Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Obbligazioni aziendali tra nuove e già emesse: quali bond corporate conviene acquistare ora? a novembre-dicembre 2025

di Marcello Tansini pubblicato il
Quali bond corporate conviene acquistare

Il panorama delle obbligazioni aziendali europee si rinnova tra nuove emissioni record, preferenze degli investitori su rendimenti e rischio, focus su settori e sostenibilità. Trend e opportunità.

La tendenza osservata durante il mese di novembre è caratterizzata da una forte accelerazione nelle nuove emissioni di obbligazioni, un movimento che sorprende per intensità considerando l'avvicinarsi delle festività e la tradizionale prudenza degli emittenti in questo periodo dell'anno. Sono soprattutto le necessità di rifinanziamento, la ricerca di rendimenti più competitivi e la presenza di grandi operatori statunitensi alla base di questi volumi eccezionali.

La corsa agli strumenti di debito da parte delle aziende si concentra sulle scadenze medie e lunghe, con una marcata presenza di istituti finanziari tra i protagonisti. Tale contesto offre opportunità a un'ampia gamma di investitori e rilancia la discussione su quali bond corporate possano risultare realmente attraenti oggi tra nuove emissioni e titoli già quotati. Il tema "Bond corporate: 16 obbligazioni per tutte le tasche" si fa quindi particolarmente attuale per chi punta a diversificare e ottimizzare il portafoglio in una fase di continui mutamenti.

Record di emissioni: crescita e protagonisti nel mercato primario europeo

Il mercato primario europeo delle obbligazioni societarie registra volumi record nel mese di novembre. Si parla di un'offerta che, già nei primi undici mesi dell'anno, ha raggiunto 623 miliardi di euro in titoli investment grade denominati in euro, un risultato che supera ampiamente quanto visto negli anni precedenti e che getta le basi per un nuovo aumento stimato fra 700 e 800 miliardi nel 2026.

Dietro questa impennata ci sono motivazioni diverse. Da un lato, molte aziende statunitensi hanno scelto l'Europa per finanziare gli ingenti investimenti in settori ad alta crescita, come l'intelligenza artificiale, approfittando della liquidità disponibile e della domanda sostenuta dagli investitori. Dall'altro, la ricerca di maggiore efficienza nei costi di finanziamento ha avuto un impatto decisivo sul calendario delle emissioni, concentrando numerosi collocamenti multi-tranche su scadenze diversificate capaci di soddisfare esigenze differenti.

  • Le banche e le assicurazioni hanno rafforzato, nel 2025, la loro posizione di leader fra gli emittenti per importo e varietà di strutture, offrendo rendimenti robusti a fronte di rating solidi e livelli di capitale mai così elevati negli ultimi dieci anni.
  • Anche alcune grandi aziende europee dell'industria, dell'energia e dei servizi – come TotalEnergies, Booking Holdings, Siemens, Merck & Co. e Porsche – sono state attivamente presenti, attirando l'attenzione di investitori attenti sia al rendimento che alla qualità del credito.
  • Le emissioni, largamente assorbite dal mercato, riflettono un rinnovato interesse per lo strumento obbligazionario come leva per la crescita e il differimento delle scadenze di debito in portafogli sia retail che istituzionali.
La rinnovata vitalità sugli Eurobond corporate dimostra l'efficacia delle scelte di asset allocation orientate alla diversificazione: le opportunità offerte dal mercato primario sono infatti sempre più accessibili grazie anche all'introduzione di tagli contenuti, che permettono a una più ampia fascia di investitori di prendere parte al segmento obbligazionario. Quelle consigliate sono:
  • Borgosesia IT0005595076: rendimento 6,96%
  • Telefonica US87938WAC73: rendimento 5,63%
  • Intek IT0005597874: rendimento 5,35%
  • Alerion Clean Power XS2717294487:: rendimento 5,29%
  • Amundi Finance FR001400IA61: rendimento 5,10%
  • Unicredit IT0005650335: rendimento 5,02%
  • Maire XS2668070662: rendimento 4,98%
  • Ing Bank XS0444959372: rendimento 4,89%
  • Intesa Sanpaolo XS2294840363: rendimento 4,79%
  • Deutsche Bank DE000DB9WGG2: rendimento 4,75%
  • Mediobanca XS2749779810: rendimento 4,65%
  • Intesa Sanpaolo XS2444707850: rendimento 4,58%
  • New Princes XS2958536976: rendimento 4,53%
  • Unicredit IT0005638371: rendimento 4,40%
  • Wiit XS3183135717: rendimento 4,39%
  • Mediobanca IT0005643041: rendimento 4,23%

Rendimenti, scadenze e qualità: cosa preferiscono gli investitori?

Le strategie adottate dagli investitori nel 2025 rilevano una preferenza per le scadenze medie, comprese fra 3 e 7 anni, dove l'equilibrio tra rischio di tasso e rendimento risulta particolarmente favorevole. Il segmento delle obbligazioni societarie a media durata può oggi offrire rendimenti attesi fino al 7%, soprattutto per titoli denominati in euro e dollari USA, anche con tagli minimi accessibili. Questa fetta di mercato è dominata dalle emissioni di istituti finanziari e assicurativi, la cui solidità patrimoniale induce un livello di fiducia crescente rispetto ai rischi storici.

Importante è la distinzione della qualità degli emittenti, particolarmente evidente sulle scadenze più lunghe: gli operatori professionali tendono infatti a privilegiare titoli con rating elevati per minimizzare il rischio di volatilità. Diversamente, portafogli più dinamici e orientati al rendimento cercano opportunità tra BBB e BB, bilanciando però l'esposizione per non eccedere in rischio creditizio:

Scadenza

Rendimento stimato

Taglio minimo

3-5 anni

4-5,5%

1.000 €

7-15 anni

5-7%

1.000-100.000 €

Questo scenario è reso possibile da una combinazione di fattori: curva dei tassi stabile, volatilità contenuta e fondamentali societari in miglioramento. Gli investitori più prudenti preferiscono dunque titoli solidi, investment grade e con duration intermedia, mentre chi ricerca extra rendimento valuta opportunità nel comparto BB, pur restando accorti sul premio di rischio offerto.

Scelte geografiche e settoriali: dove puntare oggi nei bond corporate

Nell'asset allocation delle obbligazioni corporate, le preferenze geografiche sono orientate verso i Paesi europei core, in particolare Germania e Paesi Bassi, apprezzati per la solidità fiscale e il sostegno ai mercati dei capitali. Tuttavia, non mancano opportunità nei Paesi considerati periferici forti caratterizzati da crescita migliorativa e resilienza dei profili di credito, seppure in un contesto di maggiore volatilità fiscale.

  • In Francia e Regno Unito, benché si registrino criticità derivanti da deficit elevati e pressioni sulla spesa pubblica, alcune società presentano ancora elevati standard di gestione, in grado di attirare investitori selettivi.
  • Una strategia diffusa resta quella del "bond picking": la selezione mirata di titoli su base individuale piuttosto che la concentrazione su singoli Paesi o settori, favorendo così la qualità e il prezzo delle obbligazioni corporate selezionate.
  • Settorialmente, la preferenza ricade su comparti meno ciclici e difensivi, come utility, servizi finanziari e healthcare, con incursioni selettive su automotive, tecnologia e lusso nei momenti di turbolenza di mercato.
La tendenza a diversificare per valuta (euro, sterlina e dollaro USA) amplia ulteriormente le possibilità di costruzione del portafoglio obbligazionario, permettendo di bilanciare i rischi e cogliere i benefici di emissioni con diverse caratteristiche di rischio e durata.

Focus su obbligazioni bancarie e assicurative: il valore dei subordinati

Le emissioni subordinate bancarie e assicurative costituiscono una quota rilevante del mercato europeo da oltre un decennio. Si tratta di strumenti in cui il rischio di credito viene compensato da rendimenti significativamente superiori rispetto ai titoli senior o a quelli industriali comparabili per rating. Nel 2025 il controvalore di questi strumenti ha superato i 400 miliardi di euro solo nell'Eurozona, e sempre più investitori guardano con interesse a questa parte del mercato.

  • Le banche sono i principali emittenti di subordinati, sia Tier 2 (con scadenza definita e rischio contenuto), sia Tier 1 (perpetui, più rischiosi e con cedole più elevate, la cui corresponsione può essere sospesa senza innescare eventi di default).
  • Il mercato europeo appare più solido e regolamentato, con la vigilanza della BCE che impone standard patrimoniali stringenti. I subordinati emessi da istituti finanziari risultano oggi più difensivi rispetto agli high yield industriali, con tassi medi di default bassi e un supporto esplicito alla stabilità del sistema finanziario.
  • Il rendimento medio dei subordinati in euro si colloca nel range 3,5-5%, superiore a quello delle obbligazioni statali o industriali a pari scadenza, con uno spread che riflette la qualità crescente delle banche europee e un attento equilibrio rischio/rendimento.
La domanda negli ultimi anni conferma la percezione di affidabilità attribuita a questi strumenti, che vengono sempre più considerati da chi cerca protezione senza rinunciare ad un extra rendimento rispetto alle soluzioni tradizionali. Non va trascurata tuttavia la maggiore complessità di questi titoli, specialmente per quanto concerne il meccanismo di rimborso e il rischio specifico collegato alle opzioni call o alle sospensioni della cedola.

Green bond ed emissioni ESG: la crescita della finanza sostenibile nelle aziende

Un filone di crescente interesse riguarda le emissioni di green bond e titoli ESG, con cui aziende private e istituti finanziari finanziano progetti con obiettivi ambientali e sociali. Nel 2024 le nuove emissioni verdi in Europa hanno superato i 440 miliardi di euro, contribuendo ad accrescere la quota di green bond su mercato totale UE oltre il 4%.

  • Le emissioni di obbligazioni ESG raccolgono sempre maggiore interesse tra investitori istituzionali e retail attenti ai criteri di sostenibilità e alle regolamentazioni europee (come la Tassonomia UE e il Green Bond Standard in valutazione presso le autorità comunitarie).
  • Un esempio recente è rappresentato dal bond green emesso da Banca Monte dei Paschi di Siena, che ha raccolto 2 miliardi di euro di ordini da investitori diversificati per sostenere iniziative di transizione ambientale, a conferma della crescente domanda per strumenti legati a obiettivi di sostenibilità.
Questi strumenti consentono non solo di accedere a rendimenti competitivi rispetto alle emissioni tradizionali, ma anche di contribuire concretamente a processi di trasformazione aziendale in linea con i principi ESG, rispondendo alle nuove esigenze del mercato finanziario internazionale.

High yield versus investment grade: quale rischio e opportunità nel contesto attuale?

L'analisi comparata tra obbligazioni high yield e investment grade mostra come il premio per il rischio offerto dai primi si sia ridotto negli ultimi trimestri. Gli spread tra rating BBB e BB si attestano oggi poco sopra i 100 punti base, sensibilmente inferiori ai livelli precedenti e molto vicini ai minimi storici post-2012.

Tale restringimento dello spread riduce l'attrattiva del segmento high yield rispetto ai bond di qualità superiore, soprattutto dopo un periodo di relativa calma sui mercati e di bassi tassi di default tra gli emittenti investment grade. Pur restando interessanti per chi accetta volatilità maggiore e cerca ancora margini di guadagno, oggi la prudenza sembra portare le preferenze verso titoli con maggiore solidità, riducendo la quota di portafoglio dedicata ai bond speculative grade.

Gli investitori tendono quindi ad aumentare il peso delle emissioni "sicure", consapevoli che il costo-opportunità di mantenere asset di elevata qualità non è penalizzante in termini di rendimento complessivo, specialmente in una fase in cui le curve dei tassi restano piatte e la volatilità sottostante appare contenuta.