Le agevolazioni per l’efficienza energetica e la ristrutturazione degli immobili sono un tema centrale nella pianificazione di lavori edilizi in Italia. La scelta tra le detrazioni fiscali ancora valide nel 2026 e i nuovi meccanismi di incentivo come il Conto Termico 3.0 richiede attenzione e conoscenza delle attuali regole. Nei prossimi mesi, il panorama delle agevolazioni cambierà a causa di revisioni normative e riduzione delle aliquote. Tale scenario impone di analizzare attentamente vantaggi, limiti e criteri di accesso sia per gli incentivi fiscali classici sia per i contributi diretti promossi dal Ministero dell’Ambiente.
Detrazioni fiscali per la casa nel 2026: bonus ristrutturazioni, Ecobonus e le aliquote in vigore
Dal prossimo anno le principali detrazioni fiscali per lavori su immobili residenziali resteranno come attualmente previste, prevedendo:
- Bonus Ristrutturazione, destinato agli interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria su edifici esistenti;
- Ecobonus per gli interventi di efficientamento energetico (isolamento, sostituzione infissi, pannelli solari termici, ecc.);
- Bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche e per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici connessi a lavori di ristrutturazione (solo fino al 31 dicembre 2025, salvo proroghe specifiche).
Le aliquote dei
bonus edilizi ancora vigenti saranno
:
- 50% per la prima casa: la detrazione per la prima abitazione dovrebbe restare al 50% anche nel 2026, recuperabile in dieci anni e sempre associata al bonus mobili;
- 36% per altre unità immobiliari: per le seconde case la percentuale si ridurrà, sempre applicata a una spesa massima di 96.000 euro;
- L’Ecobonus rimane con detrazione del 50% per lavori che rispettano i parametri sui nuovi infissi e sulle migliorie energetiche, mentre per altre tipologie (e per chi non rispetta i requisiti di trasmittanza, ad esempio) si applicheranno percentuali più basse.
Le modalità di rimborso prevedono una ripartizione decennale, con recupero fiscale più rapido ma rischi per chi ha scarsa capienza IRPF. Per gli interventi che garantiscono un miglioramento dell’efficienza energetica si confermano anche gli obblighi di comunicazione all’ENEA entro 90 giorni dal termine dei lavori.
Conto Termico 3.0: cos’è, quando si applica e quali lavori sono ammessi
La nuova versione del Conto Termico (3.0) entrerà a pieno regime tra gennaio e febbraio 2026. Si tratta di un incentivo diretto, e non una detrazione, erogato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici), rivolto a soggetti pubblici e privati per la realizzazione di specifici interventi di efficientamento energetico e utilizzo di fonti rinnovabili.
Il funzionamento del Conto termico 3.0 prevede l’accredito di un contributo diretto sul conto corrente del beneficiario (fino a 15.000 euro in un’unica soluzione; per importi superiori, l’incasso avviene in massimo cinque rate annuali). A differenza delle detrazioni fiscali tradizionali, qui non sono richiesti limiti di reddito né capienza fiscale. Privati, aziende e enti pubblici possono usufruire del meccanismo; il rimborso massimo è pari al 65% delle spese sostenute, mentre per le amministrazioni pubbliche può arrivare fino al 100%.
L’elenco degli interventi ammissibili include:
- Sostituzione dell’impianto termico con pompe di calore (elettriche o ibride);
- Impianti solari termici integrati;
- Allaccio a reti di teleriscaldamento/teleraffrescamento;
- Colonnine di ricarica veicoli elettrici, solo se abbinate ad altri interventi;
- Sistemi a biomassa certificati;
- Interventi minori come isolamento termico e, per alcune categorie, anche sostituzione infissi e schermature solari;
- Microcogenerazione da fonti rinnovabili.
Il beneficio si ottiene presentando domanda tramite il portale GSE, allegando la documentazione richiesta, entro 60 giorni dalla fine lavori. Per le tecnologie presenti nel catalogo GSE, l’iter è ulteriormente semplificato.
Principali differenze tra Conto Termico 3.0 e detrazioni fiscali: requisiti, tempistiche e modalità di accesso
Il confronto tra i due strumenti rivela differenze sostanziali:
- Tipologia di incentivo: le detrazioni fiscali sono recuperate tramite IRPEF/IRES in 10 anni (o 5 anni per alcune misure future); il Conto Termico eroga un importo diretto, in tempi rapidi, sul conto corrente;
- Vincoli di accesso: le detrazioni sono legate alla capienza fiscale e, dal 2025, possono subire limiti in caso di redditi elevati; il Conto Termico è aperto a chiunque, indipendentemente dal reddito;
- Requisiti tecnici: il Bonus Ristrutturazione è più flessibile (rinnovi di infissi anche con modifiche), mentre l’Ecobonus e il Conto Termico richiedono rispetto di standard di efficienza e sostituzione pre-esistente;
- Tempistiche: per detrazioni fiscali l’incentivo viene recuperato in più anni, mentre il Conto Termico (per importi sotto i 15.000 euro) garantisce rimborso in pochi mesi;
- Documentazione e adempimenti: occorre comunicazione ENEA per detrazioni legate all’efficienza energetica; per il Conto Termico si utilizza direttamente la piattaforma del GSE;
- Tipologia di lavori: il Bonus Casa copre una gamma più ampia di lavori su immobili abitativi, l’Ecobonus è specifico per miglioramenti energetici, mentre il Conto Termico finanzia interventi legati all’impiantistica per energia termica e rinnovabile.
Quali interventi conviene scegliere nel 2026: confronto economico pratico
La
valutazione su ciò che conviene realmente nel 2026 deve tenere conto della
tipologia di lavoro, della natura dell’immobile e della tempistica di ritorno economico. Ecco un confronto schematico:
| Tipologia di intervento |
Bonus fiscali (prima casa) |
Conto Termico 3.0 |
| Sostituzione infissi |
50% in 10 anni (in attesa di conferma per il 2026) |
Solo in casi specifici e principalmente per enti/terziario |
| Installazione pompa di calore |
50% (Ecobonus); 36%/30% (dal 2026) |
Fino al 65%, incasso rapido e senza limiti di reddito |
| Isolamento termico (cappotto, serramenti su terziario) |
50% (Ecobonus); 36%/30% (dal 2026) |
Fino al 65% per imprese e terziario |
| Impianti a biomassa e scaldacqua a pompa di calore |
50% o 36% |
Fino al 65% |
Per le abitazioni private, gli incentivi fiscali restano la prima opzione per molti interventi, dato che il nuovo Conto Termico ha limitazioni di accesso per alcune categorie (vedi restrizioni sulle sostituzioni infissi e le specifiche dell’immobile). Tuttavia, chi deve intervenire su pompe di calore, solare termico, o desidera tempi di rimborso più rapidi, può trovare «nel contributo diretto» un vantaggio economico superiore (ad esempio, una pompa di calore del valore di 15.000 euro restituisce tramite Conto Termico oltre 2.000 euro in più rispetto alla detrazione sulla prima casa).
Limiti, nuovi requisiti e rischi: cosa cambia davvero dal 2026
L’anno 2026 vedrà una maggiore selettività e limiti più stringenti nell’accesso sia ai bonus fiscali che alle nuove formule di incentivo.
- Per il Bonus Casa e l’Ecobonus, alcune detrazioni saranno ridotte: la percentuale scende (salvo proroghe) al 36% sulle prime case e al 30% sulle altre. Cresce la rilevanza della capienza fiscale: accorciando a cinque anni l’orizzonte di detrazione per la prima casa, occorre avere sufficiente IRPEF annuale, oppure parte del vantaggio va perso.
- Conto Termico 3.0: la nuova versione, pur ampliando la gamma di interventi e semplificando l’accesso, introduce limiti per gli edifici residenziali: i benefici maggiori sono riservati a enti del terzo settore, imprese e amministrazioni pubbliche, specialmente su interventi voluminosi e innovativi. Alcune fonti segnalano esclusione degli immobili civili non aventi specifici requisiti tecnici. È fondamentale consultare il catalogo aggiornato del GSE.
- Comunicazione e tempi: aumentano le verifiche e gli adempimenti documentali sia per le detrazioni (comunicazione ENEA) sia per il Conto Termico. Il mancato rispetto delle procedure può precludere l’accesso al beneficio.
Suggerimenti pratici e strategie per massimizzare il risparmio su lavori e ristrutturazioni
Alla luce dei cambiamenti del 2026, è consigliabile
valutare ogni intervento in funzione della categoria catastale, del reddito personale e dei nuovi vincoli normativi. Si possono adottare alcune strategie per ottimizzare il risparmio:
- Prevedere lavori di efficientamento energetico “profondo” (ad esempio, upgrade sostanziale della classe energetica), così da sfruttare le aliquote e i bonus ancora alti laddove disponibili e massimizzare i ritorni;
- Verificare i requisiti tecnici e la categoria catastale: per gli immobili non abitativi alcuni incentivi sono maggiori o più rapidi (Conto Termico);
- Documentazione completa, sia per incentivi fiscali che per il nuovo contributo GSE: fatture, attestati di prestazione, certificati di smaltimento, dichiarazioni del produttore sono richiesti;
- Affidarsi a professionisti per la pianificazione, con controllo preventivo delle misure normative e dei requisiti di accesso, per evitare contestazioni e sfruttare l’agevolazione più vantaggiosa in base al tipo di intervento e soggetto richiedente;
- Considerare sempre la programmazione temporale: in caso di possibili proroghe e modifiche alle aliquote, valutare convenienza di anticipare o posticipare le spese a cavallo tra 2025 e 2026.
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