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Quanti soldi si recuperano dall'evasione fiscale scoperta? Una cifra irrisoria e le colpe sono chiare secondo Corte dei Conti

di Marianna Quatraro pubblicato il
Quanti soldi recuperare evasione fiscale

Dagli ultimi dati della Corte dei Conti emerge che dall'evasione fiscale scoperta si recupera davvero molto poco rispetto a quanto si dovrebbe: i numeri

I recenti dati della Corte dei Conti sul recupero delle somme sottratte all’Erario italiano a causa dell’evasione fiscale offre una rappresentazione oggettiva di inefficienza strutturale. L’ultimo rendiconto generale dello Stato certifica che, pur a fronte di strumenti tecnologici avanzati e norme di contrasto all’illegalità economica, la quota effettivamente incassata è inferiore a quanto dichiarato nelle strategie governative. 

Dati aggiornati: quanto si recupera davvero dall’evasione scoperta

I dati più recenti della Corte dei Conti delineano un bilancio ben distante dalle proclamazioni ottimistiche. Nel 2024, su un totale di 72,3 miliardi di euro relativi ad accertamenti per evasione fiscale, soltanto 12,8 miliardi sono stati effettivamente acquisiti alle casse dello Stato.

La percentuale di recupero si attesta così intorno al 17,8%: significa che per ogni 100 euro di evasione scoperta, meno di 18 tornano effettivamente allo Stato. Questo rapporto rappresenta un parametro chiave del tax gap nazionale, ossia la differenza tra le imposte dovute e quelle realmente versate.

La tabella seguente mostra i dati chiave relativi al 2024:

Importo accertato 72,3 miliardi €
Incassato effettivo 12,8 miliardi €
Percentuale di recupero 17,8%

L’analisi evidenzia ulteriori criticità. Nel momento in cui le somme accertate transitano in cartelle esattoriali, il tasso di riscossione diminuisce drasticamente fino al 3,1%. Le procedure coattive risultano quindi poco incisive: solo tre euro ogni cento di evasione accertata tramite ruolo vengono recuperati nell’anno di competenza. Distinguendo tra tipi di imposta, emerge che l’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) vede ritorni inferiori al 10%, mentre l’Iva si attesta mediamente al 17,3%. 

La frequenza e l’efficacia dei controlli fiscali: analisi delle ispezioni su imprese e professionisti

L’apparato dei controlli fiscali italiani, sorvegliato dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza, soffre da tempo una carenza strutturale di risorse. Nel 2024, solo l’1,4% delle imprese e dei professionisti è stato interessato da un’ispezione sostanziale, con una copertura talmente ridotta da richiedere circa settant’anni, ai tassi attuali, per completare una rotazione completa su tutte le attività economiche presenti sul territorio.

  • Settori come agricoltura e pesca presentano frequenze di verifica inferiori allo 0,3%
  • Commercio, ristorazione, sanità e intrattenimento: media compresa tra 1,3% e 1,7%
  • Costruzioni: circa 5% di soggetti controllati ogni anno
  • Intermediazione immobiliare: 2% annuo
Il rapporto indica che tra i 9 milioni di titolari di attività, solo 129.000 hanno subito un’ispezione nel corso dell’ultimo anno. 

Il ruolo delle sanatorie, dei condoni e delle rateizzazioni nel ridurre l’efficacia del recupero

La presenza sistematica di sanatorie e condoni fiscali, spesso introdotti come strumenti per alleggerire il magazzino dei crediti non riscossi, produce effetti paradossali sul comportamento dei contribuenti: molti scelgono deliberatamente di non regolarizzare le proprie posizioni nella convinzione che, prima o poi, verrà concessa una nuova opportunità di sanatoria.

Secondo la Corte dei Conti, l’ultima rottamazione-quater ha visto sfumare 11,2 miliardi di euro sotto forma di rate non incassate, il 49% del target previsto e inoltre:

  • Delle somme riscosse tramite il canale ordinario, il 45% è oggetto di rateizzazione, con il rischio che l’agente pubblico svolga, di fatto, il ruolo di ente creditizio senza adeguate garanzie sulla solvibilità dei debitori.
  • Molte rateizzazioni sono richieste da soggetti già segnalati per evasione tramite procedure automatizzate, rendendo così meno efficace l’attività di recupero.
  • Il fenomeno dei mancati versamenti supera talvolta l’80% degli importi accertati attraverso liquidazioni automatiche.

 

 

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