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Le 2 filiali di banca vicino al Parlamento e le condizioni super favorevoli per i politici scoperte dalla inchiesta di Report

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Le condizioni bancarie al Senato

L'inchiesta di Report ha messo in luce come i parlamentari italiani possano accedere a condizioni bancarie estremamente favorevoli in alcune filiali.

Un’indagine condotta dal programma televisivo Report ha portato alla luce un sistema di condizioni bancarie estremamente vantaggiose riservate ai parlamentari italiani, accessibili tramite due filiali di importanti istituti bancari situate vicino al Parlamento. Queste filiali, una della Camera dei Deputati e l’altra del Senato, offrono ai rappresentanti politici condizioni finanziarie che non trovano riscontro nelle proposte offerte al pubblico comune. Ecco i dettagli:

  • Il caso della filiale Intesa Sanpaolo alla Camera dei Deputati
  • Le condizioni bancarie al Senato

Il caso della filiale Intesa Sanpaolo alla Camera dei Deputati

Uno dei casi più eclatanti riguarda la filiale di Intesa Sanpaolo operativa all’interno della Camera dei Deputati. Secondo quanto emerso, i deputati possono beneficiare di un tasso di interesse annuo del 5,625% sulle somme depositate nei propri conti correnti. Questo valore risulta essere 28 volte superiore alla media nazionale, che si attesta intorno allo 0,20% per i conti standard dei normali correntisti. Tale tasso straordinario è stato reso possibile grazie a una convenzione esclusiva stipulata il 2 aprile 2024, quando Intesa Sanpaolo ha vinto il bando per la gestione dei servizi bancari all’interno di Montecitorio.

Oltre agli interessi favorevoli, i parlamentari beneficiano di altre agevolazioni bancarie, come l’azzeramento dei costi per bonifici, per le operazioni allo sportello e per le ricariche delle carte prepagate. La convenzione consente inoltre di accedere a mutui con tassi agevolati, più bassi rispetto a quelli disponibili sul mercato per i cittadini comuni.

L’inchiesta di Report ha sollevato interrogativi etici e politici. Mentre è prassi consolidata che alcune categorie professionali possano accedere a convenzioni particolari, l’entità delle agevolazioni riservate ai parlamentari ha acceso un acceso dibattito pubblico. Molti cittadini e osservatori ritengono che queste condizioni straordinarie siano difficilmente giustificabili, specialmente in un momento storico in cui si richiede maggiore trasparenza e equità nella gestione delle risorse e delle opportunità economiche.

Le condizioni bancarie al Senato

La filiale del Senato, gestita da un altro istituto bancario, offre condizioni simili, con tassi vantaggiosi e servizi personalizzati per i senatori. Queste agevolazioni comprendono non solo tassi di interesse superiori, ma anche vantaggi operativi che semplificano e rendono meno onerose le operazioni finanziarie quotidiane.

La questione assume un peso ancora maggiore se consideriamo che la maggior parte dei cittadini italiani affronta difficoltà legate all’accesso al credito, con tassi di interesse che, nel 2024, hanno continuato a crescere a causa dell’aumento dei tassi Bce. Mentre i parlamentari godono di interessi elevati sui depositi e di mutui agevolati, molte famiglie italiane faticano a sostenere i costi dei finanziamenti, alimentando un senso di ingiustizia e disuguaglianza.

Il valore economico di queste convenzioni non è trascurabile. Per un parlamentare con un deposito di 100.000 euro, il tasso del 5,625% genera un guadagno annuo netto di oltre 5.600 euro, una cifra che supera di gran lunga gli interessi percepibili da un cittadino medio per un importo simile. Questo esempio pratico evidenzia la disparità tra le condizioni offerte ai rappresentanti istituzionali e quelle disponibili al resto della popolazione.

Gli istituti bancari, dal canto loro, difendono queste convenzioni, sottolineando che rientrano in normali logiche di mercato e di fidelizzazione per categorie con elevata disponibilità economica e finanziaria. Ma la percezione pubblica di queste agevolazioni come privilegi alimenta critiche e richieste di maggiore trasparenza sulle modalità di stipula di tali accordi.

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