Cosa prevede e per chi la nuova proposta della Uil per la pensione anticipata nel 2026 e le altre modifiche già avanzate
Il sistema previdenziale italiano continua ad essere al centro delle discussioni, soprattutto in vista di un nuovo innalzamento progressivo dell’età per l’accesso alla pensione, situazione che sta creando tensioni crescenti tra politiche pubbliche e richieste sindacali. Il confronto è ancora molto aperto.
L’Italia oggi si posiziona, INFATTI, tra i Paesi con il più alto requisito anagrafico per la pensione. Dal confronto europeo emerge come la soglia dei 67 anni per il collocamento a riposo prevista dal nostro sistema (e destinata a crescere in virtù dei meccanismi legati all’aspettativa di vita) sia superiore rispetto ad altre realtà. In altre nazioni, infatti, come Grecia, Danimarca e Olanda adottano le soglie sono più basse e l'obiettivo è allineare le nostre pensioni proprio a queste soglie inferiori.
Stato | Età pensionabile (2024) |
Italia | 67 |
Danimarca | 67 |
Olanda | 66 e 4 mesi |
Germania | 66 |
Spagna | 65 o 66 (secondo contributi) |
La nuova proposta della UIL per la pensione a 58 anni per le donne e a 62 anni rappresenta una svolta nel dibattito previdenziale per nuove proposte flessibili per il 2026.
La proposta prevede la possibilità di pensioni anticipate a 62 anni, e più basse fino a 58 anni per le donne, ed eliminando i vincoli attualmente in vigore.
Secondo La Uil, l’uscita a partire dai 62 anni di età, soprattutto per i lavoratori che svolgono mansioni gravose o usuranti, dovrebbe avvenire esclusivamente considerando i contributi effettivamente versati ma senza penalizzazioni.
Stesso discorso dovrebbe valere per i lavoratori che percepiscono la pensione calcolata sulla base dei contributi maturati fino a quel momento.
Per chi, al contrario, decide di restare al lavoro più a lungo, dovrebbe essere previsto un incentivo.
Dunque, per riassumere, la novità per le pensioni avanzata dalla Uil prevede l’uscita a 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti, che salgono a 59 per le autonome, e con almeno 35 anni di contributi (una sorta di opzione donna leggermente rivista) e a 62 anni per tutti gli altri.
Con particolare riferimento alle pensioni per le donne e l'opzione donna, la proposta Uil punta al ritorno alla versione originale, eliminando barriere d’ingresso e consentendo così all’intera platea delle lavoratrici di andare in pensione prima.
Questo approccio è essenziale per offrire tutele adeguate, limitare l’impatto dei rischi professionali sulla salute e salvaguardare l’unità sociale del Paese.