Continuano ancora le discussioni per il rinnovo ufficiale del Ccnl Metalmeccanici 2024-2027 senza alcuna prospettiva positiva al momento e si annunciano già nuovi scioperi
Lo scorso 12 giugno, l’Istat ha ufficializzato il valore percentuale dell’indice IPCA-NEI (Ipca al netto degli energetici importati), in riferimento all’anno 2024 che è pari all’1,3%.
In relazione a questa percentuale e all’accordo di rinnovo 5 febbraio 2021, tra Federmeccanica, Assistal e Fim, Fiom, Uilm, che prevede la clausola di Ultrattività, l’aumento retributivo a partire da questo mese di giugno è di 27,70 euro mensili per il livello C3 (ex livello 5) per il Ccnl Industria Metalmeccanica, di 27,90 euro mensili per la categoria 5 per il Ccnl Unionmeccanica e di 24,75 euro mensili per la categoria 5 per il Ccnl Orafi-Argentieri.
I contratti nazionali, scaduti, grazie alla clausola di ultrattività, garantiscono ai metalmeccanici gli aumenti, adeguando le retribuzioni per i mesi futuri, fino alla sottoscrizione di un nuovo contratto nazionale, insieme ai 200 euro di welfare contrattuale. Del resto, si discute ancora per il rinnovo del Ccnl dei Metalmeccanici 2024-2027 per cui sembra ancora difficile riuscire ad arrivare ad una degna conclusione della trattativa.
La situazione è molto complessa, la posizione di sindacati e parti datoriali sono molto distanti, le richieste puntano ad ottenere il massimo per i lavoratori ma poche sono le aperture, mentre potrebbe prospettarsi un intervento del governo, quanto meno per garantire ai dipendenti gli incrementi a cui avrebbero diritto.
Forza Italia ha, infatti, avanzato la proposta di un disegno di legge per sostenere i lavoratori e le imprese del settore metalmeccanico, con l’obiettivo di aumentare le retribuzioni senza però lavorare su tutte le altre richieste presentate dai sindacati per un miglioramento delle condizioni lavorative del settore.
Il disegno di legge presentato prevede l’esenzione dal pagamento di imposte e contributi previdenziali per i prossimi tre anni per garantire gli aumenti retributivi per il rinnovo contrattuale.
Ciò significa che le somme corrisposte ai lavoratori a titolo di incremento contrattuale non concorrerebbero alla formazione del reddito imponibile ai fini fiscali e non sarebbero soggette a contribuzione.
Si potrebbero, dunque, solo sboccare gli aumenti per i metalmeccanici, considerando che ancora si balla tra la richiesta da parte dei sindacati di incrementi fino a 280 euro lordi per il livello C3 (ex quinto livello) da riproporzionare poi per gli altri livelli e la controproposta da parte delle associazioni datoriali di incrementi di 173 euro.
Le altre richieste avanzate per il nuovo contratto mirano invece a ridurre l’orario di lavoro, a incrementare e potenziare il welfare, a garantire maggiore sicurezza sul lavoro.
Nel frattempo, i sindacati di Fim, Fiom e Uilm hanno già annunciato che senza nuovo contratto, per la dignità del lavoro e per il futuro del Paese, ci sarà un nuovo sciopero di 8 ore dei metalmeccanici venerdì 20 giugno.
Per l'occasione, il segretario generale della Fim-Cisl Ferdinando Uliano sarà a Bologna, il segretario generale della Fiom-Cgil Michele De Palma sarà a Napoli, il segretario generale della Uilm-Uil Rocco Palombella sarà a Mestre.
Le altre città dove si svolgeranno le manifestazioni regionali sono Udine, Trento, Bergamo, Aosta, Torino, Genova, Firenze, Ancona, Perugia, Lanciano, Roma, Bari, Potenza, Vibo Valentia, Palermo e Cagliari.
Secondo i sindacati, rinnovare ufficialmente il Ccnl è l’unica risposta per contrastare la crisi, dare stabilità e rilanciare il sistema industriale del Paese, perché permettere non solo di aumentare i salari, ma anche di contrastare la precarietà, estendere i diritti e rafforzare la sicurezza sul lavoro, evitando le morti e garantendo così un lavoro sicuro.
Nell’attesa che il rinnovo del Contratto Metalmeccanici 2024-2027 principale sia ufficialmente approvato, qualcosa nel settore è già cambiato con il rinnovo del Ccnl Metalmeccanici della Piccola Industria prima e poi con il rinnovo del biennio economico 2025-2026 che ha stabilito aumenti salariali per dipendenti di Stellantis, Iveco, CNH e Ferrari, dopo una lunga trattativa iniziata lo scorso dicembre.
Gli incrementi risultano complessivamente pari al 6,6%, per un valore medio in Stellantis di 134,96 euro (seconda Area) e in Cnhi-Iveco-Ferrari di 139,80 euro (Terzo gruppo).