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Pensioni, Durigon lancia il rafforzamento per opzione donna o un nuovo sistema per il 2026 e l'uso del TFR

di Marianna Quatraro pubblicato il
Pensioni Durigon nuovo sistema 2026

Dallo stop all'aumento dell'età pensionabile nel 2027 al rafforzamento di opzione donna, all'uscita a 64 anni di età con il Tfr: le nuove proposte di Durigon per la riforma pensioni 2026

Il dibattito sulle pensioni torna ad occupare un posto centrale nell’agenda politico-economica nazionale. All’orizzonte si profilano cambiamenti rilevanti, dettati dalla necessità di conciliare le esigenze di sostenibilità dei conti pubblici con la tutela delle aspettative dei lavoratori.

Il 2027 potrebbe vedere l’innalzamento automatico dell’età pensionabile, ma il Governo valuta alternative, tra cui una revisione profonda dei meccanismi d’uscita, alla luce sia dell’evoluzione demografica sia delle mutate condizioni sociali ed economiche.

Le attuali regole pensionistiche e il nodo dell’aumento dell’età dal 2027

Il sistema previdenziale italiano si basa attualmente su requisiti rigidi per l’accesso alla pensione di vecchiaia: sono necessari almeno 67 anni d’età e 20 anni di contributi. Questi requisiti si aggiornano periodicamente in base all’adeguamento alla speranza di vita calcolato dall’Istat, con revisioni biennali che riflettono le dinamiche demografiche.

L’attuale normativa prevede che dal 2027 sia applicato un aumento di tre mesi per l’età di vecchiaia (67 anni e tre mesi) e per i periodi contributivi necessari per la pensione anticipata: 43 anni e un mese per gli uomini, 42 anni e un mese per le donne. I requisiti richiesti sono, dunque, i seguenti:

  • Età pensionabile ordinaria: 67 anni (67 anni e 3 mesi dal 2027, salvo proroghe)
  • Pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi di contributi per uomini (41 e 10 per le donne), che saliranno rispettivamente a 43 anni e 1 mese e 42 anni e 1 mese
L'intenzione del governo è, inoltre, quella di bloccare l'aumento dell'età pensionabile per adeguamento all'aspettativa di vita che dovrebbe portare i requisiti anagrafici a salire di ulteriori tre mesi dal 2027, arrivando così a 67 anni e tre mesi.

La proposta Durigon: pensione a 64 anni, requisiti e possibile uso del TFR

Tra le principali proposte spunta quella avanzata dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che prevede l’uscita a 64 anni anche per chi rientra nel cosiddetto sistema misto (contributi sia ante sia post 1996), superando l’attuale riserva per i soli “contributivi puri”.

Il nuovo sistema prevede:

  • Età minima: 64 anni
  • Contributi richiesti: almeno 25 anni (ipotesi di innalzamento a 30 anni nel medio termine)
  • Soglia di importo minimo: attualmente per i puri contributivi è fissata a 2,8 volte l’assegno sociale, ma si valuta un abbassamento o addirittura l’eliminazione di questo requisito
  • Possibile penalizzazione: decurtazione percentuale sull’assegno per ogni anno di anticipo
  • Uso del TFR (Trattamento di Fine Rapporto): una quota (potenzialmente il 25%) verrebbe destinata obbligatoriamente o facoltativamente a fondi di previdenza integrativa o convogliata all’INPS per generare una rendita integrativa
Di fatto, la proposta si collega a una rivalutazione del ruolo del TFR nel sistema pensionistico. Il TFR, cioè la somma accantonata dal datore di lavoro per il dipendente nel corso del rapporto di lavoro, potrebbe essere utilizzato per rafforzare le pensioni future tramite la previdenza complementare. Diverse modalità sono oggetto di valutazione:
Modalità Descrizione
Versamento a fondo pensione negoziale Una parte del TFR confluisce in fondi dedicati
Trasferimento diretto all’INPS Il TFR viene utilizzato per alimentare l’assegno previdenziale
Gestione integrata pubblico-privato Accoppiamento del pubblico sistema obbligatorio con schemi integrativi

Opzione Donna: come potrebbe cambiare

Tra i canali di uscita anticipata, Opzione Donna ha rappresentato negli anni un riferimento importante per molte lavoratrici. I criteri per l’adesione hanno però subito un progressivo irrigidimento, determinando il calo sensibile delle richieste.

Attualmente il beneficio è riservato a donne con almeno 35 anni di contributi e 61 anni d’età (60 con un figlio o 59 con almeno due figli), esclusivamente se rientranti nelle categorie di caregiver, invalide al 74% o licenziate.

I dati INPS registrano una forte diminuzione delle pensioni liquidate tramite questo canale: nel primo trimestre 2025 sono state appena 592 le domande accolte, rispetto alle oltre 3.500 del 2024.

Tuttavia, se per Durigon non ha senso prorogare Quota 103, su Opzione Donna ritiene che debba essere potenziata, puntando ad un importo adeguato, considerando che le lavoratrici si caricano del lavoro di cura, e all’introduzione di una finestra di uno o due mesi di attesa per ricevere il primo assegno dopo aver maturato i requisiti.
 

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