Quali sono i casi principali in cui si può richiedere un ricalcolo della pensione finale, come presentare la domanda e i chiarimenti
Quando si può richiedere il ricalcolo della pensione? Il ricalcolo della pensione è un meccanismo che permette di correggere o aggiornare l'importo pensionistico spettante e che può avvenire in diverse modalità, o tramite ricostituzione contributiva, o tramite vero e proprio ricalcolo se si decide di andare in pensione anticipata con le forme sperimenti attualmente in vigore.
In ogni caso, è sempre necessario presentare apposita domanda.
Di solito avviene quando, dopo il raggiungimento della pensione, si verificano eventi che possono modificare l’importo del trattamento pensionistico.
I casi più frequenti riguardano variazioni del piano contributivo, reddituale e sanitario e sono, in particolare, i seguenti:
A differenza del supplemento di pensione, che aggiunge una determinata somma di contributi alla pensione già calcolata, con la ricostituzione si deve procedere al totale ricalcolo della pensione, considerando la situazione contributiva aggiornata.
Se poi il ricalcolo comporta un aumento, il beneficiario ha diritto a ricevere gli arretrati, mentre in caso di debito, l'importo viene recuperato dall'Inps.
Precisiamo che non esiste un termine di scadenza per fare domanda di ricostituzione per contributi non accreditati, ma deve essere presentata entro tre anni e poi il ricalcolo avviene con effetto retroattivo.
La richiesta deve essere presentata all’Inps, o direttamente online sul sito tramite il servizio dedicato, o rivolgendosi a Caf, Patronati o altri consulenti del lavoro.
Una volta accolta la domanda, il nuovo importo della pensione decorre dal momento di decorrenza della pensione stessa e, contestualmente all’erogazione dell’importo ricalcolato, vengono erogati anche eventuali arretrati, perchè i contributi originari vengono integrati con i contributi non valutati al momento del calcolo iniziale della pensione.
Il ricalcolo della pensione avviene direttamente anche per chi decide di andare in pensione con la quota 103.
Chi va in pensione anticipata con questo sistema, infatti, subisce possibili penalizzazioni sul trattamento spettante, perché deve accettare il calcolo della pensione finale esclusivamente con sistema contributivo.
Le penalizzazioni calcolate, però, non valgono per sempre ma solo fino a quando il lavoratore non raggiunge i requisiti ufficiali per la pensione di vecchiaia.
A quel punto si procede, infatti, al ricalcolo della pensione secondo le regole vigenti e il soggetto interessato inizia a percepire l’importo di pensione normalmente spettante.
Stesso discorso vale in un certo senso per chi va in pensione prima con l’ape sociale. In questo caso, uscendo a 63 anni di età e 5 mesi, si può ricevere, per legge, un importo mensile massimo di 1.500 euro lordi al mese.
Solo una volta maturati i normali requisiti pensionistici, vale a dire 67 anni di età e 20 anni di contributi, si procede al ricalcolo della pensione finale sempre secondo le norme vigenti.