Quali sono le due importanti novità in arrivo quest’anno che potrebbero ancora cambiare le pensioni: i chiarimenti e i tempi
Quali sono le due modifiche alle pensioni in arrivo quest'anno sia per gli importi che per uscita anticipata? Poco è cambiato quest’anno 2025 per le pensioni: sono state confermate ancora una volta le forme di uscita anticipata con la quota 103, l’ape sociale e l’opzione donna, sono stati rivalutati gli importi mensili, come ogni anno avviene, è stato introdotto il nuovo sistema di uscita prima a 64 anni di età e con almeno 25 anni di contributi con la possibilità di cumulare la pensione pubblica con l’eventuale rendita maturata in fondi pensioni, ma null’altro è stato fatto.
Eventuali discussioni per reali e concrete novità per le pensioni sono state ancora rimandate eppure si attendono due nuove modifiche quest’anno. Vediamo quali sono nel dettaglio.
Se, infatti, la Manovra Finanziaria 2025 ha confermato il sistema di tassazione a tre aliquote come già vigente, secondo le ultime indiscrezioni, la riduzione della seconda aliquota dal 35% al 33% dovrebbe essere effettivamente approvata e, stando alle anticipazioni, entro Pasqua.
In realtà, secondo quanto dichiarato dal responsabile economico di Fratelli d'Italia, Marco Osnato, l'Irpef si può tagliare l'Irpef al ceto medio nel giro di qualche settimana, ribadendo l'intenzione di coinvolgere il ceto medio con un reddito da 28.000 a 60mila euro e non 50.000 euro, se possibile.
Ciò significa che in corso d’anno il calcolo dei trattamenti pensionistici cambierà ancora, diventando più vantaggioso per coloro che rientrano nel secondo scaglione reddituale che si estenderà a comprendere coloro che hanno redditi annui fino a 60mila euro e non più fino a 50mila.
Si prepara ad entrare in vigore entro l’anno, presumibilmente a giugno o subito dopo l'estate, a settembre-ottobre, il nuovo sistema di uscita anticipata della staffetta generazionale a sostegno dell’occupazione giovanile.
La novità si affiancherebbe al nuovo sistema inedito di quest’anno di uscita a 64 anni e anche all’isopensione rafforzata.
Si tratta di una misura contenuta nel Ddl Pmi, che sarebbe valida per il 2026-2027, per le aziende fino a 50 dipendenti, con l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro attraverso un meccanismo di pensionamento flessibile.
La nuova misura prevede, in particolare, la possibilità per i lavoratori che nel 2026 e nel 2027 si trovano al massimo a 30 mesi dal raggiungimento della pensione finale di passare da impiego full time ad un contratto part-time incentivato in cambio dell’assunzione di un giovane under 35 con contratto di apprendistato professionalizzante.
Il sistema funzionerebbe, dunque, tramite la riduzione dell’orario di lavoro in caso di contestuale assunzione di nuovi dipendenti di età fino a 35 anni.
L’obiettivo è di incentivare il turn over a lavoro tra vecchi e nuovi occupati, garantendo alle aziende il mantenimento di buone competenze nel personale.