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Sinner è tra le persone che pagano più tasse in Italia: sfatiamo un altro mito dati concreti alla mano

di Marcello Tansini pubblicato il
le tante tasse di sinner pagate in itali

Jannik Sinner viene spesso associato a stereotipi fiscali, ma i dati concreti svelano la realtà: tra successi sportivi, premi e residenza all'estero, l'atleta è uno dei maggiori contribuenti italiani. Analisi, cifre e miti da sfatare.

Nel dibattito pubblico italiano sul trattamento fiscale degli sportivi di successo, il tennista altoatesino rappresenta spesso un caso emblematico. Luoghi comuni e false credenze continuano ad alimentare discussioni sulla sua residenza e su come venga applicata la fiscalità ai suoi guadagni. In un contesto caratterizzato da informazione incompleta e toni polemici, emergono numerosi equivoci: tra questi, la convinzione che l’atleta eluda sistematicamente il fisco nazionale, scegliendo di vivere all’estero per evitare tassazioni. L’analisi dei dati reali, tuttavia, mostra un quadro completamente diverso: Sinner, grazie ai successi nei tornei e alle attività extra-sportive, si conferma stabilmente tra i maggiori soggetti fisici che contribuiscono al gettito dell’Erario. 

Quanti soldi versa Sinner al fisco italiano: cifre concrete e fonti verificate

Le vincite nei tornei disputati sul territorio nazionale rappresentano una rilevante quota delle imposte individuali versate dal tennista all’erario dello Stato. Secondo l’analisi compiuta da Italia Oggi e riportata da molti organi di stampa, nel solo 2025 Sinner ha conseguito circa 5 milioni di euro in montepremi dalle competizioni svolte in Italia. Di questi, quasi 1,5 milioni di euro sono stati corrisposti in forma di imposte dirette, considerando l’aliquota nazionale del 30% applicata ai premi sportivi.

Questa cifra non include solo le tasse sui montepremi, ma a esse vanno aggiunte:

  • Imposte sui redditi derivanti da presenze sul territorio italiano (come sponsorizzazioni, ospitate televisive ed eventi collaterali)
  • Tributi sugli investimenti immobiliari, come quelli legati all’acquisto di appartamenti di prestigio nelle principali città del Nord
Secondo le fonti raccolte, Sinner figura stabilmente tra i maggiori contribuenti tra le persone fisiche. L’esplicitazione di questi dati mette in evidenza come il valore fiscale generato dal campione vada ben oltre la sola tassa sui montepremi, coinvolgendo un sistema di adempimenti articolati e trasparenti. L’intero processo si svolge nel rispetto della normativa vigente, offrendo così una dimensione di trasparenza e affidabilità alle cifre dichiarate.

Tabella: Contributo fiscale stimato di Sinner in Italia (2025)

Voce Importo Imposta stimata
Montepremi da tornei italiani € 5.000.000 € 1.500.000
Sponsorizzazioni e attività sul territorio N.D. Non divulgato, ma rilevante
Investimenti immobiliari tassati € 7.000.000 (valore acquisti) Variabile – secondo normativa IMU/TASI/registro

Questa struttura dimostra come il rapporto di Jannik Sinner con il sistema fiscale italiano sia non solo legittimo ma anche ampiamente documentato.

Le tasse su premi, sponsorizzazioni e investimenti immobiliari in Italia

Le entrate fiscali originate da un atleta non si limitano ai premi di gara. Ogni presenza professionale svolta in Italia genera ulteriori obblighi tributari. Gli sponsor italiani che si avvalgono della sua immagine, così come le società intestatarie dei suoi diritti di immagine con sede a Montecarlo, devono comunque corrispondere imposte proporzionali alle attività svolte su suolo nazionale.

I ricavi da sponsorizzazioni, sia dirette che indirette, continuano a essere soggetti a tassazione nel Paese d’origine ogniqualvolta le iniziative siano effettuate fisicamente in Italia. Questo principio – che trova base in norme nazionali e convenzioni internazionali contro la doppia imposizione – rafforza l’idea secondo cui i grandi sportivi come Sinner il fisco italiano lo conoscono bene e vi ottemperano regolarmente.

Anche gli investimenti immobiliari, come quelli compiuti a Milano per circa sette milioni di euro, sono soggetti a un’imposizione locale (tra imposte di registro, IVA sull’acquisto, IMU, TASI e altre imposte comunali), confermando l’impatto fiscale multiforme generato dagli asset personali e dai patrimoni degli atleti di rango internazionale.

Per una maggiore chiarezza, ecco una sintesi delle principali voci tributarie riconducibili a un soggetto come Sinner, residente all’estero ma economicamente attivo in Italia:

  • Redditi da premi sportivi (aliquota alla fonte: 30%)
  • Ricavi da sponsorizzazioni e partnership commerciali realizzati sul territorio nazionale
  • Imposte sugli immobili acquistati o posseduti in Italia (IVA – se nuovo, tassa di registro, IMU, TASI)
  • Possibili ritenute fiscali su altre attività di lavoro occasionale
Il quadro che emerge mostra un sistema fiscale articolato, nel quale gli atleti di successo contribuiscono in modo trasparente e puntuale grazie a una serie di obblighi fiscali multipli che favoriscono la fiscalità italiana sotto diversi profili.

La posizione fiscale di Sinner: residente a Monaco, contribuente globale

Scegliere di fissare la propria residenza a Monaco è una prassi comune per molti atleti professionisti. Tuttavia, la residenza nel Principato non si traduce automaticamente in totale esenzione dalla tassazione in Italia. Ogni flusso economico prodotto nel territorio nazionale – sia esso dovuto a competizioni, eventi, relazioni commerciali locali o proprietà immobiliari – resta soggetto alle norme tributarie italiane.

Secondo le dichiarazioni ufficiali di esperti fiscali e consulenti di fama internazionale, il tennista mantiene la posizione di residente a Monaco con società locali incaricate della gestione dei diritti di immagine. Ancora, i flussi IVA e altre imposte sui consumi vengono indirizzati nel Principato durante i periodi effettivi di presenza sul suo territorio.

Nelle altre nazioni in cui gareggia, Sinner paga una parte dei tributi “alla fonte” secondo i regimi fiscali previsti (Italia: 30% su montepremi; Regno Unito: fino al 45%; Arabia Saudita: esenzione per gli stranieri). Il modello di fiscalità applicata agli sportivi internazionali – recepito da convenzioni OCSE e da accordi tra Stati – comporta l’obbligo di versare importi dovuti nel paese in cui il reddito è prodotto, qualunque sia la residenza anagrafica dell’atleta.

In quest’ottica, la definizione di contribuente globale appare quanto mai adeguata, ponendo l’accento non solo sulle opportunità di ottimizzazione fiscale, ma anche sulle responsabilità che derivano da un’attività svolta in molteplici paesi. In sintesi l’atleta paga le tasse là dove produce reddito, rispettando la legislazione locale e contribuendo così, in maniera estesa, alla fiscalità internazionale.

Perché i tennisti scelgono Monaco: motivi fiscali e non solo

La presenza di molti tennisti professionisti a Monaco è spesso attribuita ai vantaggi fiscali, ma le ragioni di questa scelta vanno ben oltre la sfera tributaria. Oltre a una legislazione favorevole in termini di tasse sulle persone fisiche e sulle società, il Principato offre una serie di benefit rilevanti per gli sportivi:

  • Numerose strutture di allenamento moderne nel raggio di pochi chilometri tra Monaco, Francia e Italia
  • Alto livello di sicurezza pubblica e tutela della privacy, elementi particolarmente apprezzati dagli atleti abituati a spostarsi costantemente per professione
  • Presenza di scuole internazionali per eventuali nuclei familiari
  • Ambiente internazionale e supportivo, punto d’incontro per sportivi di diverse discipline
Non va inoltre trascurato come alcuni paesi – compresa l’Italia – abbiano introdotto regimi fiscali di attrazione, come la flat tax per i cosiddetti “altissimi redditi”, senza però riuscire a garantire il medesimo contesto di servizi, sicurezza e privacy. È questo insieme di condizioni, non dunque la sola imposta percentuale, a determinare la preferenza dei professionisti del tennis per Monaco rispetto a città italiane o metropoli inglesi.

L'impatto fiscale ed economico delle vittorie di Sinner: il caso ATP Finals di Torino

Il trionfo agli ATP Finals di Torino ha prodotto un impatto che va ben oltre la soddisfazione sportiva e il ritorno d’immagine. Stime realizzate da realtà di consulenza di livello globale – come Boston Consulting Group – indicano che l’evento ha generato un gettito fiscale netto di circa 100 milioni di euro per lo Stato italiano, tra biglietteria, sponsorizzazioni e indotto locale.

Le vittorie di atleti di spicco, come il giovane campione altoatesino, individuano nella figura dello sportivo d’élite uno straordinario volano economico per il territorio; basti pensare:

  • All’aumento del gettito diretto da tassazione su biglietti, premi e sponsorizzazioni
  • Allo sviluppo dell’indotto nelle strutture ricettive, nei trasporti, nella ristorazione e nei servizi
  • Al consolidamento dell’immagine dell’Italia quale destinazione di turismo sportivo e business internazionale
Basti considerare che le ATP Finals 2025, con l’atleta nei tabelloni, hanno contribuito a una ricchezza complessiva di oltre 591 milioni di euro a favore del sistema economico piemontese e nazionale, tra ricavi diretti, indotto e benefici per il brand. L’impatto fiscale di una singola presenza agonistica, in questo scenario, supera di gran lunga il semplice valore delle tasse personali versate, diventando fenomeno collettivo e occasione di redistribuzione economica.

Il mito dell'evasione fiscale degli sportivi: realtà e disinformazione

Le polemiche ricorrenti sui cosiddetti vip sportivi e su presunti comportamenti elusivi nei confronti dell’erario italiano sono alimentate da disinformazione e stereotipi. In realtà, il regime fiscale applicato agli atleti professionisti – specie se di rilievo internazionale – è attentamente regolamentato dalle normative nazionali e da convenzioni multilaterali.

Ogni importo generato in Italia è sottoposto a ritenuta alla fonte da parte degli organismi sportivi o dagli sponsor responsabili. Inoltre, i controlli sono costanti e articolati grazie alla collaborazione tra amministrazioni fiscali di diversi Stati. La narrativa secondo cui gli atleti di successo risiedano all’estero per aggirare le imposte non trova riscontro nella realtà dei dati ufficiali e delle obbligazioni effettivamente osservate.

Il caso trattato rappresenta un esempio virtuoso della complessità e della trasparenza richiesta ai grandi contribuenti che operano tra più giurisdizioni.



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