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Le novità per le imprese, PMI e partite iva dopo primo Cdm dedicato a Manovra Finanziaria e dichiarazioni Giorgetti

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Annunciate specifiche misure per stimolare gli investimenti delle imprese e a garantirne la competitività: cosa potrebbe esserci nella prossima Manovra 2026

L’ultimo Consiglio dei Ministri ha delineato un quadro di significative novità per le imprese, con particolare attenzione verso PMI e partite IVA, riflettendo l'intenzione di coniugare responsabilità nei conti pubblici e rilancio del tessuto produttivo, in risposta alle incertezze economiche e geopolitiche che hanno caratterizzato l’ultimo biennio.

Le dichiarazioni del Ministro Giorgetti convergono su una strategia che punta a rafforzare il ceto medio produttivo, a snellire il carico fiscale e a sostenere il ciclo degli investimenti, tramite misure calibrate sui bisogni attuali del mondo imprenditoriale. 

Principali misure fiscali per imprese, PMI e partite IVA: taglio Irpef, rottamazione cartelle e detassazioni

Le misure fiscali previste dal nuovo schema della Manovra si articola su tre direttrici centrali:

  • Riduzione Irpef per il ceto medio: prevista la diminuzione della seconda aliquota dal 35% al 33%, applicata ai redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro, misura pensata per sostenere professionalità e imprese a conduzione familiare, senza estendere il beneficio alle fasce di reddito elevate. Per i redditi fino a 28.000 euro resta consolidato il taglio del cuneo contributivo.
  • Pace fiscale e rottamazione delle cartelle: introdotta una nuova rottamazione dei debiti fiscali, con ipotesi di pagamento dilazionato fino a otto o nove anni. Il criterio selettivo mira a distinguere tra contribuenti in reale difficoltà e morosi cronici, preservando la continuità aziendale e favorendo la regolarizzazione di PMI e autonomi, spesso più esposti a crisi di liquidità.
  • Estensione delle misure di detassazione: confermata la tassazione agevolata al 10% sui premi di risultato (innalzamento da 3.000 a 4.000 euro) e sui fringe benefit (fino a 4.000 euro per lavoratori con figli a carico), insieme allo sconto fiscale su straordinari, notturni e festivi. Proposte inoltre la mini-Irpef al 10% sugli aumenti da rinnovi contrattuali e automatismi di adeguamento dei salari all’indice Ipca.
A queste si aggiungono ulteriori agevolazioni per la continuità dell’attività imprenditoriale, come la proroga del regime forfettario per le partite IVA, l’incremento dei limiti per la tassazione semplificata e il sostegno alle famiglie imprenditrici attraverso incentivi per la natalità. 

Il ministro Giorgetti ha annunciato specifiche misure per stimolare gli investimenti delle imprese e a garantirne la competitività. Si attende la conferma dellIRES premiale introdotta in via sperimentale nel 2025 con la riduzione dell’aliquota dal 24 al 20% per le imprese che reinvestono gli utili, aumentano la base occupazionale e acquistano macchinari e software innovativi. La richiesta è che diventi strutturale e sia semplificata.

Le attese sono anche in materia di credito d’imposta per la digitalizzazione e la Transizione energetica (i cosiddetti Bonus 4.0 e 5.0) e sulle misure per ridurre il costo dell’energia per le imprese.

Nel nuovo schema finanziario si confermano e rafforzano, dunque, alcuni strumenti chiave per le imprese e le attività:

  • Ires premiale: riduzione al 20% per le imprese che destinano almeno l’80% degli utili a investimenti e assunzioni stabili, in particolare negli ambiti di digitalizzazione e transizione verde (Industria 4.0 e 5.0).
  • Credito d’imposta per investimenti nelle aree del Mezzogiorno: stanziamento di 1,6 miliardi per favorire la crescita produttiva nelle regioni meno sviluppate, con attenzione particolare all’innovazione tecnologica e all’efficienza energetica.
  • Incentivi orizzontali e nuove forme automatiche: superamento di strumenti a termine come il precedente Piano Industria 4.0, introduzione di meccanismi automatici per supportare l’innovazione e la crescita dimensionale delle PMI.
  • Sostegno a occupazione giovanile e femminile: previste decontribuzioni per nuove assunzioni e conferma dei bonus per l’inserimento stabile di giovani e donne nel mercato del lavoro.

Criticità e opportunità: le reazioni di associazioni, esperti e categorie di PMI e partite IVA

Le principali associazioni di impresa e rappresentanze delle PMI hanno accolto con interesse le misure della Manovra, pur non mancando di sollevare alcune criticità. Da un lato si riconosce lo sforzo di ridurre il carico fiscale e dare priorità alla crescita stabile; dall’altro emergono dubbi sulla selettività della rottamazione, sull’onerosità di alcuni adempimenti per microimprese e sui rischi legati all’accesso al credito.
  • Confapi e Conflavoro PMI hanno sottolineato la rimozione di alcune franchigie a tutela delle piccole imprese, criticando le modalità di calcolo nei dispositivi di compensazione e le complicazioni introdotte dal nuovo assetto normativo.
  • Esperti di finanza e banche, tra cui rappresentanti della Banca d’Italia, invitano a vigilare sulla solidità delle coperture delle misure e a evitare che meccanismi una tantum comprimano la sostenibilità finanziaria nel lungo periodo. In particolare, si auspica una razionalizzazione della spesa pubblica e incentivi mirati a investimenti in ricerca.
  • Alcune categorie di partite IVA, soprattutto nell’ambito sanitario e dei dispositivi medici, hanno evidenziato l’eliminazione di protezioni tecniche già promesse dal Governo, con impatto negativo sulla redditività del comparto.

Contributo straordinario delle banche: impatto e prospettive per il tessuto imprenditoriale

Un nodo centrale della manovra è dato dall’ipotesi di un contributo straordinario dagli istituti bancari, stimato tra 2,5 e 3 miliardi di euro. La misura è stata fortemente sostenuta dal Ministro Giorgetti, con l’argomentazione che le banche, dopo anni di profitti elevati, possono contribuire alle esigenze del sistema Paese senza che ciò assuma carattere punitivo o intimidatorio. 

L’approccio intende favorire un clima di collaborazione tra settore finanziario e governo, orientando le risorse raccolte a settori quali lavoro, sanità e rottamazione cartelle.

Dal punto di vista delle imprese, soprattutto quelle di dimensioni medio-piccole, l’iniziativa viene valutata con attenzione per i possibili effetti indiretti. Pur non prevedendo misure che restringano l’accesso al credito, rimane aperto il dibattito su come le banche possano gestire la pressione sulle proprie marginalità senza scaricarla su imprese e famiglie. 

 

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