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Rinnovi contratti Nazionali CCNL per 6 milioni di dipendenti privati entro la fine del 2025 grazie all'intervento del Governo

di Marcello Tansini pubblicato il
Rinnovi contratti Nazionali entro fine 2

Da detassazione a meccanismo automatico di adeguando all'inflazione: i possibili interventi del governo per i nuovi rinnovi contrattuali privati

La questione relativa ai rinnovi contrattuali dei dipendenti del settore privato si presenta come uno dei temi centrali del panorama lavorativo italiano per il biennio 2025-2026. Le trattative sindacali e la ridefinizione dei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) coinvolgono un numero considerevole di lavoratori e rappresentano uno snodo strategico per la gestione delle risorse umane e per il mantenimento del potere d'acquisto delle famiglie. 

Quanti sono i lavoratori in attesa di rinnovo e i principali CCNL interessati

Secondo le stime aggiornate a inizio 2025, circa 6 milioni di dipendenti privati attendono il rinnovo contrattuale, coinvolgendo vari comparti strategici. Tra i CCNL ancora da rinnovare si annoverano quelli relativi ai settori industria (ad esempio metalmeccanici, chimici, alimentari, tessili), logistica, settore alimentare, servizi e turismo. Per ciascuna categoria, la mancata definizione contrattuale comporta ritardi negli adeguamenti retributivi e nell'applicazione delle nuove tutele previste dalle più recenti riforme normative.

Settore Lavoratori coinvolti CCNL principali in attesa di rinnovo
Industria Oltre 2.500.000 Metalmeccanico, Chimico, Alimentare
Servizi/Logistica Circa 900.000 Trasporti, Logistica, Multiservizi
Turismo/Alberghiero Circa 700.000 Turismo, Pubblici Esercizi

Gli interventi del Governo: quadro normativo, risorse stanziate e strategie

Il Governo, in risposta alla complessa fase di rinnovo contrattuale per il settore privato, ha predisposto un insieme articolato di strumenti normativi e risorse dedicate. Con la Legge di Bilancio 2025, sono stati resi strutturali interventi fiscali ed economici già introdotti lo scorso anno e ampliati i fondi per il finanziamento dei rinnovi:

  • La stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale e la modifica delle aliquote IRPEF hanno ampliato la platea di beneficiari, assicurando maggiore equità tra i diversi livelli di reddito;
  • I nuovi incentivi alla produttività e la decontribuzione per specifiche assunzioni, soprattutto nel Mezzogiorno, puntano a sostenere sia la domanda di lavoro che la contrattazione di secondo livello;
  • Il rafforzamento degli sgravi contributivi e fiscali per il rinnovo dei CCNL è accompagnato dal rafforzamento delle misure di welfare aziendale e dai nuovi plafond stanziati a sostegno delle famiglie e dei lavoratori con figli.

Misure di decontribuzione e incentivi per il rinnovo dei CCNL: 

Per adeguare i salari al costo della vita e garantire gli altri miglioramenti necessari per i rinnovi contrattuali, il governo vorrebbe tassare meno gli incrementi retributivi se i nuovi contratti vengono conclusi nei sei mesi immediatamente precedenti o successivi alla scadenza naturale. 

Si valutano anche possibili incentivi: alcune ipotesi riguardano lo sconto del 50% per tre anni sulla tassazione applicata ai rincari o, in alternativa, una tassazione Irpef agevolata, magari intorno al 5%, una sorta di tassa piatta che non gravi eccessivamente sul prelievo lasciando i soldi in tasca ai lavoratori.

Altre prevedono un meccanismo automatico di adeguamento all’inflazione: se entro 24 mesi dalla scadenza, i contratti interessati non vengono rinnovati, ogni luglio e per ogni anno fino alla firma definitiva, le retribuzioni saranno adeguate al cosiddetto indice dei prezzi al consumo armonizzati, ossia l’indicatore che confronta l’andamento dell’inflazione tra i Paesi dell’Ue, fissando come tetto massimo il 5%. 

La Lega rilancia anche sulla decontribuzione, con contributi zero per tre anni a chi assume giovani e prevedendo per i nuovi assunti con reddito fino a 40mila euro una flat tax al 5%. 

Il rinnovato impianto di tassazione irpef agevolata e decontribuzione per rinnovi CCNL privati produrrebbe effetti differenziati sulle aziende e sui lavoratori, con prospettive che si riflettono direttamente sulle dinamiche contrattuali, retributive e di sviluppo occupazionale del 2025. Dal lato dei lavoratori, si osserva:

  • Un aumento netto delle retribuzioni in corrispondenza della rimodulazione IRPEF e dell’incremento dei fringe benefit esentasse;
  • Un rafforzamento della tutela del salario reale, grazie alla stabilizzazione degli sgravi contributivi e all’estensione degli incentivi alla contrattazione di secondo livello;
  • Una maggiore previsione e trasparenza sui benefici collegati ai rinnovi contrattuali.
Dalla parte delle imprese, l’alleggerimento del costo del lavoro, tramite decontribuzione e deducibilità maggiorata in caso di nuove assunzioni a tempo indeterminato, offre opportunità di crescita nell’occupazione stabile ma pone al contempo sfide legate alla sostenibilità degli sgravi nel lungo periodo.
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