In un momento storico come questo, le obbligazioni sovrane tornano a occupare un posto centrale nelle strategie di investimento
Due fenomeni hanno modificato le coordinate del mercato obbligazionario: da un lato, il ritorno di Donald Trump al centro della scena politica americana, con la sua proposta di dazi generalizzati fino al 60% contro la Cina, ha creato onde d'urto sui mercati internazionali; dall'altro, la decisione di alcuni paesi europei - Germania in testa - di aumentare la spesa per la difesa ha avuto ripercussioni sull'equilibrio tra domanda e offerta di titoli di debito sovrano.
Gli investitori hanno reagito spostando flussi dai mercati azionari a quelli obbligazionari nel tentativo di proteggere i portafogli dal rallentamento economico globale. I rendimenti dei Treasury americani hanno subito una flessione, scendendo sotto il 4%, mentre anche in Europa, in particolare in Italia, i Btp decennali hanno mostrato una volatilità inusuale, oscillando tra il 3,65% e il 3,85% nel giro di poche settimane.
La motivazione dietro questa dinamica è duplice. Da un lato, l'aumento dei dazi negli Stati Uniti alimenta i timori di una nuova guerra commerciale, con ricadute sull'export globale. Dall'altro, il riarmo europeo implica una maggiore emissione di debito pubblico con pressioni al rialzo sui rendimenti nei prossimi mesi. In questo contesto incerto, molti investitori si chiedono se sia ancora opportuno puntare sui titoli di Stato o se sia meglio rimanere liquidi in attesa di tempi più stabili. Approfondiamo adesso:
I Btp italiani restano una delle scelte più appetibili in Europa. Nonostante il debito pubblico del Paese e le turbolenze periodiche legate alla politica interna, gli analisti sottolineano che il rischio di default è ancora percepito come contenuto, soprattutto grazie al supporto implicito della Banca centrale europea e alla fiducia dei risparmiatori retail italiani, che detengono una parte del debito.
Oggi, un Btp decennale offre un rendimento attorno al 3,8%, un livello che, al netto dell'inflazione, può ancora garantire un tasso reale positivo, soprattutto in un contesto di progressiva disinflazione. I titoli più lunghi, come il Btp ottobre 2054, sono ancora più generosi, con un rendimento lordo annuo che si avvicina al 4,7%. Questa maggiore redditività si accompagna a una maggiore sensibilità ai tassi d'interesse: in caso di rialzi da parte della Bce o della Fed, il valore di mercato di questi titoli potrebbe calare.
Le obbligazioni a medio termine, come i Btp 2030 o i Btp Valore, offrono un compromesso interessante: cedole fisse o crescenti, orizzonte temporale non eccessivamente lungo e una certa protezione dall'erosione inflattiva. I Btp Valore sono spesso accompagnati da un premio fedeltà, destinato a chi li mantiene fino a scadenza.
Anche i Bund tedeschi, pur offrendo rendimenti più bassi, tornano in auge come asset difensivi. In un portafoglio diversificato, la loro funzione è di bilanciare l'esposizione al rischio sovrano di paesi più periferici. Infine, negli Stati Uniti, i Treasury decennali restano un punto di riferimento globale per il rendimento risk-free, benché la prospettiva di nuove tensioni commerciali potrebbe incidere sulla tenuta economica americana e spingere la Fed verso tagli dei tassi nel medio termine.
La parola chiave del 2025 per chi investe in obbligazioni è una sola: equilibrio. I principali analisti delle banche d'affari europee e americane convergono su un messaggio chiaro: combinare rendimento, durata e rischio con grande attenzione. In altre parole, costruire portafogli diversificati, capaci di affrontare sia uno scenario di rallentamento economico sia una possibile accelerazione dell'inflazione dovuta a nuovi shock esogeni, come un'escalation del conflitto in Ucraina o tensioni commerciali più ampie.
Per gli investitori con bassa propensione al rischio, i titoli di Stato italiani a breve termine, come i Btp Short Term o i Boy a 12 mesi, sono un'opzione difensiva, con rendimenti intorno al 3%. Chi, invece, è disposto a sopportare una certa volatilità, può valutare l'acquisto di Btp a lungo termine, approfittando dei prezzi sotto la pari e dei rendimenti elevati, ma solo se è pronto a mantenere i titoli fino a scadenza.
Le obbligazioni corporate investment grade si affiancano ai titoli pubblici per aumentare la redditività del portafoglio, ma richiedono un'analisi attenta del rischio emittente. I titoli bancari subordinati, per esempio, offrono rendimenti elevati ma anche una maggiore esposizione a possibili crisi del settore.
Tra le nuove tendenze, cresce l'interesse per le obbligazioni legate alla spesa per la difesa, che alcuni Paesi stanno emettendo per finanziare i piani di riarmo. Si tratta di strumenti ancora poco diffusi.