I premi di produttività saranno tassati solo all’1% fino a 5.000 euro, oltre tale tetto saranno applicate le regole ordinarie. Chi avrà tale beneficio e da quando
Il panorama delle retribuzioni in Italia sta per subire un cambiamento significativo grazie all’introduzione di un nuovo regime fiscale in materia di incentivi aziendali. Il 2026 segna una svolta nella tassazione dei cosiddetti "premi di produttività", ovvero quei compensi aggiuntivi riconosciuti ai lavoratori per i risultati raggiunti in azienda, come previsto dalla più recente legge di bilancio.
L’obiettivo è quello di rendere più appetibile per le imprese premiare la produttività, favorendo allo stesso tempo un aumento del netto in busta paga per determinate categorie di lavoratori.
Il provvedimento inserito nella Manovra Finanziaria 2026 introduce i premi produttività con tassazione all'1%, ulteriormente ridotta, dunque, rispetto all’aliquota agevolata al 5% in vigore negli ultimi anni, per importi fino a 5.000 euro lordi annui per singolo lavoratore. Tale intervento nasce dalla volontà di incentivare accordi di secondo livello e la contrattazione tra aziende e lavoratori, spingendo le imprese a utilizzare strumenti di incentivazione meritocratica.
L’estensione della soglia di premio agevolabile da 3.000 a 5.000 euro amplia notevolmente la platea dei dipendenti coinvolti e incrementa l’effettiva convenienza della misura. Il vantaggio riguarda il netto realmente percepito, che diventa di gran lunga più consistente rispetto al passato. Importi aggiuntivi derivanti da premi legati a obiettivi annuali di produttività, redditività, qualità e altri indicatori previsti dagli accordi collettivi aziendali saranno dunque soggetti all’imposta sostitutiva dell’1% e non più alle ordinarie aliquote IRPEF e addizionali regionali e comunali.
Oltre ai premi di risultato, la riforma include interventi mirati anche su altre voci retributive, come la detassazione sulle maggiorazioni per lavoro notturno e festivo, seppur con regimi diversi.
L’accesso al beneficio fiscale della tassazione agevolata sui premi di produttività al 1% dipende dal rispetto di precisi requisiti normativi e contrattuali. I destinatari privilegiati della misura sono i lavoratori dipendenti del settore privato che percepiscono premi di risultato derivanti da contrattazione collettiva aziendale o territoriale.
È necessario che tali compensi siano collegati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza o innovazione, secondo quanto previsto dagli accordi siglati a livello aziendale o territoriale conformi alle disposizioni di legge. La nuova tassazione sui premi produttività nel 2026 vale dunque per:
La disciplina, così come delineata dalla normativa e dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate (circolare ADE 4/2025), prevede una serie di condizioni puntuali che il lavoratore e il datore di lavoro devono rispettare:
L’effetto più immediato della riduzione della tassazione si riflette in una maggiore disponibilità netta del lavoratore rispetto agli anni precedenti. Alcuni esempi pratici consentono di comprendere l’impatto concreto della novità:
Premio Lordo | Tassazione agevolata | Imposta dovuta | Netto percepito |
1.000 € | 1% (2026) | 10 € | 990 € |
1.000 € | 23% (ordinario)* | 230 € | 770 € |
5.000 € | 1% (2026) | 50 € | 4.950 € |
5.000 € | 5% (regime 2025) | 250 € | 4.750 € |
Le tempistiche di applicazione della riforma sono chiare: la nuova tassazione agevolata sull’incentivazione aziendale entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026, con riferimento ai premi di produttività maturati e corrisposti da tale data.
La scadenza della finestra agevolata è attualmente fissata al 31 dicembre 2026. Per conferme sulla proroga o stabilizzazione della misura occorrerà attendere le future Manovre.