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Classe media oggi in Italia, quanto si deve guadagnare, avere come risparmi e case per farne parte?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Reddito, risparmi e patrimonio immobilia

Secondo il Censis, le famiglie che si identificano nella classe media possiedono almeno un'abitazione e hanno un reddito netto annuo tra i 25.000 e i 50.000 euro

Anche se la classe media è il termometro del benessere e della stabilità sociale, definirla con precisione non è affatto così semplice. L'Italia di oggi è attraversata da divari economici, territoriali e generazionali che rendono difficile fissare un'unica soglia per stabilire chi ne fa parte.

Secondo i criteri proposti dall'Ocse, fanno parte della classe media le famiglie il cui reddito netto annuo si colloca tra il 75% e il 200% del reddito mediano nazionale. Se consideriamo che, secondo i dati Istat aggiornati al 2023, il reddito mediano di una famiglia italiana è di 30.039 euro annui, rientrano nella classe media quei nuclei che guadagnano tra i 22.500 e i 60.000 euro l'anno, cioè tra 1.875 e 5.000 euro al mese. La questione è più articolata. Queste soglie cambiano notevolmente a seconda della composizione del nucleo familiare e del territorio in cui si vive.

Le famiglie con due percettori di reddito possono accedere più facilmente a questi livelli, soprattutto se residenti al Nord, dove il reddito mediano è più elevato. Al contrario, nel Mezzogiorno, dove la media scende anche sotto i 25.000 euro annui, la soglia di accesso alla classe media risulta più bassa. Ma al di là delle cifre, essere classe media significa poter sostenere le spese ordinarie, far fronte a imprevisti, risparmiare, investire sul futuro dei figli e, in molti casi, possedere un'abitazione. E qui entra in gioco un altro parametro decisivo: il patrimonio. Vediamo allora

  • Reddito, risparmi e patrimonio immobiliare della classe media
  • Le nuove insicurezze del ceto medio tra percezione e realtà economica

Reddito, risparmi e patrimonio immobiliare della classe media

Essere parte della classe media non significa solo percepire un reddito costante e stabile. Il tenore di vita reale è spesso influenzato dal patrimonio accumulato nel tempo, dalla proprietà della casa in cui si vive e dalla disponibilità di risorse liquide. In una società in cui la precarietà occupazionale è aumentata e il costo della vita è cresciuto, il patrimonio assume un ruolo ancora più centrale.

Molte famiglie italiane che oggi si identificano come classe media possono contare su un immobile di proprietà. Questo fattore ha un impatto enorme sulle spese mensili. Non pagare un affitto consente di destinare risorse ad altri bisogni, come l'educazione dei figli, le spese sanitarie, i consumi culturali. Non a caso, chi possiede casa ed è privo di debiti tende ad avere una percezione più solida della propria stabilità economica.

Secondo il Censis, le famiglie che si identificano nella classe media possiedono mediamente almeno un'abitazione e hanno un reddito netto annuo tra i 25.000 e i 50.000 euro, anche se molte restano al di sotto di questi valori. Nel contesto attuale, la sola proprietà di un immobile non basta più a garantire l'accesso al ceto medio. Oggi contano anche altri parametri: la capacità di risparmio costante, la possibilità di affrontare spese impreviste, l'accesso a beni e servizi culturali, la disponibilità di liquidità e la tranquillità finanziaria che consente di pianificare il futuro.

Chi dispone di risparmi superiori ai 30.000 euro, in assenza di debiti, si colloca nella fascia media della popolazione. Se poi a questi si aggiunge un reddito familiare stabile intorno ai 35-40.000 euro, la definizione è piuttosto solida. Non dimentichiamo che nella percezione soggettiva il concetto di classe media è molto più fluido: spesso si autoidentificano come tali anche famiglie con redditi inferiori ai 25.000 euro, se riescono a mantenere un tenore di vita decoroso, oppure famiglie con redditi superiori ai 60.000 euro, che però avvertono un'erosione del potere d'acquisto.

Le nuove insicurezze del ceto medio tra percezione e realtà economica

La condizione della classe media in Italia è diventata più fragile. Lo confermano anche le rilevazioni Censis: una porzione sempre più ampia della popolazione che una volta rientrava nel ceto medio oggi si trova in bilico, esposta al rischio di scivolare verso la precarietà. Si parla di una vera e propria scivolata verso il basso della fascia centrale, dovuta alla compressione del potere d'acquisto, alla crescita delle spese fisse e all'assenza di strumenti di sostegno.

Secondo il Censis, oltre il 60% degli italiani si definisce classe media. Ma solo una parte di loro possiede i requisiti economici per esserlo. Tra chi guadagna meno di 15.000 euro l'anno, l'11% si dichiara classe media. Tra i percettori di redditi tra 15.000 e 34.000 euro, quasi la metà (46,4%) si colloca in questa fascia. Ma la realtà economica è spesso distante dalla percezione. La classe media vera si sta riducendo. E le nuove generazioni faticano a entrarvi, strette tra affitti insostenibili, stipendi bassi e precarietà lavorativa.

Chi appartiene alla fascia alta della classe media, con redditi vicini o superiori ai 50.000 euro e un patrimonio elevato, percepisce oggi una sensazione di incertezza. L'inflazione, la pressione fiscale e l'instabilità geopolitica rendono meno sicuro un tenore di vita che, fino a pochi anni fa, sembrava garantito.

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