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Rc auto più costose con una tassa più alta in manovra finanziaria 2026: chi sarebbero gli interessati, calcolo ed esempi aumenti

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Rc auto più costose

Nella Manovra 2026, l'aumento dell'aliquota sulle polizze Rc Auto dal 2,5% al 12,5% potrebbe pesare su assicurati e famiglie. Effetti retroattivi, impatto economico, differenze regionali.

Un emendamento alla Manovra Finanziaria 2026 introduce un importante cambiamento nel settore assicurativo, concentrandosi sulle polizze infortuni collegate ai contratti di Responsabilità Civile Auto. Questo provvedimento, che eleva l'aliquota fiscale sulle coperture infortuni del conducente, rappresenta una risposta alle esigenze di gettito dello Stato ed emerge in un contesto segnato da rincari costanti nei premi assicurativi.

Agli occhi degli automobilisti e degli addetti ai lavori, si profila l'ennesima stretta economica a carico dei consumatori, già colpiti da anni da una crescita dei prezzi delle assicurazioni auto. Nelle prossime sezioni, saranno analizzati i contenuti dell'emendamento, le categorie di assicurati coinvolti, il possibile effetto retroattivo, e gli impatti reali - anche attraverso simulazioni concrete - offrendo una panoramica chiara e dettagliata sulle nuove sfide per chi si protegge da rischi alla guida.

Cosa prevede l'emendamento nella Manovra 2026: aumento dell'aliquota sulle polizze infortuni

Nel testo della Manovra 2026 emerge un emendamento che mira a livellare la tassazione delle garanzie infortuni del conducente verso quella già prevista per la responsabilità civile auto. L'aliquota applicata alle polizze infortuni sale dal 2,5% attuale al 12,5%, con l'obiettivo dichiarato di portare a regime un regime fiscale più omogeneo sul comparto auto. In termini pratici, ciò significa che la tassazione specifica su queste coperture accessorie, spesso acquistate dagli automobilisti insieme alla polizza principale, crescerà di cinque volte rispetto a quanto pagato fino a oggi.

L'argomentazione dell'amministrazione finanziaria fa leva sulla funzionalità diretta delle coperture infortuni al rischio di sinistri durante la guida; questo le rende, secondo alcuni tecnici ministeriali, equiparabili alla Rc auto anche dal punto di vista fiscale. Le compagnie assicurative invece contestano l'accorpamento fiscale, sostenendo che la natura dei rischi assicurati resti distinta e che una stangata sulle garanzie infortuni potrebbe ridurre la diffusione di coperture essenziali per la tutela della persona.

La manovra, secondo fonti normative e analisi del settore, punta a recuperare risorse per le casse pubbliche in cerca di nuovi equilibri. L'impatto stimato sulle famiglie italiane potrebbe essere considerevole, in un momento in cui Il prezzo medio della Rc auto ha già superato i 415 euro secondo i dati Ivass. Le associazioni dei consumatori hanno già espresso profonda preoccupazione per una misura che rischia di pesare soprattutto sulle fasce più esposte della popolazione, come i giovani e i residenti nelle province del Sud, dove i premi risultano più elevati.

L'aspetto controverso riguarda anche l'eventuale retroattività dell'aliquota, tema che sarà approfondito più avanti. Nell'immediato, la modifica dell'aliquota sarà una vera e propria nuova stangata sulle assicurazioni Rc auto e sulle coperture integrate, con effetti a cascata anche sui contratti in corso e sulle strategie distributive del settore assicurativo.

L'impatto dell'aumento della tassa: chi sono gli assicurati interessati?

L'incremento dell'aliquota sulle polizze infortuni legate all'Rc auto interesserà una platea molto ampia di automobilisti. A scegliere una copertura accessoria per gli infortuni del conducente sono tipicamente:

  • chi utilizza l'automobile quotidianamente per motivi di lavoro o familiari;
  • professionisti e pendolari che coprono lunghe percorrenze;
  • coloro che desiderano una protezione personale integrata, oltre alla responsabilità verso terzi.
Il rincaro risulterà particolarmente sentito nelle aree già caratterizzate da premi medi elevati; ad esempio, nelle province di Napoli o Prato, dove il costo medio di una polizza supera ampiamente quello di altre regioni.

In base alle ultime indagini rese note dall'Ivass, la garanzia infortuni è sottoscritta frequentemente come complemento alla polizza obbligatoria da coloro che sono statisticamente più esposti ai rischi stradali, compresi i lavoratori autonomi che operano con veicoli commerciali, i genitori che trasportano sistematicamente figli minori, e in generale i nuclei familiari attenti alla sicurezza patrimoniale e personale.

Giovani neopatentati, che già sostengono premi più alti, e utenti residenti nelle zone classificate a maggiore incidentalità, si troveranno a pagare un supplemento significativo rispetto agli anni passati. Anche per le imprese dotate di flotte aziendali sarà inevitabile un maggiore esborso fiscale, con ripercussioni sulle logiche di gestione del rischio interno.

Effetti retroattivi e possibili controversie legali per automobilisti e compagnie

L'ipotesi che la nuova aliquota si applichi anche ai contratti in corso sta accendendo il dibattito tra operatori e giuristi. Nel caso in cui si confermasse la retroattività della misura, il rischio di una pioggia di contenziosi tra automobilisti e compagnie assicurative diverrebbe concreto. Il punto più discussivo riguarda la legittimità di modificare il carico fiscale su accordi già sottoscritti, vincolati da regole e condizioni precedenti.

Le imprese assicuratrici, in veste di sostituto d'imposta, dovrebbero farsi carico di aggiornare i contratti in essere e ridefinire la quota di imposta dovuta sia per le nuove polizze sia per quelle sottoscritte negli anni scorsi ma ancora attive. Questo comporterebbe:

  • l'invio di comunicazioni agli assicurati circa la variazione dell'aliquota;
  • la richiesta di integrazioni economiche o l'adeguamento dei pagamenti futuri;
  • l'apertura a contenziosi civili da parte degli utenti che potrebbero contestare l'imposizione su base giuridica.
Va ricordato che, storicamente, tentativi di applicare aumenti retroattivi sono stati oggetto di forti contestazioni, fino a portare al ritiro delle misure dopo confronti interpretativi e ricorsi. Tuttavia, l'attuale scenario fiscale, caratterizzato dalla ricerca di risorse per coprire nuovi impegni di bilancio pubblico, rende la questione ancora più delicata. Giuristi e associazioni di categoria stanno già valutando pareri pro veritate per impugnare eventuali derive ritenute illegittime, richiamando i principi di certezza del diritto e tutela della fiducia contrattuale dei consumatori.

Confronto tra Rc auto e garanzia infortuni: costi, territori e differenze di trattamento fiscale

Nonostante la connessione evidente tra Rc auto e garanzia infortuni, i due prodotti assicurativi presentano differenze significative in termini di costo, diffusione e regime fiscale. La Rc auto resta obbligatoria per legge (art. 2054 Codice Civile e art. 193 Codice della Strada), mentre la copertura per infortuni del conducente è opzionale, ma sempre più diffusa per la crescente attenzione alla tutela individuale.

I costi risultano variabili per entrambi i prodotti, secondo indicatori territoriali e profilo del contraente:

  • per la Rc auto, il premio medio nazionale supera i 415 euro, con punte di quasi 600 euro nelle province a rischio;
  • la garanzia infortuni viene spesso proposta con un sovrapprezzo tra i 20 e gli 80 euro annui, a seconda del massimale scelto e delle estensioni di copertura.
Il trattamento fiscale, prima della riforma, vedeva la Rc auto assoggettata all'aliquota del 12,5%, mentre la polizza infortuni solo al 2,5%. Questa disuguaglianza normativa ha spinto il legislatore verso un riallineamento, con l'intento di scoraggiare comportamenti elusivi e armonizzare il gettito fiscale:

Tipologia

Premio medio

Aliquota fiscale 2025

Rc auto

€415-600 (zone a rischio)

12,5%

Garanzia infortuni

€20-80

2,5% (→ 12,5%)

A livello territoriale, il divario Nord-Sud resta marcato per la Rc auto, mentre il sovrapprezzo sulla garanzia infortuni tenderà ora a uniformarsi, annullando la convenienza fiscale che molti utenti ricercavano con questa integrazione.

Simulazioni ed esempi pratici: calcolo dell'incremento dei premi con la nuova aliquota

Per valutare l'impatto reale dell'aumento, è utile considerare alcune simulazioni pratiche. Se il premio annuo per la sola garanzia infortuni era di 40 euro, l'imposta da versare era pari a 1 euro (2,5%). Con la nuova aliquota, la tassa sale a 5 euro (12,5%), determinando un incremento netto di 4 euro, pari a un +400% rispetto alla tassazione precedente.

Espandendo l'analisi su valori tipici, la seguente tabella mostra esempi concreti di come cambierà la spesa:

Premio infortuni annuo

Tassa con aliquota 2,5%

Tassa con aliquota 12,5%

Incremento netto

20 €

0,50 €

2,50 €

+2,00 €

40 €

1,00 €

5,00 €

+4,00 €

80 €

2,00 €

10,00 €

+8,00 €

Se si considera il caso di un nucleo familiare che acquista due garanzie infortuni (ad esempio per padre e madre), l'aumento della tassa potrebbe facilmente raggiungere i 16 euro annui nei casi più frequenti.

  • Per le flotte aziendali, dove sono presenti decine o centinaia di conducenti assicurati per infortuni, l'incremento delle imposte può generare esborsi aggiuntivi nell'ordine delle centinaia o migliaia di euro su base annua, andando ad aggravare la spesa generale sostenuta per le coperture assicurative obbligatorie e integrative.
In territori ad alta incidentalità, peraltro, dove la scelta di integrare le garanzie personali è maggiormente motivata dagli elevati rischi, il peso dell'incremento sarà particolarmente sensibile e potrebbe incidere sulla propensione degli utenti a mantenere coperture accessorie.


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