Come cambia l’età pensionabile nel 2025 con lo sblocco del meccanismo di adeguamento dell’uscita alle aspettative di vita: le prospettive
Quanto aumenta l’età pensionabile nel 2025 con lo sblocco del meccanismo di adeguamento alle aspettative di vita? La riforma delle pensioni firmata Fornero si basa su un meccanismo di adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, con un aumento di tre mesi dell’età per andare in pensione ogni due anni.
Il principio seguito è che più si vive e più si può lavorare. Secondo l’impianto originario della riforma, l’adeguamento sarebbe dovuto scattare ogni due anni.
Il Decreto Pensioni del 2019 ha, poi, bloccato l'adeguamento all'aspettativa di vita fino al 2026, ma la Manovra Finanziaria 2024 del governo Meloni ha anticipato la ripresa degli scatti alla fine del 2024.
Tuttavia, in base alle stime diffuse dall’Istat, non sono previsti ulteriori aumenti fino al 2026 ma solo perché per il biennio 2025-2026 la speranza di vita è risultata negativa.
Il notevole aumento dei decessi registrato durante il periodo della pandemia (da Covid) ha notevolmente ridotto l'aspettativa di vita e per un nuovo reale adeguamento dell’età pensionabile per l’uscita bisognerà attendere il 2029.
Per la prima volta, infatti, secondo i rilevamenti dell’Istituto di statistica, la speranza di vita si è abbassata, per cui l’età pensionabile dal primo gennaio 2025 non subirà alcun incremento pur essendo stato sbloccato il meccanismo di adeguamento all’aspettativa di vita.
Considerando la riduzione dell’aspettativa di vita registrata dall’Istat a fine 2023 e alla luce dello scenario socio-sanitario prodotto dalla Ragioneria Generale dello Stato a settembre dello scorso anno, fino al 31 dicembre 2028 si dovrebbe continuare ad andare in pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni di età (e con almeno 20 anni di contributi).
L’età per andare in pensione di vecchiaia ricomincerebbe a salire, sempre secondo la Ragioneria di Stato, solo dal primo gennaio 2029 e solo di un mese (e non di tre come previsto dalla Legge Fornero), passando quindi a 67 anni e 1 mese. E aumenterebbe, di pari passo, anche l’anzianità contributiva necessaria per l’accesso al pensionamento anticipato, che passerebbe sempre dal 2029 a da 42 anni e 10 mesi di contributi a 42 anni e 11 mesi (e un anno in meno per le donne), sempre a prescindere dal requisito anagrafico.