Dopo mesi caratterizzati da stallo negoziale e mobilitazioni lavorative, la riapertura del tavolo di confronto tra rappresentanze sindacali e associazioni datoriali del comparto metalmeccanico è stata ufficialmente fissata per il 15 luglio. Questo appuntamento segna un momento strategico per l’industria italiana: il settore metalmeccanico coinvolge più di un milione di lavoratrici e lavoratori e rappresenta una quota significativa sia nel prodotto interno lordo che nei flussi dell’export nazionale. La ripresa delle discussioni rappresenta quindi un passaggio determinante.
Nel corso degli ultimi dodici mesi, la trattativa per il rinnovo del CCNL metalmeccanici è stata contraddistinta da una serie di stop, tensioni e manifestazioni sindacali. A causa della lunga chiusura delle trattative, le sigle FIM, FIOM e UILM hanno promosso oltre 40 ore di sciopero a livello nazionale e locale, culminando con la mobilitazione del 20 giugno, che ha visto un’adesione significativa anche in imprese solitamente meno coinvolte.
Le richieste sindacali: aumenti salariali, welfare contrattuale e riduzione dell'orario di lavoro
Le piattaforme sindacali presentate dai rappresentanti di FIM, FIOM e UILM sottolineano tre direttrici principali:
- Aumenti salariali certi e stabili: la richiesta chiave riguarda un incremento dei minimi tabellari pari a 280 euro lordi mensili per il livello C3, una soglia che mira a difendere il potere d’acquisto dalla recente inflazione. Questa rivendicazione si affianca alla proposta di premi perequativi per i lavoratori senza contratti aziendali specifici;
- Potenziare il welfare contrattuale: si punta a portare il valore annuo dei flexible benefits a 250 euro, oltre all’introduzione di una piattaforma nazionale integrata che consenta la conversione dei premi di risultato in servizi di welfare. Viene inoltre richiesto l’adeguamento dei contributi per i fondi sanitari (MetaSalute) e previdenziali (Cometa), rendendo effettiva la copertura anche nelle fasi di sospensione lavorativa.
- Riduzione dell’orario di lavoro: la proposta riguarda l’avvio di una sperimentazione mirata a scendere progressivamente fino a 35 ore settimanali in specifici contesti aziendali, specie quelli coinvolti in transizioni tecnologiche o in ristrutturazioni.
Le proposte delle associazioni datoriali
L’offerta delle associazioni datoriali, con particolare riferimento al documento CCNL ESG presentato da Federmeccanica e Assistal, include:
- Durata estesa del contratto collettivo nazionale fino al 2028, con aggiornamenti economici ancorati ai dati ufficiali dell’inflazione (IPCA netta energia importata);
- Una tantum di 700 euro lordi (350 euro in caso di premi aziendali già presenti) riservata alle imprese prive di contratti integrativi;
- Introduzione dell’Elemento di Continuità Professionale (ECP), che sostituisce gli scatti di anzianità con un’erogazione più anticipata e semplificata degli incrementi economici per la carriera;
- Potenziamento della previdenza complementare, con contribuzione maggiorata per giovani e donne neoassunte a partire da giugno 2025;
- Maggiore spazio al welfare aziendale tramite flexible benefits di ampio impatto sociale (rimborso rette asili, borse di studio, spese sanitarie, copertura per non autosufficienza)
Rispetto agli aumenti salariali diretti, la posizione datoriale rimane ancorata alla prudenza e subordinata all’andamento macroeconomico e settoriale, come evidenziato dai parametri IPCA e dalla resistenza ad accogliere in toto le richieste sindacali.
Formazione, inquadramento e salute e sicurezza: i nodi principali del negoziato
La riapertura dei tavoli per il rinnovo del Ccnl ha riportato al centro dell’attenzione temi chiave per la modernizzazione del contratto e la tutela delle condizioni di lavoro. Tra gli argomenti più discussi emergono:
- Formazione continua: sebbene il diritto a 24 ore formative individuali sia formalmente riconosciuto dal 2016, vanno migliorate le modalità di accesso e il monitoraggio tramite la piattaforma "MetApprendo". Si discute inoltre della necessità di rafforzare la formazione legata alla transizione ecologica e digitale.
- Inquadramento professionale: a seguito delle innovazioni introdotte nel 2021, è richiesta dalla parte sindacale la concreta implementazione dei gruppi di lavoro RSU-azienda, specie nelle imprese più grandi, per ridefinire i profili in coerenza con l’evoluzione tecnologica.
- Salute e sicurezza: il tema degli infortuni e degli incidenti rimane critico. Le richieste attuali prevedono più coordinamento tra RSPP, RLS, direzione aziendale e sindacati su progetti ambientali e su permessi, formazione specifica, individuazione rapida di soluzioni per carenze nei presidi di sicurezza e gestione tempestiva degli incidenti. Queste azioni puntano a ridurre in modo significativo gli eventi lesivi e migliorare la cultura della prevenzione negli ambienti di lavoro.
Previsioni sulle tempistiche e possibili scenari di conclusione della trattativa
La
ripresa delle trattative del 15 luglio lascia intravedere prospettive positive per i percorsi negoziali articolati ma non brevi. L’intento è chiudere entro l’estate una fase istruttoria su
piattaforme e controproposte.
Tuttavia, considerate le significative distanze sulle questioni economiche, una definizione definitiva potrebbe slittare al mese di settembre-ottobre.
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