Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Quanto potranno guadagnare le Borse europee nel 2026? Fino al 19% secondo previsioni di Bnp Paribas

di Marcello Tansini pubblicato il
Borse europee nel 2026

Nel 2026 le Borse europee potrebbero crescere fino al 19%, spinte da buyback, dividendi e trasformazioni tecnologiche come l'intelligenza artificiale.

Diverse case di investimento indicano un clima di attesa e ottimismo, in particolare per quanto riguarda le società attive nei settori finanziario, industriale ed energetico. Secondo le previsioni, proprio questi comparti saranno al centro delle dinamiche di crescita, rafforzati da nuove strategie di distribuzione del capitale e da fondamentali in netto miglioramento.

La strategia di orientamento overweight proposta da attori come Bnp Paribas segnala che le borse del Vecchio Continente saranno al centro dell'attenzione - anche grazie all'impatto positivo di nuove politiche di buyback, dividendi generosi e prospettive macroeconomiche favorevoli all'interno dell'eurozona.

Previsioni di rendimento azionario per il 2026 secondo gli operatori: BNP Paribas e altri outlook a confronto

Le prospettive di rendimento per il 2026 formulate dagli operatori di mercato sono il frutto di analisi approfondite dei trend micro e macroeconomici in atto. Tra gli outlook di maggiore rilievo emerge quello di Bnp Paribas, che punta forte sull'azionario europeo conferendo ai listini del Vecchio continente la raccomandazione overweight. Secondo le simulazioni della banca francese - che integrano i diversi driver di crescita tra cui buyback, dividendi e rafforzamento settoriale - il rendimento totale sui principali indici del continente potrebbe raggiungere livelli vicini al 19% entro la fine del prossimo anno.

Ulteriori valutazioni arrivano anche da altre società di gestione, che, come Amundi, suggeriscono di ampliare l'orizzonte geografico anche a Giappone e mercati emergenti pur mantenendo un focus prioritario sulle azioni del Vecchio continente. Negli Stati Uniti, invece, la strategia suggerita è quella di privilegiare titoli ad elevata qualità e consolidati trend di utili, contenendo l'esposizione ai rischi di bolla tecnologica.

Il consenso prevalente tra gli operatori è che le possibilità di rivedere forti rialzi sui listini europei siano concrete, purché le aziende sappiano capitalizzare le risorse disponibili e rispondere con agilità a eventuali shock esterni. In questa prospettiva, il total return stimato dal panel internazionale si pone su livelli elevati per chi saprà diversificare con criterio la composizione del portafoglio, selezionando aziende efficienti e orientate alla crescita sostenibile.

Buyback e dividendi: il motore della crescita nelle Borse europee

Il futuro delle borse europee appare ancorato alla forza dei buyback e alla costante generosità dei dividendi. Negli ultimi mesi, il ritmo delle operazioni di riacquisto di azioni proprie è rimasto vivace, con livelli di annunci record che, secondo gli analisti, potrebbero proseguire anche nel primo trimestre del 2026. In particolare, Barclays evidenzia che il 70% dei programmi di buyback previsti per il 2026 è ancora in fase di esecuzione, suggerendo che esista una riserva potenziale pronta a sostenere ulteriormente i listini nei mesi successivi.

I settori finanziario, energetico e industriale conducono la crescita dei buyback, rappresentando una porzione significativa dei volumi di scambio del mercato azionario europeo. Ad esempio, a novembre 2025, sono stati annunciati nuovi programmi di riacquisto per circa 18 miliardi di euro. Oltre all'effetto di supporto tecnico ai mercati, queste iniziative offrono una preziosa fonte di liquidità per gli investitori. Il flusso di annunci, inoltre, appare solido e destinato ad aumentare, con la previsione di ulteriori 50 miliardi di buyback nel primo trimestre dell'anno prossimo.

I fattori che sostengono questa tendenza sono molteplici:

  • solide posizioni di cassa delle aziende;
  • riduzione progressiva dei costi del debito;
  • indicatori macroeconomici in miglioramento nell'area euro;
  • capacità di mantenere payout elevati, sia con buyback che con dividendi.
La creazione di appositi panieri borsistici dedicati alle società più attive nei buyback, come quello elaborato recentemente da Barclays, consente di identificare titoli in grado di sovraperformare il benchmark, in particolare quelli dei comparti finanziari, industriali ed energetici. Questa strategia fornisce agli investitori un'opportunità di esporsi a società particolarmente resilienti, pronte ad affrontare le sfide dei mercati globali mantenendo una solida politica di remunerazione degli azionisti.

Quali settori e titoli guideranno la performance: analisi dei protagonisti

All'interno dei listini dell'area euro, certe categorie di titoli stanno dimostrando particolare vitalità. In primo piano i comparti finanziario, energetico e industriale, fortemente rappresentati nei portafogli overweight suggeriti da diversi operatori. Analizzando i principali protagonisti, emerge la presenza di banche e assicurazioni di primo piano come Bnp Paribas, Ing, Societe Generale, Nordea e Mapfre, che beneficiano sia della ripresa degli utili sia delle nuove politiche di capitale.

Tra gli energetici, società come Eni, Shell, Repsol e Bp confermano strategie di distribuzione dei profitti incentrate su buyback e payout elevati. Nel segmento industriale spiccano, invece, colossi come Airbus, Siemens Energy e Mercedes, che partecipano attivamente alla transizione green e agli investimenti in nuove tecnologie produttive. Anche il settore tecnologico, seppur meno rappresentato, fa segnare risultati positivi, con Be Semiconductor e Infineon tra i player di riferimento.

La geografia della performance, infine, evidenzia Paesi come Norvegia, Regno Unito e Portogallo in cima alle classifiche per total return, grazie all'integrazione tra alti dividendi e buyback. In particolare, Finlandia e Belgio presentano ampie riserve di buyback da utilizzare nel prossimo futuro, mentre la Francia mostra margini di recupero una volta superati alcuni ostacoli normativi.

Prospettive macro e rischi: tra ottimismo, diversificazione e volatilità

Le analisi degli strategist delle principali case di gestione riflettono un mix di ottimismo prudente e necessità di diversificazione. L'outlook presentato da Amundi, ad esempio, suggerisce per il 2026 una strategia improntata su portafogli bilanciati e diversificati, sia a livello geografico che settoriale. La priorità è ridurre la concentrazione nei grandi nomi tecnologici statunitensi e nell'AI, estendendo invece il focus all'industria europea e a segmenti ancora sottovalutati.

Secondo le proiezioni macroeconomiche prevalenti:

  • la crescita dell'area euro dovrebbe rimanere resiliente;
  • non si prevede una recessione, ma una transizione con alta volatilità, guidata da cambiamenti politici, digitalizzazione e concentrazione di mercato;
  • l'interesse per mid e small cap è in aumento, così come quello per settori innovativi come le infrastrutture e la difesa.
Le principali incognite individuate dagli operatori riguardano la possibilità di shock geopolitici, la gestione della liquidità in un quadro di riallocazione dei capitali e il rischio di delusione sugli utili in caso di deterioramento del contesto globale. Particolare attenzione viene riservata anche all'evoluzione regolamentare, che in alcune giurisdizioni come la Francia potrebbe temporaneamente frenare la strategia dei buyback, peraltro mitigata dalla capacità delle imprese di adattarsi alle nuove norme.

Europa, Stati Uniti e Asia: confronto tra aree geografiche e strategie di portafoglio secondo gli outlook 2026

Nel 2026 si assiste a una rivalutazione delle opportunità offerte dalle Borse europee rispetto a quelle di Stati Uniti e Asia. Nel confronto tra le principali aree geografiche:

  • L'Europa ottiene la raccomandazione di sovrappeso nei portafogli modello di molte banche d'investimento, grazie a multipli più contenuti e aspettative di rendimento superiori;
  • Negli Usa, la concentrazione su pochi titoli tecnologici e l'elevata quotazione delle big cap suggeriscono una maggiore selettività, nonostante gli utili rimangano robusti;
  • L'Asia, in particolare il Giappone e i mercati emergenti come l'India, si distinguono grazie a riforme strutturali e innovazione tecnologica crescente.
Nei portafogli modello, la diversificazione geografica rappresenta un elemento chiave. L'Europa viene privilegiata sia per aziende industriali e finanziarie, sia per la presenza di trend di lungo periodo come la transizione green e la crescita della difesa. Gli Stati Uniti continuano a richiamare interesse dalle soluzioni d'investimento in intelligenza artificiale, ma la presenza di valutazioni molto elevate rende prudente incrementare l'esposizione senza dimenticare alternative in Asia e negli emergenti:

Area Geografica

Asset Preferiti

Livello Valutazione

Europa

Finanziari, Industriali, Energia, Transizione Green

Multipli bassi

Stati Uniti

Big Tech, AI, Healthcare

Multipli elevati

Asia

Industria, Tecnologia, Riforme societarie (Giappone)

Multipli misti



Leggi anche