Destinare il Tfr nel fondo pensione dopo 6 mesi di silenzio-assenso o versare il 25% del trattamento nei fondi: le ipotesi al vaglio del governo per incentivare la previdenza integrativa nella prossima Manovra
Quali sono le due nuove ipotesi allo studio del governo per Fondi Pensioni e Tfr per la prossima Manovra 2025? Il Tfr è il Trattamento di fine rapporto che ogni lavoratore dipendente matura, anno per anno, prestando servizio presso lo stesso datore di lavoro e che ha diritto a percepire interamente al momento della cessazione del rapporto di lavoro, per qualsiasi motivo esso avvenga, per esempio per licenziamento, o dimissioni, o per raggiungimento dei requisiti pensionistici.
Con la prossima Manovra Finanziaria 2025 qualcosa potrebbe cambiare per il Tfr dei dipendenti. Due al momento sono le ipotesi al vaglio.
I tecnici del ministero sarebbero già a lavoro per far scattare il silenzio-assenso di 6 mesi dal prossimo gennaio. Se la misura sarà approvata, i lavoratori che lasciano il Trattamento in azienda dovranno esprimere entro sei mesi la loro volontà o di continuare a versarlo lì o di metterlo nel fondo di categoria.
Se il lavoratore non dichiarerà esplicitamente la sua decisione, diventerà silente e il Tfr passerà direttamente nel fondo pensione.
La seconda proposta per la Manovra Finanziaria 2025, avanzata dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, è il versamento obbligatorio del 25% del Trattamento al fondo pensione.
In questo caso, ci sarebbe la possibilità per i lavoratori di aumentare successivamente la percentuale per garantire maggiori opportunità di risparmio pensionistico per tutti i lavoratori dipendenti.