oltyre.
Quando un'infrazione al Codice della Strada viene rilevata senza contestazione immediata, come nel caso di multe da autovelox, il proprietario del veicolo riceve una notifica con l'invito a comunicare, entro 60 giorni, i dati del conducente responsabile.
La Cassazione ha chiarito che, in caso di ricorso contro la multa, l'obbligo di comunicare i dati del conducente è sospeso fino alla definizione del procedimento. Se il ricorso viene accolto e la multa annullata, l'obbligo decade. Al contrario, se il ricorso viene respinto, il proprietario dovrà fornire i dati richiesti; in mancanza, sarà soggetto a una sanzione amministrativa per omessa comunicazione, ma senza decurtazione dei punti.
La mancata comunicazione dei dati del conducente entro i termini previsti comporta una sanzione amministrativa che può variare da 291 a 1.166 euro. In questo caso, non avviene alcuna decurtazione dei punti dalla patente, poiché l'autorità non è in grado di identificare il conducente al momento dell'infrazione.
La Corte di Cassazione ha stabilito che fornire informazioni non veritiere sull'identità del conducente costituisce reato, punibile penalmente. Di conseguenzaz, se si sceglie di non comunicare i dati, è preferibile dichiarare l'impossibilità di ricordare chi fosse alla guida, senza fornire dettagli falsi.
In materia di guida in stato di ebbrezza, la legge prevede la sospensione della patente come sanzione accessoria. Ma la Cassazione ha chiarito che, in alcuni casi, è possibile evitare o ridurre la durata della sospensione attraverso la sostituzione della pena con lavori di pubblica utilità. Questa opzione è applicabile quando il tasso alcolemico rilevato non supera determinate soglie e il conducente non è recidivo.