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Contratto Enti Locali, a chi spetta e quando una tantum di 2500 euro per il doppio rinnovo 2022-2024 e 2025-2027

di Marianna Quatraro pubblicato il
Contratto Enti Locali una tantum 2500 eu

Una tantum di arretrati fino a 2.500 per i dipendenti pubblici degli Enti Locali per il doppio rinnovo contrattuale 2022-2024 e 2025-2027: cosa prevede la nuova proposta allo studio del Ministero

Il rinnovo del Contratto degli Statali degli Enti Locali tra il triennio 2022-2024 e il prossimo 2025-2027 prevede cambiamenti che interessano oltre un milione e mezzo di dipendenti degli enti locali, tra Regioni, Province, Comuni e Camere di commercio. La prospettiva di un doppio rinnovo, in cui si discute anche di un'erogazione straordinaria di 2.500 euro una tantum, pone l'accento sul tentativo di recuperare la perdita di potere d'acquisto dovuta all'inflazione e di uniformare le tempistiche delle tornate contrattuali. 

La situazione attuale delle trattative sul rinnovo 2022-2024

Nel corso degli ultimi anni, l’avanzamento nella revisione dei contratti per il personale degli enti locali ha subito una notevole accelerazione, soprattutto con l’obiettivo di riallineare i cicli negoziali rispetto al reale andamento economico.

Tuttavia, la firma dei rinnovi contrattuali relativi al triennio 2022-2024 non è ancora stata raggiunta. Al centro delle trattative si trovano i comparti Istruzione e ricerca e Funzioni locali, che riuniscono la grande maggioranza delle figure impiegate nella macchina amministrativa territoriale. 

Il passaggio cruciale per il proseguimento delle discussioni è fissato al 4 novembre, data in cui si prevede la chiusura della certificazione della nuova rappresentatività sindacale. Questo passaggio consente l’avvio del negoziato per il secondo triennio (2025-2027), per il quale le risorse disponibili sono già state individuate nell’ultima Manovra Finanziaria e la direttiva negoziale è stata firmata dal ministro per la Pubblica Amministrazione. 

La posizione delle principali sigle sindacali (come Cgil e Uil) risulta determinante, rappresentando la maggioranza relativa nelle funzioni locali. Lo stallo deriva dall’insoddisfazione verso le risorse destinate agli aumenti salariali del 2022-2024, giudicate insufficienti nel coprire la perdita salariale dovuta all’aumento dei prezzi al consumo. 

Le ragioni dello stallo e le richieste sindacali

Il principale nodo irrisolto nelle trattative sul rinnovo del Ccnl Enti Locali 2022-2024 riguarda la disparità tra l’offerta economica proposta dalle istituzioni e le rivendicazioni dei lavoratori. L’aumento salariale prospettato per il periodo, pari al 6%, viene considerato non rappresentativo dell’incremento reale del costo della vita, che è stato superiore al 14% nel triennio di riferimento. La piena compensazione dell’inflazione richiederebbe risorse nettamente superiori, per una cifra stimata in circa 32 miliardi di euro per l’intero comparto pubblico, risultando irrealizzabile sotto il profilo finanziario.

Le principali sigle sindacali hanno insistito su una soluzione ponte: anticipare una parte delle somme già previste per il successivo rinnovo contrattuale 2025-2027, così da poter offrire un ristoro immediato ai lavoratori senza attendere l’avvio del nuovo ciclo negoziale. Tuttavia, tale proposta, pur accogliendo le difficoltà di bilancio, risulta complessa da applicare per le sue implicazioni contabili e per il necessario rispetto dei vincoli sui saldi pubblici.

  • Richiesta di maggiore flessibilità nell’utilizzo delle risorse future
  • Anticipo delle quote previste per il 2025-2027
  • Maggiore attenzione alla rivalutazione degli accessori retributivi.

La proposta una tantum: caratteristiche e benefici per i dipendenti

Tra le opzioni considerate nell’attuale fase di stallo spicca l’ipotesi di erogare una indennità una tantum di 2.500 euro a ciascun dipendente degli enti locali come compensazione degli arretrati nell’ambito del rinnovo contrattuale, in attesa che gli incrementi stipendiali diventino strutturali a partire dal nuovo triennio. Il beneficio sarebbe riconosciuto solo in caso di sottoscrizione ravvicinata dei contratti riguardanti i periodi 2022-2024 e 2025-2027. La somma sarebbe così riconosciuta:
  • L’indennità verrebbe corrisposta in un’unica soluzione dopo la firma dei nuovi contratti
  • Essa comprenderà tutti gli arretrati maturati nel periodo di sospensione delle trattative
  • Il valore netto in busta paga potrà variare a seconda delle posizioni e delle detrazioni spettanti
Oltre all’indennità straordinaria, un altro aspetto molto rilevante per il personale riguarda gli aumenti retributivi mensili che sarebbero poi resi operativi nelle successive scadenze annuali. I benefici attesi includono:
  • Poter ottenere un ristoro economico immediato
  • Allineare i tempi dei rinnovi contrattuali per il settore pubblico
  • Accrescere, anche in termini prospettici, il valore del lavoro nella pubblica amministrazione territoriale.

Gli aumenti salariali previsti fino al 2027 e la loro suddivisione

Secondo quanto anticipato, l’attuazione di rinnovi in sequenza per i due trienni comporterebbe incrementi mensili stipulati su più fasi. In particolare, l’aumento corrisponderebbe mediamente a 190 euro mensili nel corso del 2024, con successive rivalutazioni fino a toccare i 230 euro nel 2025 e raggiungere i 280 euro a regime dal 2027. Per offrire chiarezza, di seguito una tabella di sintesi degli aumenti previsti:
Anno Incremento Lordo Mensile
2024 190 €
2025 230 €
2027 280 €

Questi importi rappresentano valori medi e potranno variare in funzione delle specificità contrattuali e della qualifica professionale. Inoltre:

  • La corresponsione non si esaurisce nell’anticipo una tantum, ma prevede un incremento strutturale e progressivo dei salari nel corso degli anni.
  • Ogni scatto sarà preceduto dalla pubblicazione delle direttive negoziali e dalla disponibilità dei fondi previsti a bilancio nelle leggi annuali.

 

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