Quali sono i casi in cui è possibile cambiare l’orario di lavoro di un dipendente part time: cosa prevedono le leggi in vigore e i chiarimenti
Quali sono i casi in cui l’azienda può modificare l’orario di lavoro part time di un dipendente? Il lavoro part time prevede, per legge, una riduzione del tempo di lavoro rispetto a chi ha un contratto a tempo pieno con orario di lavoro ordinario che è generalmente di 40 ore a settimana.
Il part time serve sia alle aziende che hanno necessità di una figura lavorativa a tempo parziale e sia ai lavoratori che sono disponibili solo per un numero limitato di ore al giorno ed è facoltà dello stesso dipendente chiedere, soprattutto in casi specifici, il passaggio da lavoro full time a part time. Cerchiamo di chiarire di seguito, invece, quando può l’azienda cambiare l’orario di lavoro part time.
Stando a quanto riportato dalla sentenza della Corte di Cassazione 11333/2024, il datore ha, infatti, l’obbligo di indicare in anticipo nello stesso contratto di lavoro la precisa indicazione dell’orario che il dipendente dovrà osservare, per consentire al lavoratore una migliore organizzazione del tempo di lavoro e del tempo libero e di vita quotidiana.
Se il datore di lavoro e il dipendente si accordano per un contratto con orario giornaliero inferiore a quello ordinario, è necessario determinarne anche la precisa distribuzione nell’arco della giornata, in modo da permettere al lavoratore di gestire il proprio tempo in maniera libera e dignitosa.
L’unico caso in cui è possibile modificare l’orario di lavoro part time è quello in cui tale modifica nasce da un accordo tra datore di lavoro e dipendente.
Se, infatti, nei contratti di lavoro full time il cambio di orario di lavoro si può fare se giustificato da motivi oggettivi, come esigenze tecniche, organizzative o produttive, nel Ccnl part-time, è sempre necessario comunicare e concordare il cambio di orario.
Dunque, in conclusione, un datore di lavoro può modificare e, per esempio, ridurre l'orario di lavoro del personale part time, solo se viene stabilito prima un accordo (stipulato sotto forma di atto scritto) tra le due parti.
Dopo aver ricevuto la comunicazione del cambio dell’orario di lavoro, il dipendente deve accettare la decisione ma successivamente può decidere di intraprendere azioni legali per evitare le modifiche.
Se, infatti, il lavoratore dovesse subito opporsi rifiutando la modifica effettuata, per esempio non lavorando o non presentandosi al lavoro, si configurerebbe una insubordinazione che potrebbe dare al datore di lavoro una giusta causa per procedere con il licenziamento.