Spunta un nuovo condono edilizio in Manovra Finanziaria 2026: ecco cosa prevede e per chi
L’emendamento presentato per la Manovra finanziaria 2026 rilancia il tema della sanatoria edilizia, proponendo la riapertura di una finestra temporale per regolarizzare specifiche irregolarità urbanistiche. Questa iniziativa prende spunto dalla necessità di risolvere migliaia di situazioni pendenti che coinvolgono famiglie e immobili, creando aspettative significative soprattutto in alcune regioni italiane.
Si tratta di una misura attesa e dibattuta, il cui obiettivo è consentire agli aventi diritto di ottenere il riconoscimento della regolarità dei propri immobili realizzati o modificati senza titolo abilitativo, secondo le modalità e le condizioni già previste dal quadro normativo del passato.
Nel contesto della strategia governativa per il 2026, la sanatoria edilizia mira a sanare non nuove irregolarità, ma piuttosto a rimediare a errori amministrativi e incomprensioni normative che hanno lasciato in sospeso numerose richieste di regolarizzazione.
Il riferimento principale per la nuova proposta di condono edilizio è rappresentato dalla cosiddetta "terza maxi-sanatoria", approvata nel 2003 durante il governo guidato da Silvio Berlusconi, che aveva introdotto la possibilità di regolarizzare opere abusive ultimate entro il 31 marzo 2003. Solo quelle conformi agli strumenti urbanistici vigenti a quella data potevano beneficiare della sanatoria, con esclusioni rigorose per aree vincolate o soggette a tutela.
Il meccanismo introdotto permise di regolare numerose situazioni di abuso, ponendo delle condizioni stringenti legate sia al tipo di intervento, sia alla localizzazione degli immobili. Gli interventi che potevano essere sanati ricadevano principalmente tra ristrutturazioni, restauri e lavori di risanamento conservativo che non comportavano incremento volumetrico.
Nei casi di immobili in zone sottoposte a vincoli ambientali, paesaggistici, idrogeologici o storici, era richiesta l’autorizzazione delle autorità competenti e la sanatoria era possibile solo laddove le opere non alteravano la volumetria e rispettavano il carattere storico-artistico dei manufatti.
Non erano invece ammessi alla regolarizzazione:
L’emendamento di cui si discute in commissione Bilancio al Senato propone la riapertura dei termini per la presentazione delle domande di sanatoria secondo l’impianto normativo del 2003. Ciò significa che potranno essere regolarizzati quegli immobili e quegli interventi che rispettano cumulativamente i seguenti requisiti:
La nuova possibilità di regolarizzazione non è estesa a tutti gli abusi: sono previsti limiti e rigorosi criteri di esclusione, volti a salvaguardare l’integrità dei territori soggetti a particolare tutela. Non potranno essere oggetto di sanatoria:
| Casi Sanabili | Casi Esclusi |
| Restauri, risanamenti conservativi senza aumento volumetrico, completati entro il 31 marzo 2003 e conformi alle prescrizioni urbanistiche | Opere in zone rosse, inedificabilità assoluta, non adeguabili alle norme antisismiche o già oggetto di precedenti condoni |
La ratio del legislatore è evitare che la procedura venga percepita come una “sanatoria indiscriminata”, tutelando invece l’interesse pubblico alla sicurezza e alla protezione dell’ambiente. Le esclusioni puntano soprattutto a prevenire futuri contenziosi e a garantire condizioni di sicurezza per gli abitanti delle aree interessate.
Un aspetto centrale nella discussione riguarda il peso delle pratiche non concluse sul territorio campano. In questa regione, infatti, la precedente normativa regionale non recepì in modo pieno le disposizioni introdotte dal condono nazionale del 2003, lasciando in sospeso numerose domande. Questo ha creato un elevato contenzioso amministrativo e situazioni di forte incertezza per cittadini che, pur avendo adempiuto agli oneri richiesti, si sono visti negare la regolarizzazione delle loro abitazioni.
Secondo quanto dichiarato dai promotori, la riapertura della sanatoria riceverà priorità nelle discussioni, soprattutto per le implicazioni che comporta in termini sociali e di gestione dei contenziosi amministrativi. Tuttavia, le divisioni politiche e le critiche delle opposizioni potrebbero influenzare l’esito e la tempistica dell’approvazione.