Il nodo centrale delle contestazioni riguarda il requisito di omologazione degli autovelox, come stabilito dalla Cassazione in due sentenze chiave.
La circolare del Ministero dell’Interno, indirizzata ai prefetti e agli enti locali, cerca di mettere ordine nella complessa questione dei ricorsi contro le multe elevate tramite autovelox non omologati.
Questo intervento - nel contesto della riforma del nuovo Codice della Strada - arriva in un momento delicato, dopo che due sentenze della Cassazione nel 2024 hanno destabilizzato il sistema sanzionatorio, e ha messo in discussione la legittimità delle multe emesse con apparecchiature semplicemente approvate. L’efficacia delle nuove linee guida rimane incerta, e il problema sembra ben lontano da una soluzione definitiva. Approfondiamo tutto:
Con la nuova circolare, il Ministero dell’Interno invita prefetti e amministrazioni locali a sostenere nei procedimenti giudiziari l’equivalenza tra approvazione e omologazione, basandosi su argomentazioni fornite dall’Avvocatura Generale dello Stato. Si sottolinea come entrambe le procedure garantiscano la sicurezza e l’affidabilità dei dispositivi utilizzati per rilevare le infrazioni.
Per rafforzare questa posizione, si richiede di presentare documentazione che dimostri come gli autovelox approvati rispettino standard tecnici ben precisi. Ma la circolare ammette implicitamente la fragilità di questa strategia, riconoscendo che un eventuale ricorso alla Cassazione per ribaltare l’attuale indirizzo giurisprudenziale sarebbe altamente rischioso.
Le nuove indicazioni del Viminale puntano a limitare i ricorsi, ma la loro applicazione pratica presenta diverse criticità. Per gli automobilisti, le sentenze della Cassazione restano un punto fermo che giustifica la contestazione delle multe emesse con dispositivi non omologati. Il tutto potrebbe tradursi in un’ulteriore escalation di ricorsi, aggravando il carico di lavoro per prefetture e giudici di pace. D’altro canto, i comuni rischiano di vedere ridotti gli introiti derivanti dalle sanzioni e mettere in crisi i bilanci locali già in difficoltà.
Molti giuristi hanno già definito le indicazioni del Viminale un palliativo destinato a cedere sotto il peso delle contestazioni in tribunale. La soluzione al problema risiede in una riforma normativa che chiarisca i criteri di omologazione e approvazione degli autovelox, garantendo al contempo la certezza del diritto e la trasparenza nei procedimenti sanzionatori. Al momento non sono stati però annunciati tempi certi per l’adozione delle nuove norme, lasciando sia automobilisti sia amministrazioni in una situazione di incertezza.