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Cu 2025, gli errori più frequenti e cosa controllare. Come e chi deve correggerli se ci sono prima di fare 730 2025

di Marianna Quatraro pubblicato il
Cu 2025 errori

Quali errori possono esserci nelle CU 2025 e cosa controllare: ecco come fare le correzioni ed evitare le sanzioni. I chiarimenti

Cosa si deve controllare nella Certificazione Unica 2025 ricevuta dai datori di lavoro? I sostituti di imposta di preparano hanno inviare le Certificazioni Uniche 2025 CU attestanti i redditi percepiti dai propri lavoratori lo scorso anno 2024 e proprio ai dipendenti spetta effettuare verifiche del documento per verificare che tutto sia corretto e non ci siano errori o eventuali modifiche o integrazioni da effettuare. 

  • Cosa si deve controllare nella Certificazione Unica 2025
  • Quali sono gli errori più frequenti nelle CU
  • Chi e come deve correggerli

Cosa si deve controllare nella Certificazione Unica 2025

La CU 2025 si può controllare o direttamente sul modello consegnato dal datore di lavoro o scaricandolo dal sito dell'Agenzia delle Entrate, accedendo al proprio Cassetto Fiscale.

Bisogna innanzitutto verificare che gli importi delle voci in busta paga, relative alle competenze e alle trattenute, corrispondano alle voci riportate nel modello.

Le procedure di controllo permettono di evidenziare, con specifici messaggi di errore, le eventuali anomalie o incongruenze riscontrate tra i dati contenuti nel modello di dichiarazione e nei relativi allegati e le indicazioni fornite dalle specifiche tecniche e dalla circolare dei controlli.

Quali sono gli errori più frequenti nelle CU

Gli errori che possono essere riportati nella Certificazione Unica possono riguardare tanto gli importi relativi ai redditi percepiti dai lavoratori, quanto anche i suoi dati anagrafici. 

Chi e come deve correggerli

Se dalla verifica della Certificazione Unica CU emergono errori, il lavoratore deve rivolgersi al proprio sostituto d'imposta e chiedere la correzione dei dati.

Quest’ultimo ha l’obbligo, secondo le leggi in vigore, di effettuare le dovute correzioni e consegnare la copia del modello sintetico della Certificazione Unica rettificato, segnalando che quella precedentemente inviata è stata annullata.

Può accadere, però, che il datore di lavoro non corregga la CU con i dati reddituali errati e in questo caso il contribuente si ritrova nella posizione di aver percepito un reddito diverso da quello risultante dal documento.

Se il reddito percepito è minore di quello certificato, il lavoratore rischia di pagare più tasse del previsto a causa di redditi non effettivamente percepiti. 

Per evitare tale situazione, il contribuente deve compilare il modello 730 riportando i redditi, anche non percepiti, come risultanti dalla Certificazione Unica 2025 ricevuta nel Quadro C ‘Redditi di lavoro dipendente e assimilati’, e l’importo certificato ma non effettivamente percepito sul rigo E26 ‘Altri oneri deducibili’.

Dunque, in caso di errori nella Cu è necessario segnalarlo al sostituto d’imposta e ottenere una nuova CU di rettifica, pagando le eventuali sanzioni in caso di ritardi.

Se la rettifica avviene in modalità telematica entro 5 giorni dai termini, non sono previste sanzioni.

Precisiamo che i cinque giorni decorrono dalla data di invio per le CU accettate o dalla data indicata nella notifica di scarto per le CU con errori di trasmissione.

Se si supera il termine dei 5 giorni per l’invio della rettifica, come nel caso di correzione dal datore di lavoro, sono previste le seguenti sanzioni:

  • per una Cu errata trasmessa entro il 17 marzo, corretta e ritrasmessa entro 60 giorni, si devono pagare di 33,33 euro per singola certificazione con limite massimo di 20mila euro per anno e sostituto d’imposta;
  • per omessa, tardiva o errata Cu, la sanzione sale a 100 euro per singola certificazione con limite massimo di 50mila euro per anno e sostituto d’imposta.
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