Nel 2026 arriverà una nuova auto elettrica Dacia sotto i 18.000 euro, pensata per ampliare l'offerta low cost accanto alla Spring. L'articolo analizza anticipazioni, caratteristiche tecniche, rivali, tempi di sviluppo e impatto sul mercato europeo.
Il mercato delle automobili elettriche in Europa sta vivendo una trasformazione significativa, sospinto dalla crescente domanda di soluzioni di mobilità sostenibile e dall'adeguamento alle normative comunitarie sulle emissioni. Negli ultimi anni sono emersi segnali chiari di una maggiore accessibilità dei veicoli elettrici, grazie allo sviluppo di modelli a prezzi contenuti rivolti a un pubblico più ampio. L'attenzione dei costruttori si concentra in particolare sul segmento delle city car, che in passato ha visto numerosi abbandoni a causa dei costi elevati di adeguamento alle nuove direttive ambientali. Tuttavia, la recente introduzione di modelli destinati a posizionarsi sotto la soglia dei 20.000 euro ha aperto nuovi scenari di competitività e opportunità per molti automobilisti europei.
L'evoluzione delle politiche industriali, come l'applicazione dei dazi sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina, ha altresì favorito il ritorno della produzione nel Vecchio Continente. Questa tendenza promette di rafforzare la competitività dei produttori europei, in un contesto che punta con decisione sulla innovazione tecnologica e sull'efficienza di processo.
Il marchio Dacia si prepara ad ampliare la propria gamma presentando una nuova auto elettrica dal prezzo previsto di 18.000 euro ovvero 15.000 con le agevolazioni all'acquisto, proponendosi come attore chiave nell'offerta di elettriche economiche. La vettura, attesa sul mercato per la metà del 2026, verrà progettata e costruita interamente in Europa, concentrandosi su tre elementi fondamentali: accessibilità, qualità e competitività.
Secondo le anticipazioni del management Renault, questa nuova city car avrà una lunghezza inferiore ai 3,8 metri e sarà realizzata sfruttando la piattaforma condivisa con modelli come Renault Twingo e R5. Tale scelta consente di beneficiare di economie di scala e di componenti già collaudati.
Luca de Meo, CEO Renault, ha dichiarato che la nuova Dacia sarà sviluppata in soli 16 mesi, un record nell’industria, sottolineando una forte accelerazione dei processi di ricerca e sviluppo.
L’assemblaggio europeo rappresenta inoltre una strategia di ottimizzazione dei costi, consentendo di evitare tariffe d’importazione e rendendo più stabile la filiera produttiva. Alcune indiscrezioni suggeriscono che l’auto sarà disponibile in versione base a meno di 18.000 euro, posizionandosi come una delle soluzioni più competitive fra le utilitarie a “zero emissioni”. L’autonomia prevista dovrebbe superare i 250 km nel ciclo WLTP, con miglioramenti significativi rispetto alla Spring attuale. È ipotizzabile una dotazione tecnologica superiore che includa sistemi di sicurezza avanzati e una maggiore efficienza energetica, pur mantenendo la semplicità distintiva del brand.
La nuova city car elettrica Dacia viene sviluppata in tempi estremamente compressi grazie all'impiego della piattaforma AmpR Small, già utilizzata anche da altre vetture del gruppo Renault. Questo telaio modulare permette una riduzione dei tempi di ingegnerizzazione fino a poco più di un anno, in controtendenza rispetto agli standard medi del settore.
Il progetto trae vantaggio diretto dalla spinta all’efficientamento e all’automazione dei processi industriali condotta da Renault nel corso dell’ultimo biennio. Secondo quanto riferito da de Meo, il ciclo di sviluppo durerà appena 16 mesi, consentendo un rapido passaggio dall’ideazione alla produzione di serie e sfidando altri competitor internazionali.
L’approccio adottato punta a ridurre drasticamente il numero dei componenti, ottenendo una riduzione dei costi stimata attorno al 30-40% rispetto a modelli come la Renault R5. Tutto ciò non soltanto rende l’auto più accessibile al consumatore finale, ma incrementa anche la sostenibilità della catena produttiva e la solidità della posizione europea nel panorama della mobilità elettrica.
La nuova proposta di Dacia si distingue per una serie di aspetti tecnici e produttivi che la separano dall’attuale Dacia Spring, venduta ad oggi principalmente come city SUV a basso costo. Mentre la Spring viene prodotta in Cina, il nuovo modello punterà invece sulla produzione europea, permettendo di abbattere i costi legati ai dazi e assicurando standard qualitativi più elevati.
In termini di dimensioni e design, la futura vettura adotterà una linea compatta con elementi moderni e razionali, fortemente ispirati allo stile funzionale del marchio. La Spring attuale, con una batteria di 26,8 kWh e un'autonomia di circa 220 km, paga alcune limitazioni rispetto alle soluzioni più evolute.
Nel segmento delle auto elettriche sotto i 20.000 euro, la concorrenza è oggi rappresentata da modelli come la Leapmotor T03, la Citroën Ami e la Hyundai Inster, ciascuno con punti di forza specifici: dalla maggiore autonomia alla dotazione di sistemi avanzati di assistenza alla guida. Il nuovo modello Dacia mira a posizionarsi come una sintesi fra tutte queste caratteristiche, superando in efficienza e versatilità le attuali citycar a zero emissioni.
Le caratteristiche tecniche attese e miglioramenti previsti sono:
L’arrivo di una nuova city car elettrica Dacia a basso costo si inserisce in un quadro europeo dove diversi costruttori stanno puntando al segmento delle vetture elettriche accessibili. Tra i principali protagonisti del settore vi sono, oltre a Dacia, marchi come Fiat (con la Grande Panda), Citroën (e-C3 e Ami), Leapmotor, Hyundai, Volkswagen (ID.1 e ID.2), BYD (Dolphin Mini) e Nissan.
Le offerte tendono a focalizzarsi su autonomia, dotazioni e, soprattutto, prezzo. La competizione è resa più intensa dalla spinta delle case orientali, che fino a oggi hanno potuto proporre opzioni particolarmente economiche grazie a supply chain snellite e costi industriali contenuti. Ora che le normative europee favoriscono una produzione continentale, le possibilità di differenziazione e innovazione si giocano su criteri di qualità costruttiva, servizio post-vendita e rispetto degli standard di sicurezza.
La nuova city car a basso costo Dacia si pone dunque al centro di questa dinamica, rappresentando un punto di riferimento per tutti coloro che desiderano coniugare efficienza, affidabilità e sostenibilità.
Le principali rivali offrono autonomie che vanno da 75 km a oltre 300 km, con dotazioni tecnologiche e di sicurezza che variano sensibilmente in base alla fascia di prezzo e all'anno di produzione. Alcuni modelli, come la Leapmotor T03, puntano su maggiore capacità della batteria e ricchi equipaggiamenti di serie, altri come Citroën Ami si concentrano su utilizzi ultracittadini e accessibilità per neopatentati.