Quali sono i casi in cui ci si puň opporre alla sanatoria di un abuso edilizio di un vicino di casa, come fare e i tempi
Come faccio a oppormi alla sanatoria di un abuso edilizio di un vicino di casa? Quando si realizza un abuso edilizio, inteso come la realizzazione di un’opera senza la necessaria autorizzazione, come permesso di costruire o la Scia, o di un’opera con variazioni essenziali rispetto al progetto approvato, si può procedere o alla richiesta di sanatoria, se ne sussistono i presupposti, o alla demolizione dell’opera, se non è un abuso sanabile.
Di seguito analizziamo il caso di abuso edilizio sanato da un vicino di casa e a cui ci si vuole opporre.
Il principio giuridico che permette di contrastare la sanatoria dell’abuso edilizio da parte del vicino è quello della vicinitas: prevede che un cittadino possa opporsi ad un abuso edilizio se dimostra di avere un interesse diretto, concreto e attuale, derivante dalla prossimità fisica dell’immobile rispetto all’abuso contestato.
Qualsiasi autorizzazione edilizia (anche in sanatoria) non deve, infatti, mai comportare la limitazione dei diritti dei terzi. Ciò significa che, se l’abuso del vicino pur sanato, incide o limita i propri diritti, allora è possibile contestare la sanatoria.
Il principio della vicinitas come elemento di individuazione della legittimazione non vale, comunque, da solo e in automatico a dimostrare la sussistenza dell’interesse al ricorso.
In sostanza, chi vive accanto a un’opera illegittima che è stata sanata può far valere la lesione dei propri interessi, come la tutela del paesaggio, del decoro urbano o della vivibilità dell’ambiente circostante.
Questa condizione riprende quanto anche affermato da una recente sentenza n.4822/2025 del Tar del Lazio secondo cui non si possono sanare le opere abusive in aree vincolate e zone protette. In questo caso, infatti, scatta sempre l’obbligo di demolizione.
Tale ordine può essere adottato dal giudice penale o da un ente della Pubblica Amministrazione, generalmente il Comune di competenza, e consiste in una sanzione amministrativa accessoria ogni volta che viene accertata la commissione di un reato edilizio.
Stando a quanto previsto dalla normativa vigente, chi subisce specifici pregiudizi in relazione ad un abuso edilizio autorizzato a favore di altri, come i vicini di casa, può agire, impugnando l’efficacia del titolo entro un determinato periodo di tempo a partire dal momento in cui viene pienamente a conoscenza dell’abuso.
Il termine per l’impugnazione di una sanatoria di un abuso edilizio di un vicino di casa non coincide con quello dell’esito dell’accesso agli atti, ma si deve, infatti, considerare dal momento della percezione da parte del terzo della lesività del titolo edilizio rilasciato dall’amministrazione al vicino.
Esiste, però, anche un altro orientamento che ammette la decorrenza dalla pubblicazione in Albo pretorio, per prevenire la possibilità di impugnare senza un termine fissato il titolo abilitativo rilasciato.