Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Intramoenia potrebbe essere sospesa secondo ministro Orazio Schillaci: non sta velocizzando visite mediche ma le ostacola

di Marianna Quatraro pubblicato il
Intramoenia potrebbe essere sospesa

Le visite in intramoenia potrebbero essere sospese: l'annuncio del ministro Schillaci. L'obiettivo prioritario deve essere quello di riorganizzare e garantire innanzitutto l’offerta pubblica

Negli ultimi anni le liste d'attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici nel settore pubblico sono diventate uno degli argomenti più discussi in ambito sanitario italiano, alimentando il malcontento di milioni di cittadini. Secondo i dati più aggiornati, quasi un italiano su dieci si è visto costretto a rinunciare a cure necessarie o ha dovuto rivolgersi a prestazioni private a causa delle lungaggini nell’accesso ai servizi del SSN.


In questa cornice, la discussione sull’attività cosiddetta “intramoenia”, cioè le visite a pagamento effettuate in ospedale oltre l’orario istituzionale, è tornata attuale, anche grazie alle recenti affermazioni del ministro della Salute Orazio Schillaci, che valuta una sospensione di questa possibilità dove generi diseguaglianze nell’accesso alle cure. 

Cosa sono le attività intramoenia e perché sono al centro del dibattito

Le attività intramoenia si realizzano quando i medici ospedalieri, fuori dall’orario ordinario di lavoro, svolgono visite o esami a favore di pazienti che desiderano scegliere un particolare specialista e sono disposti a pagare una tariffa aggiuntiva. Le prestazioni avvengono negli stessi spazi e con le stesse attrezzature degli ospedali pubblici, ma in regime di libera professione regolamentata. Una parte rilevante della tariffa resta all’azienda sanitaria, il resto va al medico.


Questa possibilità fu introdotta negli anni Novanta per rendere più competitivo il SSN rispetto al privato puro e per offrire un canale parallelo in grado di garantire tempi più brevi e la possibilità di scegliere il proprio specialista.
 

Attualmente l'incremento delle richieste di esami e visite attraverso questo canale è pari al 10% rispetto al passato recente: ciò testimonia quanto la popolazione utilizzi l’intramoenia come soluzione alle carenze del sistema tradizionale.

I numeri delle liste d'attesa: dati Agenas, impatto degli orari e situazione attuale

L’analisi dei dati della piattaforma nazionale delle liste d’attesa di Agenas rivela un quadro ancora critico: dal giugno al settembre appena trascorso sono stati prenotati oltre 25 milioni di esami a livello nazionale. Di questi, solo il 41,9% è stato effettuato entro i termini stabiliti dalla legge, lasciando il restante 58,1% oltre i limiti previsti.


L’emergenza emerge ancor più chiaramente per quanto concerne le visite: su 17,7 milioni di prenotazioni, appena il 35,8% è stato soddisfatto nei tempi regolamentari, mentre oltre il 64% ha subito ritardi considerevoli. La media nazionale, dunque, vede circa sei cittadini su dieci attendere più del dovuto per visite o esami diagnostici.


I tentativi di superare questi limiti stanno portando alcune Regioni, come il Piemonte, a sperimentare aperture in orari non convenzionali. Attualmente, in determinati territori, i cittadini possono beneficiare di esami e visite anche in fascia serale, durante i week-end o nei giorni festivi, una soluzione adottata con risultati incoraggianti per alleggerire il carico delle liste e migliorare la tempestività dell’assistenza.

La scelta del Ministero, con i decreti approvati nell’estate precedente, va proprio nella direzione di estendere l’offerta, grazie a incentivi economici e all’eliminazione di vincoli di spesa per le nuove assunzioni. Tuttavia, come riconosciuto anche dal Ministro, i miglioramenti osservati finora restano minimi e troppo lenti rispetto alle necessità reali: se questo trend non subirà un’accelerazione decisiva, il rispetto dei tempi fissati dalla normativa sanitaria non sarà raggiunto che in molte decadi.

Le proposte del ministro Schillaci: sospensione intramoenia e nuove strategie

Per risolvere l’emergenza delle liste d’attesa, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha proposto di sospendere temporaneamente la libera professione all’interno delle strutture pubbliche quando i tempi di attesa per il pubblico diventano eccessivi, mentre quelli a pagamento restano contenuti.

Il Ministro ha poi ribadito l’importanza della libera professione, affermando che «non può negare la prestazione pubblica»: per questo, nelle aree dove si riscontra uno squilibrio tra il numero di prestazioni convenzionate e quelle erogate in regime di libera professione, si valuta una sospensione periodica dell’intramoenia.


Questa misura mira a riequilibrare le risorse delle strutture pubbliche, favorendo l’abbattimento delle attese e indirizzando in modo prioritario gli sforzi dei medici verso la lista istituzionale. Altre strategie già avviate includono:

  • l’apertura degli ambulatori anche in orari serali e festivi;
  • l’equiparazione della prenotazione intramoenia al sistema CUP regionale, garantendo maggiore trasparenza;
  • il potenziamento dell’assistenza territoriale, in particolare per pazienti fragili;
  • un maggiore monitoraggio dei tempi e delle inadempienze attraverso un nuovo organismo di verifica;
  • l’incentivo fiscale per prestazioni straordinarie.

Effetti e prospettive per pazienti, medici e sistema sanitario

Le conseguenze di una possibile sospensione limitata dell’attività intramoenia avrebbero impatti diversi su cittadini, professionisti sanitari e strutture pubbliche.

Per i pazienti, il beneficio più immediato, qualora la misura si rivelasse efficace, sarebbe la riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni garantite dal SSN: la revisione delle priorità permetterebbe l’abbattimento delle diseguaglianze tra chi può pagare e chi no.


Per i professionisti sanitari, però, il rischio percepito è duplice: da una parte, l’eventuale blocco potrebbe ridurre i guadagni e la libertà professionale, dall’altra potrebbe accentuare la fuga verso il settore privato.

Più in generale, per il sistema sanitario lo stop all’intramoenia, se adottato in modo mirato e integrato con altre misure, potrebbe favorire una razionalizzazione delle risorse e una maggiore trasparenza nell’attribuzione delle agende e degli spazi. Tuttavia, sono in molti a sottolineare che senza nuovi investimenti strutturali, più personale e una gestione efficiente delle risorse, la sola sospensione delle attività a pagamento potrà alleviare solo in parte l’emergenza.
 



Leggi anche